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Attualità | 04 marzo 2025, 12:30

Intorbidimento del Gesso, ACDA attende i fondi per il nuovo impianto di microfiltraggio: “Territorio fragile ma lavoriamo pancia a terra”

Il direttore generale Ponta e l’ingegner Monaco hanno assicurato ieri, in commissione consiliare, la buona posizione della società nella classifica nazionale per l’accesso ai fondi. Intanto proseguono i monitoraggi su tutte le fonti del territorio

La visita del novembre scorso all'area della grotta del Bandito - foto: Simone Giraudi

La visita del novembre scorso all'area della grotta del Bandito - foto: Simone Giraudi

Per sperare di poter dare risoluzione effettiva ai problemi di intorbidimento delle acque della sorgente del Bandito si sta ancora attendendo lo sblocco effettivo del finanziamento ministeriale – dell’entità generale di 14,9 milioni di euro -, ma il direttore generale Andrea Ponta e il direttore appalti Fabio Monaco di ACDA rassicurano sulla buona posizione in graduatoria dell’azienda cuneese dell’acqua. 

L’occasione per farlo è stata la commissione congiunta di lunedì 3 marzo, in cui hanno incontrato i commissari della I e III, la sindaca Patrizia Manassero, il vicesindaco Luca Serale e il presidente del Consiglio Marco Vernetti.

L’evento dell’agosto 2024, il limo e l’ipotesi di risoluzione del problema
Nonostante il cuore dell’incontro fosse l’illustrazione delle ricadute cittadine del progetto PNRR legato alla rete idrica, Ponta e Monaco hanno voluto fare riferimento alla questione – di fatto, ancora aperta – della sorgente del Bandito e dell’evento dell’agosto 2024 in cui l’intorbidimento delle sue acque ha portato a gravi disservizi in tutta la cintura cuneese.

Com’è ormai ben noto l’evento in questione ha visto la caduta sul territorio di piogge d’intensità inaspettata. E la “reazione”, altrettanto inaspettata, della sorgente del Bandito – forse a causa di un ramo secondario del torrente Gesso che si attiverebbe quando l’acqua raggiunge gli 1.30 metri d’altezza – che ha portato all’intorbidimento dei 600 litri d’acqua al secondo che proprio dalla sorgente del Bandito arrivano al ripartitore locale (che, a sua volta, serve una buona parte dei 120 mila utenti ACDA).

Lo scorso novembre le commissioni I e V hanno realizzato una visita alle grotte del Bandito e al ripartitore, nel quale proprio i vertici ACDA avevano sottolineato come l’evento agostano avesse cambiato del tutto i paradigmi d’analisi e intervento: “L’intorbidimento di oggi è diverso da quello del passato perché si configura tramite il limo e non la sabbia, ed è quindi più difficile da analizzare e trattare – avevano detto il presidente Livio Quaranta, Ponta e Monaco -. Servono altri paradigmi, altre soluzioni, e serve tempo per studiare il problema. Ma soprattutto serve un nuovo impianto di microfiltrazione dal costo di circa sei milioni di euro. Se arriva il finanziamento, l’ipotesi è concludere il problema entro i prossimi due anni”.

“Ora siamo fragili ed esposti. Ma siete in buone mani”
Durante la commissione di lunedì Monaco e Quaranta hanno confermato le speranze nello sblocco dei fondi ministeriali sottolineando come “la tecnologia della microfiltrazione sia l’unica che ci permette di garantire una distribuzione regolare agli utenti che rimanga all’interno dei parametri di legge”.

Conosciamo l’importanza che la sorgente del Bandito conserva per la città e il territorio e purtroppo il pericolo d’intorbidimento è ancora sul tavolo – hanno aggiunto -. Stiamo procedendo con l’iter ministeriale e proseguiamo con i nostri monitoraggi sui due rami del torrente Gesso, senza tralasciare alcun fattore. Siamo fragili ed esposti ma non per inerzia; serve essere chiari senza generare allarmismo. Siete in buone mani”.

Simone Giraudi

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