Attualità - 06 febbraio 2025, 07:05

Al Caffè letterario di Bra si legge “Notte di battaglia” di Miriam Toews

La storia di tre donne combattenti, raccontate nella battaglia quotidiana della vita

Una nonna, una figlia, una nipote, tre generazioni di donne combattenti, ciascuna a modo suo, raccontate nella battaglia quotidiana della vita. Sono le protagoniste del libro “Notte di battaglia” di Miriam Toews (Einaudi). E il fulcro di una famiglia problematica e sconclusionata, che tanto assomiglia a quella dell’autrice: la vita in una comunità mennonita in Canada, il padre e una sorella morti suicidi, l’incubo della malattia mentale.

Il tono pirotecnico del racconto, comico al limite del surreale, si ride e sorride anche nelle disgrazie, è una sua scelta precisa: bisogna guardare la tragedia dal di fuori, irriderla, per capire tutto il dolore che porta con sé.

Le combattenti di questa notte vivono in uno stretto nucleo sotto lo stesso tetto: Elvira, la nonna, oltre i novanta, svampita, ma coriacea, sempre sul crinale della morte, tenuta in vita dalle tante pastiglie colorate, amministrate da Swiv, la nipote, nove anni (forse), sospesa dalla scuola, perché ha preso a pugni i compagni che la bullizzavano, e Mooshie la madre di Swiv, bipolare, attrice fallita, alterna momenti di ira a una normalità struggente. È incinta, al nono mese, di Gord, un altro abitante in arrivo in questo mondo svalvolato.

«Gli uomini vanno e vengono», scrive Swiv nella lettera a suo padre, sparito dopo la sua nascita. Gli uomini se ne sono andati via tutti nella vita delle tre donne. Troppo presto, come il nonno; quando non dovevano, come il padre di Swiv.

Il racconto si chiude come si è aperto, con Swiv che racconta al padre l’ultima notte di battaglia che ha cambiato la vita delle tre protagoniste. E l’ultima frase della nonna, che spiega tutto: «La gioia è resistenza».

Silvia Gullino