Ha iniziato citando il Martirio di Sant’Orsola, ultima opera del Caravaggio prima della sua morte, Michele Coppola executive director di Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa San Paolo e direttore delle Gallerie d’Italia, durante l’incontro svoltosi ieri (sabato 8 febbraio) nell’elegante salone di Villa Tornaforte -Aragno in occasione della presentazione del libro edito da Nino Aragno Editore “L’occupazione culturale in Italia” di cui è coautore insieme al docente e scrittore Franco Amato e al docente e manager Lucio Argano.
Nelle sue parole il prestigioso dipinto, di proprietà del Gruppo Intesa San Paolo, che lo valuta un asset economico da 100 milioni di euro, ha assunto il ruolo di un prestigioso esempio delle tante competenze operanti sull’enorme patrimonio culturale del nostro Paese. Il dipinto, esposto in varie parti del mondo, viene regolarmente restaurato da mani esperte attraverso tecniche all’avanguardia che non soltanto ne preservano l’integrità, ma ne valorizzano la struttura, scoprendo dettagli inediti di volta in volta.
“Esistono sul nostro territorio – ha dichiarato Coppola - tanti giovani innamorati dell’arte e della cultura, ma si deve ancora insistere su un maggiore riconoscimento sociale del cosiddetto lavoro culturale. Per un Paese come il nostro, che ha il maggior numero di siti Unesco ed è ovunque un monumento a cielo aperto, è un dovere sostenere maggiormente l’occupazione in ambito culturale anche favorendo la crescita di una maggiore consapevolezza del suo ruolo economico per la collettività”.
Un settore, quello culturale, che, per preservare la sua vitalità, richiede anche notevoli impegni economici, oggi alquanto difficili da mantenere da parte delle amministrazioni locali e dal Governo. Una soluzione? La collaborazione tra pubblico-privato. “Negli ultimi dieci anni – ha proseguito Coppola – le Fondazioni bancarie hanno investito in media 250 milioni di euro in Cultura. Esistono poi, soggetti filantropici estremamente illuminati che con il loro aiuto concorrono a consolidare le competenze. Intesa San Paolo attualmente coinvolge nel lavoro culturale oltre 800 persone”.
Nel suo intervento Franco Amato, dopo aver sottolineato il problema della delegittimazione del lavoro in ambito culturale, ha spostato l’ottica verso alcuni aspetti positivi che creano buone aspettative per il futuro. “L’Italia – ha spiegato - è il Paese che ha richiesto più fondi del PNRR a favore della cultura, oltre 4 miliardi, che verranno impegnati in restauri, digitalizzazione, aperture di nuovi siti storici e museali, con la creazione di posti di lavoro. Gli effetti si vedranno naturalmente tra qualche anno. Inoltre, sta per essere assegnato un riconoscimento ufficiale alle imprese culturali e creative con l’istituzione di un apposito Albo. Sono importanti passi avanti che fanno ben sperare per il futuro”.
“Benché il patrimonio artistico e culturale italiano collochi da sempre l’Italia al vertice della World Heritage List dell’Unesco, - ha commentato l’editore Nino Aragno - siamo uno dei Paesi europei con il minore numero di occupati, rispetto al totale, nel settore culturale. Nel volume “Il lavoro culturale in Italia” si valutano con dovizia di dati, pregi e difetti della gestione della Cultura nel nostro Paese, identificando in un patto collaborativo tra istituzioni pubbliche e private, una strategia di lungo periodo che aumenti le proposte culturali, l’occupazione del comparto e migliori le condizioni di chi vi opera”.
QUI LE INTERVISTE- Riprese e montaggio di Pietro Cattaneo