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Attualità | 05 marzo 2025, 06:44

Quaresima a Bra tra appuntamenti di preghiera, solidarietà e “fioretti”

A partire dal Mercoledì delle Ceneri, il 5 marzo, tutto quello che c’è da sapere

Quaresima a Bra tra appuntamenti di preghiera, solidarietà e “fioretti”

Dopo i bagordi del Carnevale inizia la Quaresima (quaranta giorni), tradizionalmente un periodo di preghiera, digiuno e penitenza in attesa della Pasqua.

In realtà dura 44 giorni e va dal Mercoledì delle Ceneri (che quest’anno è il 5 marzo) alla Messa (In Coena Domini) del Giovedì Santo (17 aprile). Nelle zone di Rito Ambrosiano, invece, la Quaresima dura esattamente 40 giorni e va dalla domenica che segue il martedì grasso (con il protrarsi del Carnevale fino al sabato della stessa settimana) al Giovedì Santo.

È un periodo “forte” in cui i credenti sono invitati a fare preghiere, sacrifici e rinunce. È proprio in vista di questi “fioretti” che emergono alcune espressioni entrate nella tradizione cristiana cattolica, come “Carnevale”, dal latino “carnem levare”, ossia “eliminare la carne”, o “Martedì Grasso”, l’ultimo giorno di Carnevale, in cui si può mangiare “di grasso”.

Come dice san Paolo, è «Il momento favorevole» per compiere «Un cammino di vera conversione» così da «Affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male», si legge nell’orazione colletta all’inizio della Messa del Mercoledì delle Ceneri.

Quest’anno, il tempo di Quaresima, proviamo a viverlo ancora come ha esortato il Santo Padre, chiedendoci: «Dove mi porta il navigatore della mia vita, verso Dio o verso il mio io? Vivo per piacere al Signore, o per essere notato, lodato, preferito, al primo posto, e così via? Quali sono le passioni disordinate, le “bestie selvatiche” che si agitano nel mio cuore? Per permettere alla voce di Dio di parlarmi al cuore e custodirlo nel bene, sto pensando di ritirarmi un po’ nel “deserto”, cerco di dedicare nella giornata qualche spazio per questo?».

La Quaresima è il tempo per dare una risposta.

Il colore viola della Quaresima

Il colore della Quaresima è il viola, di cui si tingono i paramenti sacerdotali, ricordando un momento particolare della passione di Cristo. Il significato è in parte legato al racconto dei Vangeli secondo cui i soldati romani, dopo la flagellazione, lo schernirono chiamandolo Re dei Giudei, vestendolo con un mantello porpora tendente al viola. Perché, già da prima della sua epoca, il viola era simbolo di regalità. Per esempio, in Esodo 26:1, leggiamo che a Mosè fu ordinato di fare il tabernacolo «Con dieci teli di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto». E in 2 Cronache 3:14 leggiamo che anche a re Salomone fu ordinato di decorare il tempio di Gerusalemme con teli di questo colore.

È a partire con il Messale Romano del 1570 e il Concilio di Trento che il viola viene definitivamente fissato come colore della Quaresima, ma anche dell’Avvento. Nella Domenica delle Palme e nel Venerdì Santo, il viola è sostituito dal rosso, per simboleggiare il sangue dei martiri e la potenza dello Spirito Santo. E nella Domenica di Pasqua il colore da indossare è il bianco, come segno di vita, di purezza, di gioia e di giubilo.

Un salto nel passato

La Quaresima è stata vissuta dalla chiesa cattolica sin dai primi secoli, come un cammino di rigida penitenza che iniziava con il rito penitenziale del Mercoledì delle Ceneri. Rito chiamato così, perché, durante la celebrazione il sacerdote pone sulle teste dei fedeli le ceneri benedette. Non si tratta di ceneri qualunque, ma di quelle ricavate dalla bruciatura dei rami di ulivo benedetti nella Domenica delle Palme, dell’anno precedente. L’invito in questo periodo è di esortare i fedeli al pentimento ed alla conversione. Ma il pentimento, da solo non basta, sono necessarie delle norme, delle regole, un tempo forse più sentite o addirittura temute: digiuno ed astinenza. Una povera alimentazione aiutava, infatti, a combattere le tentazioni e la concupiscenza della carne, favorendo l’ascesi e il dominio spirituale del corpo. L’astinenza, in particolare dalla carne, risale all’Antico Testamento e per alcune circostanze allo stesso mondo pagano.

