Sanità - 05 febbraio 2025, 13:22

Calderoni: "Sconcertanti le dichiarazioni di Luca Robaldo, che ha sollevato dubbi sulle nomine dei Capi Dipartimento dell’ASL CN1"

Il consigliere regionale del PD interviene sulla lettera inviata dai sindaci del Monregalese. Il direttore generale Giuseppe Guerra, cui spettano le nomine, ha già inviato la sua replica in Regione

Una lettera che sta scatenando un vero terremoto nella sanità cuneese quella firmata da Franco Bosio, Fabio Mottinelli e Luca Robaldo, rispettivamente sindaci di Monastero di Vasco, Ceva e Mondovì, con la quale si chiede conto al dottor Giuseppe Guerra, direttore generale dell'Asl Cn1, delle nomine dei capi Dipartimento, sua esclusiva competenza e di natura fiduciaria. 

I sindaci vogliono capire le ragioni delle nomine e della territorialità delle stesse. Citiamo: "Nel rispetto delle sue (di Guerra ndr) prerogative e della discrezionalità di queste sue scelte, crediamo sia doveroso informare il nostro territorio rispetto ad un numero: su nove Dipartimenti in cui è suddivisa l'Asl solo 2 sono diretti da professionisti provenienti dalla nostra area di riferimento".

Il dottor Guerra, sentito al telefono, ha già inviato una risposta ai sindaci e per conoscenza al presidente della Regione Alberto Cirio e all'assessore competente Federico Riboldi. Nel pomeriggio dovrebbe essere inviata anche agli organi di stampa. 

Nel frattempo, sul tema, è intervenuto il consigliere regionale del PD Mauro Calderoni anche in veste di segretario provinciale Dem, a riprova di come la lettera dei tre sindaci del Monregalese sia destinata ad avere ripercussioni soprattutto politiche. Calderoni non ha esitato a parlare di "dichiarazioni sconcertanti".

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Qui il suo intervento

Le dichiarazioni del sindaco di Mondovì e presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, in merito alle recenti nomine dei Capi Dipartimento dell’ASL CN1 rischiano di alimentare un dibattito basato su logiche campanilistiche piuttosto che su criteri di competenza e qualità del servizio sanitario.

Mettere in discussione la legittimità di nomine che spettano alla Direzione Generale dell’ASL è già di per sé un atteggiamento che indebolisce la credibilità del sistema sanitario stesso, ma farlo sulla base di campanilismi denota una grande povertà di visione politica.

Le istituzioni locali, in particolare chi ricopre ruoli di grande responsabilità come un presidente di Provincia, dovrebbero impegnarsi per garantire ai cittadini una sanità efficiente e di qualità, indipendentemente dalla sede di lavoro o dal luogo di origine dei dirigenti nominati.

La vera priorità deve essere l’accesso alle cure e il miglioramento dei servizi sanitari, non la distribuzione degli incarichi su base territoriale.