Durante il 2025 ACDA, ARPA, ASL e Regione Piemonte opereranno misurazioni approfondite degli acidi peftuorolachilici (PFAS) su tutte e 1.250 le sorgenti dell’arco Alpino (quindi da Ormea a Ostana, indicativamente). Intanto, quelle già effettuate hanno dato esito sostanzialmente negativo presentano dati anche al di sotto del livello di rilevabilità.
A darne conto nella serata di lunedì 3 marzo il direttore generale di ACDA Andrea Ponta e l’ingegner Fabio Monaco, protagonisti della commissione congiunta I e III convocata in sala Consiglio.
L’argomento è stato toccato nelle fasi conclusive dell’incontro (che ha riguardato soprattutto l’illustrazione del progetto PNRR da 26 milioni di euro attivo sulla rete idrica provinciale). “Con tutti gli altri attori ci muoviamo come un sol uomo sul tema, cercando di mantenere le concentrazioni sotto controllo – ha assicurato Ponta -. Per fortuna non abbiamo valori rilevanti come quelli scoperti nella zona di Bardonecchia, per esempio, davvero preoccupanti”.
La discussione in Consiglio
Nel Consiglio comunale di febbraio Luciana Toselli ha presentato un’interpellanza sull’argomento PFAS, sostanze chimiche usate in processi industriali e prodotti di largo consumo che si accumulano negli ambienti e che sono associate a gravi rischi per la salute umana: la consigliera dei Beni Comuni ha chiesto lumi all’amministrazione comunale relativamente all’eventuale monitoraggio di queste molecole.
A risponderle ci aveva pensato la sindaca Patrizia Manassero, che ha sottolineato come la normativa che determina i limiti relativamente alla presenza di queste molecole entrerà effettivamente in vigore soltanto a gennaio 2026 ma che nonostante questo il controllo e il monitoraggio degli acquedotti e delle fonti di captazione fosse stato attivato.
“In questo senso le analisi hanno sempre conferito valori numeri sotto i livelli previsti come limite – ha commentato la sindaca -. Le prossime rilevazioni verranno messe a disposizione del pubblico sul sito dell’ACDA: il tema è importante, contrastare e contenere la presenza di questi inquinanti è una delle sfide più importanti del nostro futuro”.