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Economia | 27 febbraio 2025, 07:01

Cereali Kellogg’s al gusto di Nutella? Il gruppo Usa ultima mira dell'albese Ferrero

Lo scorso anno l’operazione da 32 miliardi di dollari messa a segno da Mars. Ora è la multinazionale presieduta da Giovanni Ferrero a valutare l’acquisto di quanto rimasto dallo spezzatino dello storico marchio

Lo stabilimento Ferrero di Alba

Lo stabilimento Ferrero di Alba

Prosegue senza sosta la crescita internazionale del gruppo Ferrero. Mentre nei giorni scorsi la famiglia industriale albese ha ricordato i dieci anni dalla scomparsa del suo fondatore, il cavalier Michele, avvenuta il 14 febbraio 2015, la multinazionale ora guidata dal figlio Giovanni, presidente esecutivo di Ferrero International Sa, ha da poco comunicato i numeri di un ultimo bilancio di esercizio chiuso con un fatturato globale in crescita dell’8,9% a 18,4 miliardi di euro.

Una stagione di ulteriore crescita raggiunta "nonostante le continue turbolenze che l’industria sta affrontando", a partire da quelle legate all’importante crescita fatta registrare dai costi delle materie prime, con le quotazioni di cacao e caffè in particolare che iniziano a scontare pesantemente gli effetti del cambiamento climatico.

Secondo il gruppo a trainarne i risultati economici negli ultimi dodici mesi hanno positivamente inciso "il lancio di Nutella Ice Cream, il primo gelato confezionato a marchio Nutella, che ha guidato la crescita della categoria dei gelati"; poi "l’ulteriore espansione nella categoria dei biscotti, con il lancio di Kinderini in mercati chiave". Ancora, "il successo del lancio dei marchi Eat Natural e FULFIL in ulteriori mercati europei", illustrando come Ferrero stia soddisfacendo "le mutevoli tendenze dei consumatori e la crescita della categoria better-for-you".

A supportare tale crescita, il costante dato di investimenti sugli impianti attestati a quota 958 milioni di euro. "Al fine di supportare l’espansione geografica e del portafoglio, il Gruppo sta lavorando duramente per aumentare la propria capacità produttiva", si faceva sapere nei giorni scorsi citando tra i diversi fronti di tale impegno l’apertura del primo impianto di lavorazione del cioccolato del Gruppo negli Stati Uniti: il nuovo stabilimento realizzato a Bloomington, Illinois, dove Ferrero produrrà coi marchi Kinder, Rocher, Butterfinger e Crunch, e dove è stato anche realizzato un nuovo impianto di produzione di Kinder Bueno; poi l’ammodernamento dell’impianto produttivo di Stadtallendorf, in Germania, e il potenziamento della capacità di approvvigionamento e lavorazione delle nocciole in Cile.

Ad affiancare tale sforzo potrebbe essere ora una nuova importante acquisizione, un ulteriore passo nella direzione di quella crescita per linee esterne da tempo tracciata da Giovanni Ferrero e messa in atto dal ceo Lapo Civiletti e dal chief financial officer Daniel Martinez Carretero come un nuovo paradigma per lo sviluppo dell’azienda di Alba .

Uno shopping che prosegue ormai da diversi anni (ultime in ordine di tempo le barrette Power Crunch) e che ha popolato di nuove referenze l’ormai affollato giardino delle controllate di Ferrero International Sa o della società gemella Cth Invest (leggi qui).

A queste si aggiungerebbe ora un nuovo importante tassello se troveranno conferma le indiscrezioni che vogliono il gruppo della Nutella interessato ad acquisire Wk Kellogg, azienda specializzata in cereali nata nel 2023 dopo la separazione in due rami del colosso Usa Kellogg’s.

A darne conto è la testata Bakery & Snacks, che ha correttamente ricordato come nel 2019 Ferrero avesse già sborsato 1,3 miliardi di dollari per rilevare da Kellogg’s i suoi marchi di snack e biscotti Usa, ovvero Keebler, Famous Amos, Mother’s, Murray Little Brownie Bakers, Stretch Island e Fruity.

L’operazione ora allo studio di Ferrero viene collegata dagli osservatori a quella che lo scorso anno ha avuto per protagonista Kellanova, l’altro ramo aziendale nato dalla separazione di Kellogg’s, acquisita dalla Mars per quasi 32 miliardi di euro, dando vita a una delle più grandi aggregazioni viste nel settore alimentare nell’ultimo decennio.

Ezio Massucco

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