Arrivare primi è sempre una bella soddisfazione. E non solo nello sport, ma anche in natura. Sono loro, le primule, il segnale dell’arrivo della bella stagione. Il nome stesso deriva da “primus” (primo), proprio per sottolineare la precocità della fioritura di questa pianta, che tradizionalmente segna la fine dell’inverno.
Dopo mesi di alberi spogli, quando ancora non abbiamo archiviato sciarpe e cappotti, scorgere questi primi esemplari sbocciati nelle Langhe scalda il cuore. E la mente: le primule sono il simbolo della rinascita, di un nuovo inizio, perché febbraio, si sa, è corto, e sarà subito marzo e quindi, primavera!
Origine e varietà
Puntuale come tutti gli anni questo periodo dà il via alla colorata invasione delle primule. È difficile resistere, anche perché ce n’è per tutti i gusti: al mondo ne esistono migliaia di varietà e sono originarie del Sudamerica, Asia Meridionale, Cina e Giappone.
Come spiega Wikipedia, le più conosciute sono la Primula Obconica, adatta per la coltivazione in vaso, la Primula Polyanthus dai bellissimi fiori bicolore, la Primula Sieboldii con gli steli alti, la Primula Veris o Primula Odorosa con fiori peduncolati molto profumati.
Simbologia
Chiamata nel linguaggio dei fiori ottocentesco “primoletta” o “primavera”, è simbolo dell’adolescenza, in particolare quella gialla della prima giovinezza. Nella tradizione popolare la primula, annuncio della primavera imminente, ha significati contrastanti, perché oltre a quello della giovinezza è anche il simbolo della diffidenza.
Coloratissima e delicata, la primula è un fiore semplice e rustico che gli si vuol bene solo a nominarla e che nella sua semplicità racchiude dolcezza e gentilezza a iosa.
Proprietà
Questi meravigliosi occhi della natura vantano anche molte proprietà: sono ricchi di sali minerali, oli essenziali, pigmenti flavonoidi, enzimi, vitamina C e servono a combattere la tristezza, grazie a virtù calmanti ed espettoranti.
Leggende
La leggenda narra che la prima Primula fu mandata da Apollo, figlio di Zeus, per sconfiggere il gelo e proteggere la Terra. Infatti il sole inviò una primula magica per domare il freddo dell’inverno che teneva prigioniera in una grotta di ghiaccio la primavera. Così facendo l’inverno governava sul resto delle stagioni. Furono gli animali del bosco a chiedere aiuto ad Apollo, per cui, secondo la leggenda, non a caso la primula cresce spontanea nei boschi e nei prati in zone a mezz’ombra.
Quindi, il gelo invernale dovette rispettare il ciclo delle stagioni, ritirandosi all’arrivo delle primule che, grazie a questa leggenda, sono diventate il fiore simbolo della primavera, portatrici di sole e abbondanza. Anche nel linguaggio dei fiori rappresentano la primavera della vita, la giovinezza, un fiore che annuncia la rinascita della natura, il nuovo anno naturale, la vittoria del bene sul male, una nuova prosperità, un’amicizia nascente.
Una seconda leggenda invece narra che un giorno san Pietro fece cadere sulla terra le chiavi del Paradiso e, nel punto in cui toccarono il suolo, nacquero alcune piante di primula. Proprio per questa leggenda in Inghilterra le primule sono conosciute anche con il nome di “bunch of keys” ovvero “mazzo di chiavi”.
Legata alla primula esiste anche un’antica credenza, per cui dopo averle ingerite, si riescono a vedere le fate, perché questi fiori hanno il potere di rendere visibile l’invisibile.
Uso in cucina
È uno dei fiori più apprezzati in cucina, anzi l’abbinata primula e lattuga è ormai annotata su tutti i manuali di ricette. Tanto da far venire in mente una canzone di Fabio Concato, che nel ritornello canticchiava: «… ogni tanto mangio un fiore…».
A proposito, questi piccoli fiorellini hanno un leggero sapore piccante e contengono primaverina e primulaverina, due sostanze naturali simili all’acido salicilico, principio attivo dell’aspirina. Per queste sostanze le primule sono analgesici naturali, si utilizzano soprattutto per leggeri mal di testa, come antinfiammatori e per la prevenzione di tosse e come febbrifughi. Hanno anche proprietà sedative, calmanti, soprattutto contro l’ansia e l’insonnia.
Il nome
Il nome deriva dal latino primus e, all’inizio del Rinascimento, questo termine indicava indifferentemente qualsiasi fiore che sbocciasse appena finito l’inverno: primule erano le pratoline, primule erano i bucaneve e così via. Con il tempo, poi, si guadagnò l’esclusività del nome. E ora, finalmente, primula è la primula, punto.