Agricoltura - 06 marzo 2025, 17:45

Agricoltura, CIA Cuneo all'assemblea zonale: "Momento difficile fatto di cambiamenti epocali, serve attenzione"

«Il momento è difficile da leggere, non solo per l’agricoltura, ma per tutti i settori. Gennaio e febbraio hanno fatto registrare cali evidenti dei consumi, anche se nessuno ne parla. Sui dazi americani, aspettiamo che le bocce siano ferme, non è ancora il momento di fasciarci la testa, gli stessi americani devono farsi bene i conti, potrebbero esserci dei problemi anche per loro».

Così il presidente provinciale di Cia Cuneo, Claudio Conterno, ha esordito ieri sera all’assemblea dei soci della zona di Cuneo, nella sede di piazza Galimberti. Un incontro che ha fatto seguito a quello di appena due giorni prima nella Sala Riolfo Cortile della Maddalena di Alba, aprendo la stagione dei confronti sindacali sul territorio. Lunedì 17 marzo sarà la volta di Mondovì, alle ore 20, nella sede del Comizio Agrario, in piazza Ellero 45, poi toccherà a Saluzzo e Fossano.

Riferendo dei rapporti con l’Amministrazione regionale, Conterno ha rilevato l’opportunità di avere al vertice dell’Agricoltura della Regione Piemonte due cuneesi, l’assessore Bongioanni e il direttore Balocco. Una macchina complessa, quella dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, con centinaia di funzionari, non sempre sintonizzati con le esigenze della quotidianità agricola.

Sul contenimento della fauna selvatica, il presidente ha rilevato come “molti cacciatori siano agricoltori” e che “le zone delle battute non debbano diventare delle riserve di caccia per le singole squadre”: «Si dovevano abbattere 50 mila cinghiali, un obiettivo mai lontanamente raggiunto. Parliamo sempre delle stesse cose, ma non cambia una virgola. L’Amministrazione pubblica si avvita su sé stessa, non è in grado di prendere decisioni risolutive».

Un altro tema ritenuto prioritario da Conterno è quello della ricerca: «Non dobbiamo combattere né i Tea né i somacloni, sostenere il “genoma editing” non vuol dire cambiare la genetica, ma rendere le varietà più resistenti alle avversità climatiche e alle patologìe. Bene che la Regione abbia messo la Fondazione Agrion a capo della ricerca, ma adesso servono i soldi. Su questo fronte, non abbiamo altra strada da percorrere, se non quella pubblica, altrimenti i brevetti sono destinati a finire nelle mani dei privati, come già avviene, ad esempio, per il mais e i vitigni piwi».

Sulle certificazioni: «Sono utili anche alle piccole aziende – ha detto Conterno -, bisogna entrare nell’ottica della migliore organizzazione, a prescindere dalle dimensioni aziendali».

Sul passaggio generazionale: «È una materia molto delicata, importantissima, bisogna pensarci per tempo. La nostra Organizzazione mette a disposizione degli interessati i migliori professionisti del settore, non si esiti a contattarci».

A livello generale, Conterno ha sostenuto che “la prima cosa da fare è aumentare gli stipendi, che in Italia sono tra i più bassi d’Europa”. Quanto al Piemonte: «Ce la faremo anche questa volta – ha concluso Conterno -, la nostra regione continua ad essere tra le più appetibili per gli investitori».

In apertura di riunione, il direttore provinciale di Cia Cuneo, Igor Varrone, aveva richiamato l’attenzione sul valore strategico del confronto diretto all’interno dell’Organizzazione, attraverso le assemblee in presenza, per acquisire informazioni reciproche e decidere insieme l’orientamento della politica sindacale.

Filomena Sammarco, vicedirettore provinciale e responsabile del Settore paghe di Cia Cuneo è intervenuta sulle tematiche del lavoro: «In Piemonte – ha osservato -, il tasso di disoccupazione è del 3,7 per cento, quasi la metà di quello nazionale. C’è quindi il problema del reperimento del personale, soprattutto quello stagionale, tanto più che i voucher, che si erano rivelati un buon strumento per il reclutamento della manodopera, non sono più stati confermati. In generale, ciò che in questo momento sta pesando fortemente sui bilanci aziendali sono i costi di produzione».

Silvio Chionetti, vicedirettore provinciale e responsabile del Settore tecnico di Cia Cuneo, ha relazionato sulle direttive della nuova Pac emanate solo a fine luglio 2024, dopo un periodo di proroga che ha causato una serie di ritardi e incertezze da parte delle istituzioni: «Si è tornati alla possibilità di diversificare le coltivazioni sopra i 10 ettari – ha spiegato Chionetti -, ma anche sotto i 10 ettari ci sono adempimenti da rispettare. Ogni azienda ha la sua situazione, occorre valutare caso per caso e non generalizzare».

Chionetti ha rilevato come occorra tenere presente che stia cambiando il modo di lavorare: «Con il prodotto agricolo – ha osservato -, vendiamo un sistema di garanzie e sostenibilità, per cui è comprensibile che i controlli possono essere slegati dai contributi e incrociati sui fascicoli aziendali. Bisogna pensare al benessere animale, ma anche a quello degli agricoltori, nel rispetto della sicurezza sul lavoro e delle normative sanitarie. Il nuovo Palazzo della Regione è stato costruito senza armadi, perché gli armadi li devono avere gli agricoltori e i loro consulenti, spetta a loro provvedere a tutto, la burocrazia ormai si limita solo a controllare».

Sui pagamenti di Pac e Psr, Chionetti ha auspicato che “tra fine marzo e aprile si muova qualcosa”, mentre riguardo alla gestione del rischio da parte degli enti pagatori il vicedirettore di Cia Cuneo ha definito questa annata come una delle peggiori: «Lo Stato italiano è un cattivo cliente, perché vuole i soldi subito e paga quando vuole».

Diversi gli interventi dei soci, soprattutto sul fronte degli investimenti agevolati, dove il ruolo dell’Organizzazione, è stato detto, è di aiutare l’imprenditore agricolo a valutare la convenienza delle operazioni in rapporto alle esigenze e disponibilità delle singole aziende.

comunicato stampa