A seguito di una seduta del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky ha preso qualche giorno fa la decisione di sanzionare pesantemente il suo predecessore ed altri soggetti di rilievo. Come riporta il sito Strumenti Politici, è parso chiaro a tutti che si è trattato di una mossa politica nella direzione delle prossime elezioni. In molti l’hanno criticata. Anzitutto, com’è ovvio, il diretto interessato Petro Poroshenko, presidente dal 2014 al 2019, che ha denunciato una persecuzione politica contro di lui. Già in passato è stato oggetto di procedimenti giudiziari che lo hanno danneggiato anche economicamente, essendo lui un magnate dell’industria dolciaria. Stavolta Poroshenko dice che la decisione è incostituzionale e le conseguenze negative ricadranno su chi l’ha presa, cioè Zelensky.
Non gradiscono quanto accaduto nemmeno gli esperti e i politologi ucraini come Volodymyr Fesenko, che parla di “febbre elettorale” e di aspettative popolari per la fine delle ostilità e lo svolgimento delle elezioni. Poi Oleksiy Haran, che spiega come l’attacco a Poroshenko vada a discapito dell’intero Paese senza dare grossi vantaggi a Zelensky. L’ex premier di Svezia Carl Bildt dice che queste nuove sanzioni danneggiano la reputazione di Zelensky presso gli alleati europei. Secondo lui è chiaramente solo una “vendetta politica”. Anche il sindaco di Kiev Vitali Klitschko si è recentemente scagliato contro l’amministrazione presidenziale, accusandola di interferire con le sue decisioni nel lavoro dell’amministrazione comunale. Il giornale ucraino Kyiv Independent sostiene che con questo “attacco all’opposizione” Zelensky abbia di fatto avviato la stagione elettorale. Insomma, un messaggio di avvertimento e minaccia verso i potenziali concorrenti.