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Schegge di Luce | 02 marzo 2025, 07:14

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi di don Maurizio Penna

Commento al Vangelo del 2 marzo 2025, VIII domenica del Tempo Ordinario

“La pagliuzza negli occhi”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

“La pagliuzza negli occhi”, disegno dell’artista braidese Pinuccia Sardo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (Lc 6,39-45).

Oggi, 2 marzo 2025, la Chiesa giunge alla VIII domenica del Tempo Ordinario (Anno C, colore liturgico verde).

A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Maurizio Penna, viceparroco della Cattedrale di Alba e dell’Unità pastorale del Centro storico, Direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale Giovanile e Vocazionale.

Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole che si uniscono al bel disegno dell’’artista braidese Pinuccia Sardo per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Gesù trasmette molti insegnamenti con le parabole, strumento che gli consente di offrirci messaggi carichi di una sapienza eterna, di indicazioni per vivere una vita orientata al bene, cioè orientata ad imitare Lui, che è il nostro Maestro.

Oggi è sempre più frequente (per noi occidentali benestanti) far riferimento a mille figure differenti per il nostro benessere fisico, psicologico, psicofisico e in questo ci lasciamo guidare a volte da professionisti, a volte invece andiamo dietro a personaggi improvvisati sui social, a volte anche pericolosi o dannosi. Gesù ci dice di non seguire queste “guide cieche”, perché ci porteranno a cadere nel fosso con loro.

Il Signore ci ricorda inoltre di non essere ipocriti nel voler essere guide o giudici del nostro prossimo, se prima non ci siamo lasciati guidare o giudicare da Lui. Per noi Cristiani il modello di riferimento a cui voler assomigliare infatti è Lui e Lui solo, né cantanti, né modelli, né altri, ma Lui solamente.

Se vorremo assomigliare al Signore Gesù, Egli genererà nel nostro cuore un tesoro buono, che potremo condividere con gli altri; Egli ci renderà come un albero buono che produce frutti buoni. Egli è la sorgente della bontà e dunque solamente scegliendo il Signore come unico Maestro potremo anche noi crescere nella bontà, rimuovere le incrostazioni di male che abbiamo in noi, generare a nostra volta bontà e guidare anche altri all’incontro con Lui.

Dobbiamo tornare a riconoscere al Signore Gesù il Suo ruolo e la Sua missione di nostro Maestro, di Maestro Buono venuto per aprirci gli occhi, per liberare i nostri occhi dalle travi del peccato e del giudizio, per arrivare poco alla volta a vedere con gli occhi aperti il volto misericordioso del Padre.

silvia gullino

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