Il mese di febbraio 2025 ha registrato precipitazioni al di sotto della norma climatica ‘91-’20, con un deficit medio sostanzialmente uniforme sulla regione e quantificabile in circa -40%. Fanno eccezione le zone appenniniche dove il surplus del mese si attesta attorno al 40%.
Nell'immagine sopra: precipitazione registrata nel mese di febbraio 2025 sul bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino
Con la fine del mese, si è chiuso anche l’inverno meteorologico 2024-2025, che nonostante nel complesso sia stato mediamente più piovoso di un inverno medio del trentennio climatico di riferimento ‘91-’20, le precipitazioni si sono rivelate sostanzialmente al di sotto della media su gran parte della regione, con deficit localmente anche oltre il 45%, e solo nella provincia di Alessandria, in particolare sulle zone appenniniche, si è osservato un surplus significativo (+40%) nel corso degli ultimi 3 mesi.
Soltanto le piogge e le nevicate dell’ultima decade di gennaio hanno parzialmente salvato un inverno che, altrimenti, sarebbe stato decisamente secco su tutta la regione.
Nell'immagine sopra: anomalia di precipitazione cumulata tra il 1° dicembre 2024 e il 28 febbraio 2025 rispetto alla norma del medesimo periodo nel trentennio 1991-2020
Se rapportiamo la situazione attuale con il passato, utilizzando l’indice SPEI (indice di precipitazione ed evapotraspirazione standardizzato) sulla scala dell’ultimo mese e dei 3 mesi (dicembre-gennaio-febbraio), si nota comunque una situazione generale di normalità, anche se i valori numerici dell’indice suggeriscono una fase spostata verso la siccità lieve. Diverso invece lo scenario a medio (6 mesi) e lungo (12 mesi) termine, dove l’indice riflette l’abbondanza di pioggia osservata nell’ultimo anno (2024) quando, in 6 mesi su 12, l’anomalia di precipitazione è stata molto positiva, e i cui effetti si sentono in parte anche oggi, visto che gran parte della regione si trova in condizioni di piovosità moderata o “severa” sui 12 mesi.
Indice di anomalia delle precipitazioni SPEI a 1 mese, a 3 mesi, a 6 mesi e a 12 mesi sulla regione Piemonte
Le abbondanti precipitazioni autunnali, seppur accoppiate con temperature invernali sopra la norma, fanno sì che il bilancio idro-climatico (ovvero la differenza tra pioggia caduta ed evapotraspirazione) medio sul Piemonte, calcolato a fine inverno 2024-2025 nell’anno idrologico in corso (ottobre 2024-settembre 2025), risulti sopra la norma degli ultimi 65 anni, circa un 15% in più, su valori del tutto paragonabili a quelli registrati un anno fa alla stessa epoca. Va però ricordato che all’inizio primavera 2024 assistemmo a nevicate e pioggia decisamente da record sia nel mese di marzo sia in quello di maggio.
La situazione attuale, tuttavia, non è al momento critica in vista dell’inizio della stagione agricola.
Nell'immagine sopra: bilancio idro-climatico in Piemonte nell’anno idrologico 2024-2025
Per quanto riguarda le temperature si segnala un febbraio un po’ oltre la norma (anomalia positiva di circa 1.2°C) che lo colloca al 21° posto tra i più caldi dal 1958. Anche i mesi di dicembre 2024 e di gennaio 2025 si sono attestasti sulle medesime anomalie positive, tanto che l’inverno 2024-2025 è entrato al 9° posto nella top 10 degli inverni più caldi in Piemonte negli ultimi 65 anni.
Nell'immagine sopra: temperature medie giornaliere in Piemonte nel 2025
Nell'immagine sopra: stima dell’innevamento sui settori alpini della regione al 3 marzo 2025, valori puntuali altrove
Le nevicate di fine gennaio/inizio febbraio non sono riuscite a ristabilire condizioni di normalità e lo spessore del manto nevoso risulta al di sotto dei valori tipici del periodo, soprattutto sui settori occidentali e meridionali della regione. La figura successiva mostra l’andamento della neve al suolo per una stazione significativa delle Alpi Marittime, dove si nota che la cumulata è vicina ai minimi storici per questo periodo dell’anno.
Nell'immagine sopra: andamento della neve al suolo HS (in blu) per la stazione nivometrica di Vinadio – Colle della Lombarda (CN) e confronto coi valori storici: l’area grigia rappresenta la variabilità del valore medio mentre gli estremi, superiore e inferiore, rappresentano i massimi e minimi giornalieri relativamente al periodo ‘91-’20
Nell'immagine sopra: deficit di neve al suolo (Hs) su alcune delle stazioni automatiche e manuali di Arpa Piemonte rispetto alla media del periodo ‘91-’20
A livello di SWE (Snow Water Equivalent) le stime modellistiche effettuate su tutto il bacino del Po alla confluenza col Ticino, mostrano valori complessivi al di sotto della media del periodo, con un deficit stimato attorno al -15%. Sono tuttavia valori quasi doppi rispetto allo stesso periodo del 2023 (linea verde) ma nettamente inferiori a quelli del 2024 (linea rossa), quando le abbondanti nevicate primaverili di marzo e aprile, contribuirono ad una disponibilità d’acqua sotto forma di neve da record.
Nell'immagine sopra: stima del SWE (Snow Water Equivalent) sul bacino del Po chiuso alla sezione di Ponte Becca (PV) a valle della confluenza col Ticino per le annate 2025 (blu), 2024 (rosso) e 2023 (verde)
Le portate nei diversi corsi d'acqua del reticolo idrografico principale risultano generalmente pari o inferiori alla norma del periodo, con alcune eccezioni, tra cui la Dora Baltea a Tavagnasco con uno scarto positivo del 36% dovuto verosimilmente al contributo nivale.
Nell'immagine sopra: portate e deflussi medi mensili registrati in alcune sezioni più significative
All’idrometro di Isola Sant’Antonio, che rappresenta la chiusura dell’intero bacino piemontese del Po, la portata media di febbraio, pari a 336 mc/s sostanzialmente in media con la norma del mese di febbraio tipo degli ultimi 30 anni.
Come si può notare dalla figura seguente, le portate medie mensili del Po nella sezione di riferimento del bacino piemontese, dopo essere state ben al di sopra della media storica per quasi tutto il 2024 fino ad ottobre, sono poi calate tra fine autunno e inizio inverno, e infine risalite ai valori medi a fine febbraio 2025.
Nell'immagine sopra: portate medie mensili osservate all’idrometro del Po a Isola Sant’Antonio e confronto con i valori medi calcolati sugli anni di funzionamento delle stazioni
Situazione delle falde
I valori di soggiacenza dei piezometri che attualmente forniscono dati in tempo reale, danno un’indicazione della tendenza del livello della falda nel rispettivo acquifero superficiale. Il mese di febbraio è stato caratterizzato da una soggiacenza inferiore alla media storica nell'area torinese e superiore alla media storica nel cuneese e nella bassa pianura vercellese-novarese. I valori, tuttavia, mostrano ovunque uno stato di salute generale delle falde superficiali monitorate.
Nell'immagine sopra: soggiacenza di febbraio 2025 di alcuni punti di monitoraggio della falda superficiale in Piemonte e confronto con i dati storici dello stesso mese