Sacrificio e digiuno

Per buona parte della storia della Chiesa, la carne è stata scelta come sacrificio degno per via della sua associazione a feste e celebrazioni. Nelle culture più antiche la carne era ritenuta una prelibatezza e il “vitello grasso” non veniva ucciso a meno che non ci fosse qualcosa da festeggiare. Visto che il venerdì nel ricordo della passione e morte di Cristo era considerato un giorno di penitenza e mortificazione, mangiare carne di venerdì per “festeggiare” la morte di Cristo non sembrava opportuno.

Il digiuno si riferisce principalmente alla quantità di cibo, si fa un pasto completo e gli altri pasti della giornata molto leggeri, mentre l’astinenza riguarda ciò che si mangia. Il digiuno e l’astinenza devono essere osservati il mercoledì delle ceneri (e il primo venerdì di quaresima per il rito ambrosiano) e il venerdì della passione e morte del Signore nostro Gesù Cristo; sono consigliati il sabato santo sino alla veglia pasquale. Al digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni sino al 60° anno iniziato; alla legge dell’astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.

Il modello, da cui discende la pratica del digiuno e in genere tutte le tecniche di dominio del corpo e degli istinti, è l’imitazione del digiuno di Gesù nel deserto di Gerico per quaranta giorni: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4).

Fioretti quotidiani

Non ci sono solo le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera, ma sono ancora tante le persone che, in questo periodo, rispettano i “fioretti”, piccole rinunce quotidiane. La Conferenza Episcopale Italiana (l’assemblea di tutti i vescovi) nelle sue “disposizioni normative” del 1994, afferma che può essere opera penitenziale l’astenersi da cibi particolarmente desiderati o costosi, dal fumo o dall’alcol, oppure è possibile fare un atto di carità spirituale o corporale. Ancora la lettura di un brano della Sacra Scrittura, un maggior impegno nel portare il peso delle difficoltà della vita. Anche la rinuncia ad uno spettacolo o divertimento, alle spese destinate per le feste popolari (soprattutto quelle religiose), rinunciare al lavoro frenetico che non lascia tempo per riflettere e pregare, al consumo eccessivo dei mezzi di comunicazione che può creare dipendenza e ostacolare la riflessione personale e il dialogo in famiglia. (CEI, Norme per l’applicazione della costituzione apostolica “Paenitemini” 2,4). Questa interpretazione della legge manifesta chiaramente come il culto cristiano non consista nell’osservanza materiale di una legge, ma nella verità dei gesti e delle parole.

Tempo di grazia

Se è vissuta con un atteggiamento consapevole, la Quaresima diventa davvero, come ha scritto papa Francesco: «Un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli», ma soprattutto «Un tempo di grazia» e di attenzione agli altri. Perché, dice il Pontefice, quando «Noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri», e questa «Indifferenza verso il prossimo e verso Dio è una reale tentazione anche per noi cristiani». Pensiamo all’importanza di un gesto di carità che ci porta a comprendere le necessità dell’altro, riconoscendo che siamo tutti poveri di qualcosa e bisognosi dell’altro. La Quaresima ci fa scoprire la bellezza del silenzio che possiamo fare nelle nostre vite.

Il significato della Quaresima

«Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris». «Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai», dice Dio ad Adamo dopo il peccato originale (Genesi 3,19) per ricordare che sulla terra siamo solo di passaggio. In passato, era questo passo tratto dal libro della Genesi a scandire il rito delle Ceneri cosparse dal sacerdote sul capo dei fedeli alla fine del rito liturgico che abbiamo da poco celebrato. L’ammonimento che ricorda la “fragilità” della vita è stato sostituito, dopo il Concilio Vaticano II, con la formula «Convertitevi e credete al Vangelo» per sottolineare il cammino verso il Signore. Una strada «Lunga e faticosa che a percorrerla non bastano i quaranta giorni, ma tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala», come scriveva don Tonino Bello.

Il numero 40

Quaranta è un numero simbolico che ricorre spesso nella Bibbia. Gesù passò 40 giorni nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima di iniziare la sua predicazione. Furono 40 i giorni di digiuno e di tentazioni. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni e le notti del diluvio universale, quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona. Altri 40 saranno quelli che passeranno tra la risurrezione e l’ascensione di Gesù.

