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Curiosità | 09 febbraio 2025, 15:31

Cento anni per Ester Balestra, medico e partigiana della Valle Mongia: "Mai lasciare inascoltata una richiesta d'aiuto" [FOTO]

Classe 1925, nel triennio 1959-1961 fu alla presidenza diocesana della Gioventù femminile dell'Azione Cattolica, dedicando la sua vita ai fragili e agli emerginati. Oggi la festa per il suo compleanno con l'amministrazione, la famiglia e la banda musicale

"Mai lasciare inascoltata o sottovalutare una richiesta d'aiuto". È questo il monito che ha accompagnato tutta la vita della signora Ester Balestra, medico (ancora iscritta all'ordine, ndr), partigiana e già dirigente dell'Azione Cattolica, originaria della Valle Mongia che il 10 febbraio compirà 100 anni

Nata nel 1925 a Viola, figlia di un agricoltore e di una casalinga, Francesco e Vincenzina Daniello, che con lungimiranza hanno permesso ai loro figli (quattro femmine e un maschio) di inseguire i loro sogni, intraprendendo anche gli studi universitari in un periodo, quello del Dopoguerra, in cui non era certamente scontato proseguire gli studi, tanto meno per le ragazze. 

Diplomata al liceo Classico "G.B. Beccaria" di Mondovì, che Ester frequentava trascorrendo la settimana in collegio, scelse poi di iscriversi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino. Conseguita la laurea, per un periodo esercita come medico condotto in Valle Mongia, andando a visitare i pazienti a domicilio anche nei rigidi inverni in cui tutto era coperto di neve: "Si andava a piedi dai pazienti - ricorda - e per far prima si usava anche lo slittino". 

Dal '44 al '45 divenne partigiana della IV Divisione Alpi della Brigata Valle Mongia, portando avanti sempre lo spirito di fare del bene e adoperarsi in prima linea per aiutare il prossimo. 

Pioniera non solo per i suoi studi, che l'hanno condotta anche in Texas con una borsa di studio, presso il "St. Joseph Hospital" tra il '55 e il '56, dove ebbe modo di approfondire la pratica di ostetricia e ginecologia, aiutando le partorienti, ma anche per l'impegno sociale. 

Al rientro dall'esperienza in America, insieme alla sorella maggiore Maria Maddalena, laureata in lettere, si trasferì a Roma dove ha lavorato e vissuto per 55 anni, in una casa non lontana dalla Basilica di San Paolo Fuori le mura.

La sua attenzione per i diritti e l'emancipazione delle donne si sono poi tradotti in impegno sociale e lavorativo, non a caso nel 1958 scelse di specializzarsi a Roma in medicina del lavoro con particolare riguardo alle lavoratrici e iniziò a lavorare presso l'Istituto di Medicina Sociale. 

"Mia zia è una donna straordinaria - racconta la nipote Ester Bracco, che con orgoglio porta il suo stesso nome - ama leggere, soprattutto i gialli, ma si è sempre tenuta informata anche con riviste mediche  e fino a pochi anni fa guidava ancora per andare a Ceva a fare la spesa o a Vicoforte per la Messa al Santuario. Sentire i suoi racconti e i suoi consigli è una continua scoperta. Ancora oggi trasmette quelle che sono stati i pilastri fondanti di tutta la sua vita: non giudicare, ascoltare ogni richiesta di aiuto e mettersi in gioco". 

Una donna libera, indipendente, che fino all'età di 91 anni ha continuato a guidare la sua auto: una Seicento che utilizzava anche per venire a trovare i parenti, facendo Roma-Lisio e ritorno.  Per lei il lavoro di medico era una vera missione non rifiutava aiuto a nessuno, nel suo studio accoglieva tutti : diseredati, emarginati e malati psichiatrici, visitando gratuitamente chi ne aveva bisogno.

Molti i convegni e le pubblicazioni dedicate al lavoro femminile e ai diritti delle donne, insegnò inoltre anche alle infermiere della scuola di formazione "Giovanni Agenlli". 

La sua storia e il suo impegno a favore dei più fragili e degli emarginati sono stati raccontati anche nel libro "Apostole di periferia" di Elisabetta Marini che ha ripercorso anche il suo impegno all'interno dell'Azione Cattolica: nel 1959, infatti, venne nominata presidente della Gioventù femminile dal Cardinale Eugene Tissersant di Porto San Ruffina della diocesi di Roma. "Con la fede - scrive Marini - aveva un rapporto molto intenso che cercava di vivere ogni giorno nella sua professione. La Dottoressa Balestra  aveva un forte legame di amicizia con Don Carlo Taramasso assistente diocesano della GF negli anni 60, e sua sorella Elda, vicepresidente diocesana che subentrò a lei come presidente nel triennio successivo. Le due donne si erano conosciute presso l'azione cattolica di Mondovì e poi si erano ritrovate a Roma. Il gruppo condivideva origini piemontesi e dialetto, ma soprattutto la passione per l'associazione giovanile dove tutti erano impegnati".

Proprio per il suo impegno Papa Giovanni XXIII le conferì l'onorificenza di "Pro Ecclesia et Pontefice".

Nel 2003 Ester  è tornata in Piemonte dai suoi familiari, con la sorella Lena, con cui ha vissuto fino alla sua morte nel 2006. È stata poi con la sorella Adriana nota insegnate della Valle Mongia che ha assistito nel periodo della malattia e oggi vive con la sorella Anna a Lisio dove oggi l'amministrazione comunale, l'ordine dei medici della provincia di Cuneo, la banda musicale, amici e parenti festeggeranno con lei il traguardo dei cento anni. 

"Abbiamo scelto insieme le canzoni - dice la nipote - abbiamo pensato a "Il Piave mormorava" in ricordo anche di mio nonno che fu Cavaliere di Vittorio Veneto, "Arrivederci Roma" di Renato Rascel e "Un medico" di De Andre'.  Un momento di gioia per festeggiare lei che ha sempre dedicato la sua attenzione agli altri".

A farle gli auguri, insieme alla famiglia e la nipote Ester Bracco, i sindaci di Lisio Stefano Rossi con il vice Marco Lombardi, il sindaco di Viola Romana Daniello, il vescovo della Diocesi di Mondovì, monsignor Egidio Miragoli e il vicario generale don Flavio Begliatti. 

Arianna Pronestì

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