Sono trascorsi quasi tre mesi e il caso della governance del Bim del Varaita resta ancora aperto.
Questi i fatti: venerdì 15 novembre 2024, Giovanni Fina, sindaco di Melle, già commissario dell’Unione montana nella fase di transizione elettorale, veniva eletto presidente del consorzio Bacino Imbrifero del Varaita.
Elena Vincenti, sindaca di Isasca, designata vicepresidente; completavano la deputazione (così si chiama la giunta dell’ente) Roberto Ellena, sindaco di Frassino; Pietro Ruffa, già sindaco di Pontechianale e amministratore veterano del paese del lago, Giuliano Degiovanni, sindaco di Rossana.
Senonchè, all’indomani di quell’elezione, Roberto Ellena, sindaco di Frassino, vistosi escluso dalla vicepresidenza – pare che questa fosse stata preventivamente concordata - si era dimesso come atto di protesta per il mancato rispetto degli accordi.
Con una scarna comunicazione aveva annunciato le sue “irrevocabili” dimissioni “perché per me – aveva scritto in una lettera inviata al presidente Fina e ai colleghi consiglieri del Bim – l’etica viene prima della politica”.
Ellena si era riservato di “produrre memoria scritta motivata da sottoporre all’attenzione dell’assemblea consortile”. A distanza di tempo la deputazione resta però ancora monca e risulta non siano più stati convocati né l’organo esecutivo né l’assemblea.
Tempi travagliati dunque per i due enti sovracomunali di valle, Unione montana e Bim. Per l’Unione, come noto, è infatti stato presentato dal comune di Brossasco un ricorso al Capo dello Stato essendo stata ritenuta impropria la modifica allo statuto che ha previsto la cancellazione del limite dei due mandati.
Fatto questo che ha consentito a Silvano Dovetta, sindaco di Venasca, la riconferma al vertice.