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Attualità | 14 febbraio 2025, 07:08

Busca e quella farmacia ‘fuori posto’: il Comune pronto a rivedere la suddivisione in aree del territorio

La farmacia San Lorenzo (nell’area coperta dalla Favro ormai da decenni) spinge per spostarsi nei nuovi locali, e interpella il TAR per chiedere la revisione della pianta organica comunale: il 4 marzo l’udienza

Busca e quella farmacia ‘fuori posto’: il Comune pronto a rivedere la suddivisione in aree del territorio

Una farmacia che si trova – da oltre 40 anni ormai – nella zona coperta da un’altra. E che vorrebbe spostarsi in locali, ubicati a una distanza di circa 100 metri, comunque nella stessa zona teoricamente indisponibile. Accade a Busca e la farmacia in questione è la San Lorenzo, una delle tre storiche realtà cittadine in questi ultimi giorni balzata agli onori della cronaca proprio per questo cavillo burocratico legato all’ubicazione.

Una situazione vecchia di oltre 40 anni
La suddivisione territoriale delle farmacie contenuta nella pianta organica del Comune di Busca – datata al 1978 – destina tre aree specifiche agli altrettanti esercizi commerciali presenti ma negli anni ‘80 la San Lorenzo ha raggiunto l’attuale posizione entrando, di fatto, nell’area di uno degli altri farmacisti. Una realtà mai rivelatasi davvero sino a oggi non solo per il mancato insorgere di problemi concreti che avrebbero potuto portarla alla luce, ma anche perché il Comune non ha mai provveduto ad aggiornare la pianta con cadenza biennale come previsto da una legge del 2012.

Il “vaso di Pandora” viene scoperchiato un paio di anni fa quando la San Lorenzo acquista i nuovi locali in cui desidererebbe spostarsi, grazie all’autorizzazione concessa dall’Ufficio comunale. La farmacia Favro – nella cui zona la San Lorenzo, come detto, aveva già sconfinato – a quel punto alza la voce e spinge il Comune al ritiro dell’autorizzazione. E Antonella Camisassi – proprietaria della San Lorenzo - a intentare un primo ricorso al TAR contro l’ente comunale e poi un secondo per richiedere la revisione della pianta (così da poter concludere lo spostamento).

La lettera della Camisassi: “Una patata bollente in mano all’amministrazione attuale”
A render noto lo stato delle cose la lettera di una cittadina buschese, Laura Mandaglio, che si è preoccupata di dare ancor più risalto alla PEC che la Camisassi ha affisso alla porta del proprio esercizio commerciale. Sottolineando come la questione sia “nel limbo” da decenni e annunciando il lancio di una raccolta firme urgente sul tema: “Possibile che nessuno abbia mai pensato a risolvere la situazione, con tutto che non è nemmeno chiaro chi avrebbe dovuto farlo?

Nella PEC – che la Camisassi ha inviato martedì 11 febbraio a segretaria comunale, sindaco, assessori, consiglieri, comandante della polizia Locale e responsabile dell’Ufficio Tecnico – si fa riferimento a un incontro occorso in municipio la settimana precedente alla presenza anche dei dottori Abrate e Favro (proprietari delle altre due famiglie della città) e del tecnico Marino dello Studio Tautemi. 

Ho appreso in quella sede del progetto della nuova pianta organica che esclude la possibilità al trasferimento della mia attività là dove ho locali idonei e completati, trasferimento già consentito e poi negato proprio dall’Ufficio Tecnico del Comune – scrive la dottoressa -. In più, ho saputo che il territorio dell’ex Comune di Valmala verrebbe annesso all’area di competenza della farmacia Abrate, una modifica di cui all’incontro si è parlato senza commento alcuno da parte dei colleghi farmacisti presenti”.

La nuova pianta organica risolvere il problema della mia attuale sede ma non mi consente di trasferirmi nei nuovi locali – prosegue Camisassi -. Il Comune ha lavorato alla sua revisione solo a seguito dei due ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale da me intentati, quando avrebbe dovuto controllare la pianta organica ciclicamente e, comunque, ogniqualvolta si vengano a creare situazioni nuove. Ma nemmeno l’accorpamento del territorio di Valmala, sette anni fa, ha portato il Comune ad adeguare la pianta organica, cosa che avrebbe evitato sul nascere questa spiacevole situazione. La soluzione proposta se da un lato regolarizza la mia attuale sede, dall’altra estende l’area di competenza del collega Abrate a tutto il territorio di Valmala. Una situazione paradossale della quale Abrate, la dottoressa Fraire (deceduta) e la dottoressa Ostino (deceduta) erano a conoscenza, ma che è emersa alla luce del sole dopo diversi decenni”. 

La responsabilità di questo ‘pasticcio’ non è certo di questa amministrazione. Da cittadina però dico che l’onere di sistemare ‘una brutta questione’ nel rispetto di tutte le parti coinvolte, sì” conclude la dottoressa.

“Cambieremo la pianta, ma i nuovi locali rimarranno ‘fuori area’”
Anche l’amministrazione comunale del sindaco Enzo Donadio, per sua stessa ammissione, ha compreso gli estremi della faccenda soltanto di recente. E non può che sottolineare come la competenza dell’ente in materia sia limitata, a fronte comunque del fatto che il rilascio dell’autorizzazione da parte degli Uffici sia stata una svista dalle conseguenze pesanti.

Da quel momento, però, abbiamo atteso e preso tempo sperando che San Lorenzo e Favro trovassero un punto d’incontro, cosa purtroppo ancora non accaduta e che ci porta ad avere sostanzialmente una zona con due farmacie e una senza” ha commentato Donadio.

Il TAR ha fissato l’udienza per il secondo ricorso intentato da Camisassi per il prossimo 4 marzo ma ci stiamo già muovendo per operare l’aggiornamento della pianta, che prevediamo di portare in giunta la prossima settimana – conclude il sindaco -. Rimane il fatto, però, che solo il cavillo relativo all’attuale sede della farmacia possa essere risolto: quella nuova rimarrà comunque ‘sbagliata’”.

Simone Giraudi

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