"Un faro che illumini attraverso la cultura" così era stato definito, nel 2022, "Liber" lo spazio culturale che ospita il Museo della Stampa, nato nel complesso delle ex Orfane di Mondovì Piazza.
Il complesso si struttura tutto sul tema del libro, con tre anime: il piano terra con il museo con le macchine stampatrici (Liber Piombo), al primo piano il patrimonio storico bibliotecario (Liber Carta) con la sala Arnaldo Belloni (fondatore dell'Editrice Tipografia Moderna di Nizza Monferrato, ndr) e Liber Aria: un'area per eventi, convegni, mostre e residenze d’artista. Un maxi intervento quello che ha interessato il recupero e la riqualificazione dello storico complesso delle ex Orfane.
I lavori sono iniziati nel 2017, con un contributo di 2 milioni grazie al bando 'Faro' di Fondazione CRC, oltre risorse comunali, cui si è aggiunto oltre 1 milione a valere sul PNRR, e i primi interventi si sono conclusi nel 2022.
E mentre si attende ancora la realizzazione del Giardino segreto progettato da Andreas Kipar, oggi, sabato 8 febbraio, è stato presentato il progetto definitivo del Fondo Storico della biblioteca civica, preceduto dalla visita dell'ultimo piano della struttura, che ospiterà mostre, eventi e residenze d'artista non appena il cantiere sarà concluso.
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IL FONDO STORICO
Un patrimonio preziosissimo, che attesta autorevolmente la storia del contesto cebano - monregalese, dal XV secolo ai giorni nostri. Esteso su una superficie di circa 350 metri quadrati, il fondo comprende circa 25mila unità librarie (compresi gli opuscoli) all’interno dei quali spicca il cosiddetto Fondo Rari, costituito da manoscritti, incunaboli, cinque-centine, cartografia di ambito locale, master dei microfilm realizzati, alcuni quadri e altre pubblicazioni di notevole rilievo documentario.
Il secolo importante per la costituzione del fondo è stato l’Ottocento. Al suo interno sono infatti di particolare rilevanza, per numero e qualità dei libri, i fondi della Biblioteca dei Padri della Missione, già del Collegio della Compagnia di Gesù, e quelli derivati dalle biblioteche degli Agostiniani, dei Minori Osservanti, dei Minori Conventuali, dei Domenicani, dei Cappuccini, dei Carmelitani, dei Padri Filippini e ancora dei Cappuccini di Garessio che confluirono nella Biblioteca Civica in seguito alla soppressione delle numerose congregazioni religiose decretata dal governo napoleonico.
È proprio a Mondovì venne stampato aMondovì, nel 1472, il primo libro del Piemonte creato con i caratteri mobili: si trattava de “Il Confessionale” del domenicano Sant’Antonino, Vescovo di Firenze e non a caso la Città conserva uno dei uno dei fondi librari di maggior rilievo nel panorama del Basso Piemonte.
L’intervento per l’allestimento, che vedrà la luce nella primavera del 2026, per un importo complessivo di circa 800mila euro, è stato sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (500mila) e da Banca Intesa Sanpaolo (300mila).
“Cerchiamo di tradurre il passato in futuro, custodendo e valorizzando ciò che ci è stato lasciato, questo a partire da rendere fruibili i contenitori vuoti presenti in Città - ha detto il sindaco di Mondovì, Luca Robaldo -. Oggi facciamo un passo verso la concretizzazione di una progettualità già iniziata dalla precedente Amministrazione comunale, per un bene storico che ritornerà completamente a disposizione dei cittadini”.
“Un’emozione aver potuto intraprendere questo percorso per la valorizzazione del Fondo storico - ha aggiunto l’assessore alla cultura, Francesca Botto -, per consentire a studiosi e non di accedere agevolmente a un patrimonio unico. Un percorso arricchente e ricco di soddisfazioni”.
"Il concetto di bellezza e cultura è la base del percorso che vogliamo dare a favore delle comunità" - il commento di Mauro Gola, presidente di Fondazione CRC.
Il progetto del Fondo Storico è stato redatto da Officina delle idee.
Alla presentazione sono intervenuti anche Michele Coppola, executive director Arte, Cultura e Beni Storici di Banca Intesa Sanpaolo, Marzia Dina Pontone, in collegamento, dirigente della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e della Valle d'Aosta, e Stefano Benedetto, direttore dell’Archivio di Stato di Torino e già dirigente ad interim della Soprintendenza Archivistica.