L'ipotesi termovalorizzatore a Cengio ha suscitato forte preoccupazione nella comunità. Un gruppo di cittadini si è subito opposto al progetto, avviando una raccolta firme che in pochi giorni ha già ottenuto oltre 300 sottoscrizioni. Il sindaco di Cengio, Francesco Dotta, è intervenuto per fare chiarezza.
"Anche oggi sulla stampa locale si parla di termovalorizzatore e si evidenzia che l'atteggiamento del sottoscritto sia da interpretare come una possibile apertura alla realizzazione di tale impianto. Sono circa sette anni che ho l'onore e la responsabilità di rappresentare la nostra comunità e con molta, molta umiltà ritengo di avere sempre difeso in maniera onesta l'interesse dei cengesi ed è mia ferma intenzione nel proseguire in tal senso", commenta il primo cittadino.
"Sono stato abituato nel corso della mia vita privata e lavorativa a prendere decisioni importanti solamente dopo avere soppesato in maniera critica i pro e i contro di tale scelta, cosa che sto cercando di mettere in atto ora nella valutazione dell'ipotetico impianto di termovalorizzazione per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Non vi è certezza di che tipo d'impianto si tratti, dove sarà realizzato, con quali tecnologie, su quali dati ambientali, sulle ricadute economiche, sulla mano d'opera necessaria, sulla viabilità, su eventuali ricadute economiche sul territorio".
"Quindi allo stato attuale, come già comunicato in precedenza in varie occasioni, non avendo un quadro concreto della realtà dei fatti, non esprimo a priori un giudizio negativo ne tantomeno positivo sulla possibilità che tale impianto sia realizzato sul territorio di comune di Cengio", commenta Dotta.
"Vorrei capire e comunque prima di trarre delle conclusione definitive ipotizzo la convocazione di una riunione pubblica in cui esperti in materia, ovviamente non di parte, possano illustrare e spiegare a tutti i vantaggi e gli svantaggi di tali impianti, con particolare attenzione alle ricadute ambientali sul territorio. Credo che questo sia un percorso onesto per arrivare a formulare conclusioni definitive e reali nel rispetto della volontà dei cittadini - conclude Dotta - Promuovere petizioni o altre iniziative estemporanee per strumentalizzazioni politiche di parte o eccessi ambientalistici non serve a fare chiarezza ma a generare ulteriore confusione sull'argomento".