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Attualità | 10 febbraio 2025, 18:19

Addio a Paolo Monticone, figura di riferimento del giornalismo e dell'antifascismo astigiano

Presidente dell'Anpi, ha condotto una lunghissima carriera giornalistica. Aveva 82 anni

Paolo Monticone alle celebrazioni del 25 aprile 2022 (Merphefoto)

Paolo Monticone alle celebrazioni del 25 aprile 2022 (Merphefoto)

Un lutto che lascerà sicuramente un segno profondo nella memoria collettiva della città: si è spento oggi Paolo Monticone.

Nato ad Asti il 28 maggio 1942, è stato una figura di riferimento per l'antifascismo e il giornalismo locale. Diplomato al Liceo Scientifico “Vercelli”, ha avuto una gioventù segnata dalla passione per lo sport, ricoprendo i ruoli di giudice, arbitro e dirigente nell'atletica leggera e nella pallacanestro.

La sua carriera giornalistica è iniziata prestissimo, a soli 17 anni, come apprendista cronista di cronaca nera presso "La Nuova Provincia", testata locale astigiana di cui è poi diventato redattore capo e direttore. Ha inoltre diretto per sette anni "Il Corriere dell’Astigiano", consolidando la sua autorevolezza nel panorama dell'informazione locale, con l'amico Carlo "Charlie" Accomasso.

Monticone è stato anche autore, contribuendo alla biografia del leggendario ciclista Giovanni Gerbi, "Diavolo Rosso", scritta insieme ad Antonio Guarene, Pippo Sacco ed Ezio Mosso. Con quest'ultimo ha collaborato a numerosi progetti editoriali. 

Nel 2016 ha assunto la presidenza dell’Anpi di Asti, diventando il primo non partigiano a guidare l'associazione. 

Alla guida dell'Anpi, Monticone ha lavorato instancabilmente per mantenere vivi i valori della Resistenza, opponendosi con fermezza a qualsiasi tentativo di revisionismo storico. Ha promosso iniziative per coinvolgere le nuove generazioni e rafforzare la consapevolezza dell'importanza della democrazia e della libertà.

Durante il suo mandato, ha saputo rafforzare il legame tra l'Anpi e la comunità locale, rendendo l'antifascismo un tema attuale e vivo. La sua scomparsa lascia un vuoto significativo, ma il suo impegno resta un esempio per chi continua a battersi per i valori democratici.

Lascia la moglie Eugenia. Le esequie, che si terranno in forma civile, non sono state ancora fissate. 

"Giornalista garbato e sempre corretto nei rapporti con il sindacato, sempre puntuale nei suoi articoli a ben rappresentare le nostre opinioni  - scrive la Cgil -, Paolo, nonostante la malattia che lo ha afflitto per lungo tempo, è sempre stato vicino alla Cgil e ha rappresentato al meglio i valori della Resistenza e dell’antifascismo. Sempre pronto a scendere in piazza per difendere i valori della pace, per la difesa del lavoro e contro ogni forma di discriminazione".

Redazione

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