Attualità - 21 febbraio 2025, 15:41

Metalmeccanici in sciopero a Cuneo: "Federmeccanica deve ascoltarci"

In corso Dante la mobilitazione per il rinnovo del contratto: lavoratori e RSU in piazza per salario e diritti

La mobilitazione in corso Dante a Cuneo

I lavoratori metalmeccanici sono scesi in piazza, questa mattina a Cuneo per chiedere il rinnovo del contratto nazionale e migliori condizioni economiche. Erano circa 200 tra RSU e lavoratori, provenienti da diverse aziende del territorio, riuniti in Corso Dante per un presidio organizzato da Fim, Fiom e Uilm. L’iniziativa rientra nel pacchetto di otto ore di sciopero proclamato dai sindacati, dopo la chiusura di Federmeccanica e Assistal su ogni ipotesi di aumento salariale e riduzione dell’orario di lavoro.

"Offrono un euro netto in più al giorno per un quinto livello professionale, un operaio specializzato" ha spiegato Paolo Giordanengo, segretario aggiunto di Uilm Cuneo e RSU in Alstom Savigliano. "Non stiamo parlando di un adeguamento all’inflazione, ma di un elemosina . Eppure, mentre ci offrono questa cifra, ci dicono anche che gli scatti di anzianità non verranno più conteggiati per il calcolo della paga oraria di straordinari e turni. In sostanza, da una parte danno   e dall’altra tolgono". A questa ingiustizia si aggiunge il fatto che la stessa controparte a noi propone aumenti dell'1,9% all' anno contro un 13% di aumento complessivo dato ai dirigenti il giorno dopo averci chiuso la porta in faccia".

I sindacati puntano il dito anche contro il tema della flessibilità. "Abbiamo chiesto la riduzione dell’orario di lavoro e ci hanno risposto che i lavoratori non fanno nemmeno tutte le ferie. Ma chi concede le ferie? Se l’azienda non le autorizza, il problema non è il dipendente. Ora addirittura vogliono che i permessi non goduti diventino di proprietà dell’azienda dopo due anni. È una cosa mai vista dal 1970".

Lo sciopero è stato indetto per difendere diritti fondamentali e fermare il tentativo di precarizzare ulteriormente il settore. "Il governo ha reso il lavoro precario ancora più vulnerabile e Federmeccanica si sente in diritto di chiedere meno regolamentazione nel nostro contratto. Noi, invece, vogliamo fissare limiti più stringenti per garantire stabilità ai lavoratori e alle loro famiglie ".  Infine, pesa l’incertezza del comparto automotive, con molte aziende in cassa integrazione. "Ci dicono che la crisi del settore va pagata dai lavoratori. Invece di trattare a livello nazionale, ci dicono di negoziare in azienda, ma poi le aziende rispondono che c’è un contratto nazionale. È un gioco al ribasso in cui a rimetterci siamo sempre noi".

La mobilitazione proseguirà nelle prossime settimane, con nuove iniziative di protesta. "Un milione e mezzo di metalmeccanici sta scioperando. Produciamo una parte importante del PIL italiano, ma sembra che nessuno ne parli e si interessi. Il governo in questa partita sta alla finestra, eppure, senza di noi, il Paese si ferma".

d.v.