Quaresima a Bra

Anche quest’anno a Bra non mancheranno proposte comunitarie per vivere questo tempo fatto di momenti di preghiera e di sostegno alle iniziative della diocesi e dell’unità pastorale a favore dei più bisognosi.

Quaresima di fraternità

Al fine di valorizzare in senso concreto la pratica del digiuno, a cui i cristiani sono chiamati nel giorno delle Ceneri, in quello del Venerdì Santo e dell’astinenza nei Venerdì di Quaresima, si ricorda l’iniziativa di colletta alimentare attraverso il cesto della condivisione, presente nelle chiese cittadine. Le offerte e gli alimenti non deperibili che saranno raccolti verranno devoluti all’Emporio della Solidarietà (via Vittorio Emanuele II, 107), al fine di soddisfare i bisogni di persone e famiglie in difficoltà.

Quaresima di preghiera

Nel tempo della Quaresima 2025 siamo invitati a vivere gli impegni della preghiera, della penitenza e dell’elemosina, con una speciale attenzione alla Terra Santa e ai luoghi del mondo martoriati dalla guerra. Pregare intensamente esprime il desiderio di sintonizzarsi con il desiderio di Dio, che il bene vinca il male e la vita vinca la morte.

Mercoledì delle Ceneri

Con il Mercoledì delle Ceneri, che quest’anno cade il 5 di marzo, la Chiesa braidese inizia il cammino quaresimale del Giubileo in preparazione alla Pasqua. È un periodo “forte” in cui i credenti sono invitati a fare preghiere, sacrifici e rinunce. È proprio in vista di questi “fioretti” che emergono alcune espressioni entrate nella tradizione cristiana, come “Carnevale”, dal latino “carnem levare”, ossia “eliminare la carne”, o “Martedì Grasso”, l’ultimo giorno di Carnevale, in cui si può mangiare “di grasso”.

In attesa del giorno in cui si celebrerà la risurrezione di Cristo, l’Unità Pastorale 50 (Bra, Bandito, Sanfrè) ha reso noto l’orario delle funzioni delle ceneri: Sant’Antonino Martire ore 8.30; Sant’Andrea Apostolo ore 21; Salesiani ore 18; Santa Maria degli Angeli (Fratini) ore 7 e ore 8; Clarisse ore 18; Pietro e Paolo (Sanfrè) ore 17.30 e ore 20.45; Santuario giubilare della Madonna dei Fiori ore 8 e ore 18.30.

Confessioni in Santuario antico: il mattino dalle 8.30 alle ore 10.30 circa (dal lunedì al sabato), il pomeriggio dalle 16.30 alle 18.00 (dal lunedì al venerdì); Confessioni in Santuario nuovo durante la Messa prefestiva delle ore 17.30 e la domenica durante le Messe delle ore 10.30 e delle ore 17.30.

Venerdì di Quaresima

I venerdì di Quaresima 14, 21, 28 marzo e 4 aprile, alle ore 20, nella chiesa di San Giovanni Battista, si terranno incontri che metteranno al centro: meditazione della Parola di Dio; proposta della cena di digiuno; sacramento della confessione con la disponibilità di sacerdoti. Tutti i venerdì di Quaresima (7, 14, 21, 28 marzo, 4 e 11 aprile), presso il Santuario antico della Madonna dei Fiori sono in programma: ore 15 esposizione del Santissimo Sacramento e recita della Coroncina della Divina Misericordia, seguita dall’adorazione personale; ore 16.45 benedizione eucaristica e via Crucis tradizionale all’interno del Santuario; ore 17.30 Santa Messa.

Fede e tradizione

La Via Crucis cittadina con processione dell’Addolorata, in programma venerdì 11 aprile alle ore 20.30, chiama a raccolta tutta la comunità dei fedeli che potrà unirsi in fraternità in questo atto devozionale lungo le varie chiese del centro con partenza dalla chiesa dei Battuti Neri.

Festa di Pasqua

La Pasqua regola tutte le date del calendario festivo. Essa si festeggia in un giorno diverso ogni anno e si stabilisce in base ai cicli lunari. Cade nella domenica che segue il plenilunio successivo all’equinozio di primavera, il 20 o 21 marzo, secondo un sistema fissato durante il Concilio di Nicea.

La Pasqua si dice “bassa” se va dal 22 marzo al 2 aprile, “media” dal 3 al 13 aprile e “alta” fino al 25 aprile. Quest’anno la Pasqua è il 20 aprile, quindi alta.

Silvia Gullino

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