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Attualità | 07 febbraio 2025, 14:30

Ristori per la chiusura del tunnel di Tenda, un lettore: "Il reddito non può essere l'unico criterio. Difficile fare le cose con equità"

Un nostro lettore borgarino ci scrive, lamentando il conferimento di denari "a casaccio". E puntando il dito, anche, contro il capoluogo: "Cosa centrino altri comuni come Cuneo, che si definisce 'città alpina', è tutto da dimostrare"

I lavori al tunnel di Tenda

I lavori al tunnel di Tenda

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore borgarino, Mauro Tosello, in merito al tema dei ristori presentati dalla Regione Piemonte alle realtà produttive vessate dall'ormai annosa chiusura del collegamento del tunnel di Tenda.

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Egregio Direttore,
alcune considerazioni in merito ai ristori che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha promesso relativamente alla chiusura del tunnel di Tenda. 

Forse sarebbe stato meglio destinare eventuali risorse a qualche infrastruttura  nei territori di Limone e Vernante, in vallata quelli certamente più turistici. Si tratta sempre di denari pubblici provenienti da cittadini che pagano le imposte, dovuti perché altri le pagano molto meno: dire che il danno sia stato del 40% pare obiettivamente esagerato (non risulta che il flusso arrivi in tali proporzioni da un solo lato); se è certo che si sia registrata una diminuzione, l'inverno 2020-2021 ha imposto un fermo  causa del Covid (per il quale dei ristori sono già arrivati), mentre i successivi hanno visto scarse precipitazioni nevose che hanno ridotto l'afflusso.

Stabilire chi e in quali percentuali abbia riscontrato perdite (che possono derivare anche da una offerta turistica non adeguata) non risulta facile  e sicuramente porta a premiare qualcuno a scapito di altri. Basarsi sui redditi non può essere l'unico criterio possibile. Capisco che quando si tratta di guadagnare contributi si presentino tutti, ma se bisogna dividere la torta con una vasta platea di commensali qualcuno non mangia o riceve un elemosina. Solo i maestri di sci a Limone paiono essere circa 200; cosa centrino poi altri comuni è tutto da dimostrare, in particolare la città di Cuneo (che si definisce "alpina").

Si è conseguentemente scatenata una polemica, destinata a non esaurirsi, che dimostra come esistano lotte campanilistiche nel territorio nonostante le parole di facciata. In conclusione un bel pasticcio, creato magari con le migliori intenzioni ma gestito male portando troppi a generare aspettative. Risulta sempre più produttivo creare qualcosa, che elargire denari a casaccio.

Al Direttore

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