Una storia lunga cento anni quella della cupola del Santuario di Santa Maria delle Grazie di Valsorda, nel Comune di Garessio che, in queste settimane, è al centro di un minuziosa e complessa campagna di rilievi che serviranno per restaurare la struttura, davvero unica nel suo genere: si presume infatti che possa essere la prima costruita in calcestruzzo a pianta ottagonale in Italia.
L'intervento è stato fortemente voluto dell'attuale parroco di Garessio, don Giancarlo Canova e dal vescovo di Mondovì, Monsignor Egidio Miragoli che, insieme agli uffici della curia con l'architetto Laura Barello, per poter restituire ai fedeli questo luogo tanto amato.
L'incarico per il progetto di valorizzazione e restauro è stato affidato allo studio Element dell'architetto Davide Maria Giachino di Torino, che conosce molto bene e da tanti anni il Santuario e che presiede il GQL Gruppo Qualità Legno insieme ai colleghi, l'architetto Vladyslav Mazur e l'ingegner Fabio Mosca, che stanno studiando come intervenire sulle parti lignee che costituiscono il delicato involucro interno della copertura.
"Si tratta di una grande opera ignegneristica, progettata oltre 100 anni fa dall'ingegner Mazzarelli - spiega l'architetto Giachino -. Il percorso che porta alla lanterna sommitale è impegnativo e ha molti spazi angusti e ristretti, ma regala una vista meravigliosa. Una grande opera ingegneristica e architettonica.
Il Santuario ha bisogno di interventi urgenti perché vi sono numerose infiltrazioni di acqua e i danni all'interno aumentano di anno in anno (anche la cassa dell'organo, progettata dallo stesso architetto e realizzata nel 1998, è stata danneggiata da acqua proveniente dalle coperture ndr). Inoltre è necessario intervenire sull'amianto presente nelle scandole del rivestimento della cupola, che sarà rimosso prima che il livello di degrado possa raggiungere livelli pericolosi per la salute".
Un luogo che, negli anni, ha conservato intatto il proprio fascino. Il Santuario, dedicato alla Madonna di Valsorda, il cui culto risale al miracolo della guarigione di una sordomuta nel 1653, venne costruito con legno d'abete di recupero, dall'impresa Pollino che realizzò la struttura nell'inverno tra il 1924 e il 1925.
"L'’idea - spiega Giachino - venne per far risparmiare soldi alla chiesa, riciclando tutto il legname usato per le centine dei getti del calcestruzzo, in questo modo si risparmiarono anche gli onerosi trasporti con carri e muli dalla stazione ferroviaria di Garessio fino al Santuario".
Oggi, dopo cento anni, grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Geomatica del Politecnico di Torino, diretto dalla professoressa Antonia Spanò, sono state messe in campo le più avanzate tecnologie per effettuare i rilievi utili a progettare il recupero della cupola.
Grazie a strumentazioni tecnologicamente avanzate e con l'utilizzo dei droni è stato possibile mappare e raggiungere parti inaccessibili della struttura, poi con i laser scanner verranno scandagliate alcune intercapedini molto ristrette nel cuore della cupola e sarà così possibile avere un quadro architettonico più preciso dell’opera, mai avuto fino ad oggi.
Sia apre così un nuovo capitolo per il Santuario di Valsorda.
"Ci sarà da affrontare la sfida del reperimento dei fondi per gli interventi che saranno sicuramente molto elevati - conclude Giachino -, ma la comunità locale è sicura che anche questa volta la mano della provvidenza sarà presente".