Martedì 4 febbraio, presso il ristorante “La porta delle Langhe” di Cherasco, si è svolta la serata interclub dei Rotary Alba, Bra e Savigliano, con una relazione dell’Ing. Gianni Bertolusso dal titolo “Welcome to Artificial Intelligence. Etica, morale e coscienza”.
Presenti numerosi i soci dei tre club, con i rispettivi presidenti Gaia Frunzio, Vincenzo Peisino e Vladimiro Bertinetti, e una delegazione del Rotaract Alba Bra Langhe e Roero.
L’ing. Gianni Bertolusso si è laureato al Politecnico di Torino in Ingegneria Elettronica, perfezionando i suoi studi in Economia e Finanza a Berkeley. Amministratore Delegato, consulente e socio di varie industrie del settore automotive; CEO di un gruppo multinazionale americano in Italia e socio del Gruppo Imprenditori e Dirigenti Europei. È Life e Business Coach secondo I.C.F., la più grande Associazione Mondiale di Coaching. Appassionato di studi classici, umanesimo e saggistica, membro di diverse Associazioni Culturali si diletta a scrivere per hobby.
La relazione ha affrontato subito la questione della crescita rapida e non lineare della intelligenza artificiale, con andamento logaritmico, capace di cambiare il mondo con una velocità da fare sembrare la tecnologia che avremo da qui a pochi anni fantascienza. Tre sono stati gli step di sviluppo più importanti: le reti neurali profonde, il machine learning e il large language model, vale a dire l’introduzione di algoritmi che simulano il meccanismo di apprendimento umano e che, pertanto, richiedono un “addestramento”, nonché una tecnologia incentrata sulla comprensione e sull'analisi del testo. Questo ha portato, inoltre, il cosiddetto deep learning: questi algoritmi imparano sempre di più, processando moli enormi di dati a velocità elevatissime, imparando dalle stesse interazioni e senza supervisione. Questi procedimenti richiedono dei computer quantici e degli investimenti da parte degli Stati molto elevati: gli Stati Uniti, per esempio, sono arrivati alla cifra record di 1 trillion (cioè 1.000 miliardi di dollari). L’Italia stessa non è rimasta indietro e ha un computer quantico alla Federico II di Napoli.
La seconda parte dell’intervento ha riguardato i pericoli e le questioni etiche. L’ingegner Gianni Bertolusso ha ribadito più volte che la Intelligenza Artificiale è uno strumento e, come tale, non è né buona né cattiva, il suo effetto dipenderà dall’utilizzo che l’umanità intende farne. Fondamentale è agire correttamente sul training, cioè sul suo addestramento, evitando il più possibile di trasmettere pregiudizi o bias cognitivi, che influenzerebbero inevitabilmente le sue azioni. Interessante l’esempio portato dall’ingegnere relativo ai profili influencer creati dalla intelligenza artificiale di Meta (Facebook), che, avendo avuto come comando quello di massimizzare le interazioni e null’altro, avevano iniziato a inondare i feed di contenuti violenti e disturbanti (il cosiddetto press the outraged bottom, cioè “punta sull’indignazione”), poiché risultavano quelli con maggiori commenti e visualizzazioni, finendo con l’istigare alla violenza gli utenti stessi. Ancora una volta, però, Bertolusso ha insistito con un approccio profondamente positivista, ritenendo importante istruire correttamente la Intelligenza Artificiale, piuttosto che demonizzarla.
Si tratta infatti di una tecnologia che si sta sviluppando troppo velocemente per poter pensare di fermare il suo utilizzo, anche perché lo sviluppo tecnologico alla lunga ha migliorato le condizioni delle fasce più deboli, nonostante le grandi rivoluzioni abbiano portato inevitabilmente alla scomparsa di alcuni tipi di lavori, ma anche la nascita di altri. Bertolusso ha poi ricordato il movimento luddista contro i telai nella prima rivoluzione industriale: il cambiamento tecnologico può fare paura e porta dei pericoli, ma non per questo si può fermarlo, anzi, bisogna lavorare per fare sì che porti miglioramenti, come sta avvenendo in campo medico. La relazione è stata molto partecipata ed è seguito un acceso dibattito; si è trattata di una serata interessante e piena di amicizia, in perfetto stile rotariano.