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Attualità | 21 febbraio 2025, 07:10

Esportazione di armamenti, Beni Comuni e Cuneo Mia pungolano il Comune: "Ci si schieri contro il tentativo del governo di limitare i controlli"

Sturlese, Toselli, Fierro e Bongiovanni chiedono al Consiglio di confermare l'adesione alla campagna nazionale “Basta favori ai mercanti d’armi”. Se ne parlerà lunedì e martedì in sede di assemblea

Il Consiglio comunale di Cuneo - foto di repertorio

Il Consiglio comunale di Cuneo - foto di repertorio

Arrivano anche a Cuneo le critiche al ddl di iniziativa governativa dedicato alla modifica sulla legge 185, che regola le esportazioni di armamenti dall’Italia: i consiglieri comunali dei gruppi di minoranza Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia hanno infatti presentato un ordine del giorno comunitario, richiedendo al Comune – e, quindi, al capoluogo – di schierarsi con forza contro il ddl, aderendo alla campagna “Basta favori ai mercanti d’armi”.

Un po’ di storia. La legge 185 è stata approvata nel 1990 a seguito di una forte mobilitazione sociale e – all’epoca, per la prima volta - inserisce criteri non economici nella valutazione di autorizzazione delle vendite estere di armi italiane: negli anni non è stata comunque in grado di frenare l’esportazione di sistemi militari con impatti negativi, pur permettendo di svelare all’opinione pubblica italiana i dettagli di un mercato solitamente opaco.

Il nuovo ddl presentato a marzo dell’anno scorso alle commissioni competenti della Camera dei Deputati – e alla cui approvazione mancherebbe ormai soltanto il passaggio parlamentare – viene indicato dagli scriventi come autore di “una modifica peggiorativa della norma che regolamenta la vendita all’estero di sistemi d’arma già giudicata preoccupante da diverse organizzazioni della società civile italiana, che hanno evidenziato l’intenzione di indebolire il controllo sulle vendite all’estero di armi, esplicitata già da anni da alcuni gruppi di potere e pressione legati all’industria militare: esponenti della Rete Italiana Pace e Disarmo sono intervenuti nel dibattito al Senato con considerazioni e proposte purtroppo attualmente rigettate e ignorate da parte del governo”.

La mobilitazione ‘Basta favori ai mercanti d’armi’ che attualmente attraversa il Paese chiede che a reintroduzione del Comitato Interministeriale non si trasformi in un ‘via libera preventivo’ a qualsiasi vendita ma sia sempre bilanciato dall’analisi tecnica e informata degli Uffici preposti – proseguono i quattro consiglieri scriventi -, inserire nella norma nazionale un richiamo esplicito al Trattato sul commercio delle armi del 2014, migliorare la trasparenza complessiva sull’export di armi rendendo più completi e leggibili i dati della relazione al Parlamento, impedire la cancellazione integrale della parte della relazione annuale al Parlamento che riporta i dettagli dell’interazione fra istituti di credito e aziende militari, impedire l’eliminazione dell’Ufficio di coordinamento della produzione di materiali di armamento presso la Presidenza del Consiglio e reintrodurre la possibilità di ricevere informazioni sul rispetto dei diritti umani anche da parte delle organizzazioni non governative riconosciute”.

Risulta opportuno che il Comune si unisca alla voce della società civile che non vuole rassegnarsi al fatto che sia solo il profitto di pochi a dover guidare la scelte sull’export di armi; serve migliorare, e non peggiorare, le normative sulle vendite all’estero dei sistemi d’armamento” concludono i gruppi.

Insomma, la richiesta al Consiglio è di sostenere la campagna di protesta e segnalare la presa di posizione della città alla commissione Esteri e Difesa della Camera e a tutti i deputati e le deputate che dovranno poi votare il ddl in oggetto. L’ordine del giorno verrà discusso lunedì e martedì prossimo in sede di assemblea.

Simone Giraudi

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