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Attualità | 26 febbraio 2025, 18:23

Andrea Bodrero: racconta i carri allegorici di Lagnasco nel libro “Campoma via ij sagrin”

La storia di quasi 30 anni delle allegorie del carnevale lagnaschese rivivono tra ricordi e amicizia nel testo che sarà presentato in paese lunedì 3 marzo alle 21 al Gianet’s Bar

Lagnasco: un carro degli anni '90 alla sfilata del Carnevale di Saluzzo

Lagnasco: un carro degli anni '90 alla sfilata del Carnevale di Saluzzo

Il lagnaschese Andrea Bodrero, classe 1967, operaio con una grande passione per la scrittura, si affaccia al mondo letterario con la sua prima pubblicazione: “Eravamo Giovani e belli. Campoma via ij sagrin - la storia del carro a di Lagnasco dal 1998 al 2005”.

Un libro che nasce dalla voglia di raccontare un'avventura vissuta intensamente, fatta di amicizia, sacrificio e tanto divertimento.

La presentazione si terrà lunedì 3 marzo alle 21 al Gianet’s Bar di Lagnasco.

Sarà un'occasione per condividere ricordi e aneddoti legati a un periodo che ha lasciato un segno nel paese.

Il libro non è solo il frutto della penna di Bodrero, ma anche della collaborazione di tanti amici che hanno vissuto in prima persona l'esperienza della costruzione del carro allegorico e del gruppo mascherato che lo accompagnava.

Tra coloro che hanno contribuito con racconti e testimonianze: Romano Boglio, Mauro Rivoira, Patrizia Pairasso, Barbara Battisti, Matteo Peirone, Beppe Ribotta, Roby Dalmazzo e Oscar Fiore.

Com’ è nata l’idea di scrivere questo libro dopo quasi trent'anni dalla realizzazione del primo carro?

È nata dalle serate tra amici, in cui si finiva sempre a raccontare episodi di quel periodo. Ho sentito il bisogno di mettere tutto nero su bianco per non perdere quei ricordi”.

Com'è stato rievocare quei momenti?

“Emozionante e divertente. Ho ritrovato il calore di un gruppo unito dalla passione per il carnevale. E ricordare certi episodi mi ha fatto sorridere come se li stessi vivendo di nuovo.

Nel libro ha voluto far tornare alla memoria anche chi purtroppo non c’è più. Qual è il suo ricordo di Flavio Piola?

"Flavio era una di quelle persone che sapevano rendere tutto più speciale. Sempre pronto a dare una mano, con il sorriso e l’energia giusta per affrontare qualsiasi difficoltà. Il suo entusiasmo era contagioso, e ha lasciato un segno profondo nel nostro gruppo. Ricordarlo nel libro è stato il minimo che potessi fare per onorare la sua amicizia e il suo contributo alla nostra avventura".

Qual è stato il momento più difficile nella realizzazione dei carri?

Sicuramente la logistica. Il trasporto e il montaggio erano un'impresa, senza contare le difficoltà nel reperire un capannone ogni anno per la costruzione”.

Quanto è stato importante il coinvolgimento del paese in questa avventura?

"Fondamentale. Senza l’aiuto di tante persone, il carro non sarebbe mai nato. Ognuno ha contribuito con il proprio talento: chi sapeva saldare, chi dipingeva, chi disegnava e cuciva i costumi chi semplicemente portava il caffè nelle nottate di lavoro. È stato un grande lavoro di squadra che ha unito ancora di più i lagnaschesi".

Se dovessi descrivere in tre parole cosa ha rappresentato per lei questa esperienza, quale sceglierebbe?

"Amicizia, follia e soddisfazione".

Racconta anche delle difficoltà incontrate. Ce n’è stata una che ti ha fatto pensare di mollare tutto?

"Forse l’anno in cui abbiamo avuto più problemi con il capannone. Era difficile trovare un posto adatto e ad un certo punto ci siamo chiesti se ne valesse ancora la pena. Ma la passione ha avuto la meglio, e siamo andati avanti con ancora più determinazione".

Nel libro si parla anche di musica. Che ruolo ha avuto?

Fondamentale! La musica ci ha accompagnato in ogni sfilata, scandendo il ritmo del nostro entusiasmo. Ho creato una playlist su Spotify, "Carro di Lagnasco", per rivivere quelle emozioni”.

Ha già in mente un nuovo progetto editoriale?

Sì! Sto per pubblicare un romanzo giallo ambientato a Cuneo. Sarà un'opera molto diversa da questa, ma spero che possa coinvolgere chi ama il genere”.

Anna Maria Parola

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