Si chiamano acidi peftuoroalchilici (PFAS) ma sono anche conosciuti come “inquinanti eterni”, sostanze chimiche usate in processi industriali e prodotti di largo consumo che si accumulano negli ambienti e che sono associate a gravi rischi per la salute umana. Queste molecole sono state al centro – nella serata di ieri (lunedì 24 febbraio) – del Consiglio comunale della città di Cuneo grazie a un’interpellanza presentata da Luciana Toselli (Cuneo per i Beni Comuni), incentrata proprio sull’eventuale monitoraggio operato dagli organi competenti sulla loro presenza nell’acqua potabile.
Toselli ha citato, nel proprio intervento, un report del settembre-ottobre 2024 operato da GreenPeace, che ha analizzato 50 sostanze invece delle “normali” 24, indicando la molecola inquinante TFA come la più diffusa sul pianeta: nella classifica italiana legata alla sua presenza nelle acque potabili minerali, Cuneo è in cima. “Emerge un quadro non rassicurante – ha detto la consigliera -, milioni di italiani sono esposti a queste sostanze tramite l’acqua pubblica e i governi, negli anni, non hanno mai davvero affrontato il problema tanto che l’Italia non figura tra i paesi promotori dell’introduzione di un divieto per l’uso e la produzione di queste sostanze. Ci chiediamo quindi se l’amministrazione e l’ARPA stiano o meno proseguendo nel monitoraggio delle molecole PFSA e TFA”.
A presentare la risposta la sindaca Patrizia Manassero, che ha sottolineato come la normativa che determina i limiti di queste molecole trovi origine da una direttiva europea del 2020 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano recepita dal Parlamento nel 2023 e che entrerà in vigore a gennaio 2026. Ma, nonostante questo, controllo e monitoraggio negli acquedotti e nelle fonti di captazione lo si stia già portando avanti assieme ad ACDA, ASL e ARPA dal 2024.
“In questo senso le analisi hanno sempre conferito valori numeri sotto i livelli previsti come limite – ha detto Manassero -: le PFSA, a febbraio 2024, si attestava sugli 0,05 microgrammi a fronte di un limite massimo di 0,10. Relativamente alla TFA centro nazionale per la sicurezza delle acque ha pungolato il Ministero in merito alla definizione di un limite specifico parametrico per le acque a consumo umano. Le prossime rilevazioni verranno messe a disposizione del pubblico sul sito dell’ACDA: il tema è importante, contrastare e contenere la presenza di questi inquinanti è una delle sfide più importanti del nostro futuro”.