Ora è ufficiale: la convenzione per la gestione "in house" della Farmacie Comunali srl – società totalmente pubblica che gestisce le cinque farmacie del Comune di Cuneo – verrà rinnovata con un anno di anticipo sulla scadenza, teoricamente fissata per il 2026, dando quindi risposta affermativa alla richiesta avanzata dall’amministratore Davide Dalmasso.
La decisione è stata ratificata nell’ultima riunione del Consiglio comunale della città capoluogo, dove l’argomento è stato introdotto dalla stessa sindaca Patrizia Manassero. Che ha spiegato le ragioni della richiesta. “Nell’occasione di un investimento importante sull’esercizio del quartiere San Paolo, pur di importo contenuto perché compreso tra i 100 e i 120mila euro, l’amministratore ha sondato il terreno, con l’unica ragione di operare un ammortamento più ‘agile’ dell’investimento stesso”.
Il rinnovo conferma quindi la natura totalmente pubblica della srl per i prossimi dieci anni, e aumenta il canone annuo di affitto a 300mila euro.
“La società si sta comportando bene dal punto di vista della tenuta generale di bilancio e la farmacia del San Paolo è parte del centro commerciale recentemente ristrutturato, un’area in cui crediamo come fonte di vitalità per l’intero quartiere – ha aggiunto ancora la sindaca -. Tanto che sono ancora in previsione due interventi: la riqualificazione dei locali adiacenti alla farmacia che ospiteranno la biblioteca per ragazzi di quartiere, e la creazione di un centro di aggregazione dedicato a ragazzi e adolescenti”.
Il ruolo sociale delle farmacie: connessione o “riempitivo”?
L’argomento – come sottolineato più volte in sede di Consiglio – era già stato affrontato nei giorni precedenti in una commissione consiliare specifica. A intervenire durante il dibattito sono stati gli stessi due consiglieri che avevano preso parola in quell’occasione: Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) e Giancarlo Boselli (Indipendenti).
Il primo ha annunciato l’astensione del proprio gruppo: “L’anticipo della scadenza a fronte di un investimento così modesto nell’entità mi convince poco – ha detto -. Personalmente però sono più preoccupato rispetto alla funzione sociale dell’esercizio farmacia: non può essere usato come un riempitivo ingiustificato, ma come spunto per dare strumenti e ‘formare’ la cittadinanza che ne ha più bisogno, lavorando sulla connessione tra quest’ultima e l’esercizio stesso”.
Gli Indipendenti, invece, si sono schierati nettamente contro la delibera: “Gestire cinque farmacie per la nostra amministrazione è un impegno non da poco ma riteniamo sia possibile fare meglio di quanto si sta già facendo – ha detto Boselli -. Concordo però che vada capito meglio che s’intende per ruolo sociale delle farmacie, in un momento storico in cui esercizi di questo tipo si sono davvero ampiamente sviluppati; una farmacia come motivo di ‘animazione’ di un luogo altrimenti degradato non ha granché senso, il ruolo sociale dev’essere collegato a una dimensione imprenditoriale con una logica propria. Crediamo poi, a livello economico, sia necessario un’analisi singola per ognuno dei cinque soggetti: il sistema potrà anche reggere se alcune sue parti non lo fanno, ma è sintomo comunque di un errore”.
La delibera è stata approvata con 18 favorevoli, quattro contrari e quattro astenuti.