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Cronaca | 21 febbraio 2025, 07:00

Locale di piazza Boves chiuso per 15 giorni dal Questore, i titolari: "Contro di noi una persecuzione"

Marito e moglie, entrambi stranieri, hanno aperto il Prestige, uno shisha bar, ad aprile del 2023. Dopo nemmeno un anno, gli è stata imposta la chiusura a mezzanotte con apposita ordinanza. Ma, ci dicono, "da noi i primi clienti arrivano alle 11 di sera"

Locale di piazza Boves chiuso per 15 giorni dal Questore, i titolari: "Contro di noi una persecuzione"

"Togliamo tutti i mobili e ce ne andiamo. Cosa dobbiamo fare? Questa è una persecuzione!". 

Sono affranti di fronte alla notifica del provvedimento di chiusura del Prestige, locale che gestiscono in piazza Boves, a Cuneo, dall'aprile del 2023. 

Lui è un egiziano di 42 anni, Reda Elsoghayer, di professione macellaio e, da poco più di un anno e mezzo, titolare dello shisha lounge bar aperto al posto dell'ex Garage. 

Sua moglie, Gina Ayala Cueva, è sudamericana, Ecuador, e ha 41 anni. Hanno quattro figli. 

Abitavano a Montanera e, dopo l'inizio del nuovo lavoro, si sono trasferiti a Cuneo. Mai avrebbero immaginato di avere - e di creare - tutti questi problemi.

"Non ne avevamo idea, non sapevamo della situazione della piazza, dello spaccio, delle risse... paghiamo 3 mila euro al mese di affitto, 20 mila all'anno di spese condominiali, siamo pieni di debiti. Ci fanno chiudere a mezzanotte, quando i primi clienti entrano alle 23. Se lo avessimo anche solo immaginato, non avremmo mai aperto". 

La verità, come spesso accade, è un punto di vista. Violazioni ce ne sono state, clienti pregiudicati anche, ma - spiegano - "abbiamo chiesto in tutti i modi, in Comune, in Questura, di dirci cosa e come fare per rispettare la convivenza con tutti e poter lavorare in serenità". 

Persecuzione è la parola che usano più spesso.

"Ci hanno imposto di chiudere a mezzanotte. L'ordinanza scadeva il 31 dicembre del 2024. Già ad ottobre avevamo mandato mail per chiedere se ci sarebbe stata una proroga. Nessuno ci ha mai risposto. Alle 21 del 31 dicembre, con una cena prenotata per cento persone, ci hanno notificato la proroga dell'ordinanza fino a gennaio 2026. Avrei dovuto, alle 21 dell'ultimo dell'anno, chiudere a mezzanotte e mandare tutti via. Mi sono rifiutata", ci dice la signora Ayala Cueva. Che sa che dovrà annullare la cerimonia prenotata per domenica, un battesimo. Perché il locale è stato chiuso per 15 giorni. 

"Abbiamo un preventivo per l'insonorizzazione del locale, lo abbiamo presentato. Nessuno ci ha risposto. Abbiamo dei buttafuori. Non siamo noi il problema. L'ordinanza di chiusura dice espressamente che la situazione della piazza non è migliorata. Non è servito a niente farci chiudere a mezzanotte per un anno. Eppure dovremo continuare a farlo fino al 2026. Abbiamo chiesto di poter tenere aperto fino alle 2 almeno. Noi così non lavoriamo. Ci dicano cosa dobbiamo fare e lo faremo. Ma qualcuno venga a parlarci, noi siamo disposti a recepire qualunque richiesta, per la sicurezza di tutti e per poter lavorare. Siamo una famiglia, questo è il nostro lavoro", rincarano. 

"Il nostro locale non si presta ad essere un bar per le colazioni o per i pranzi. Chi viene qua sotto di giorno? La nostra attività è serale e notturna, ma qui non si può lavorare. Tornassimo indietro, non apriremmo più. Qui non ci vogliano. A questo punto, che ci chiudano per sempre".

Barbara Simonelli

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