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Sport | 30 gennaio 2025, 12:54

Bra Front: il tifo ed un sogno chiamato serie C [FOTO]

Il gruppo storico di tifosi dell'AC Bra si prepara, incrociando le dita, al possibile salto di categoria. “Servono due nuove tribune oppure si giocherà ad Alba”

Tifosi giallorossi al Bravi

Tifosi giallorossi al Bravi

Breve viaggio nella tana dei Bra Front, il gruppo di tifosi organizzati che segue l’AC Bra in una stagione particolarmente promettente.

È un normale mercoledì pomeriggio con turno infrasettimanale della serie D, che vede i giallorossi ospitare il Derthona, per la sesta giornata del girone di ritorno.

Lo stadio Attilio Bravi si riempie rapidamente, alle due e trenta precise l’arbitro Paolo Grieco di Ascoli Piceno fischia l’inizio della partita, il lato ovest della tribuna centrale si è già animato da un po’.

Sono loro, i Bra Front. Tifoseria nata nel 1987, seguono le sorti della loro squadra da quasi 40 anni. Tamburo, trombe, cori, ogni tanto un fumogeno. Sono alcune decine, un’ottantina a occhio e fanno le prove per il futuro, perché nel prossimo campionato potrebbero trovarsi a competere con tifoserie come quelle del Vicenza, della Triestina, di Novara e Pro Vercelli, insomma, gruppi numerosi e ben organizzati.

Il Bra infatti da ieri comanda la classifica con 61 punti, 9 di vantaggio sul Città di Varese, il più immediato inseguitore, un buon vantaggio, anche se ci sono ancora 13 partite da giocare.

La pratica con il Derthona viene regolata nei primi 20 minuti con due reti di Aloia e Tuzza, poi la partita scorre tranquilla, anche perché quando gli ospiti sparano due tiri all’incrocio dei pali, il giovane portiere-gatto Ribero li prende tutti e due, spegnendo ogni velleità di riaprire la partita.

Loro cantano “ E se ne va … la capolista se ne va” e danno l’impressione di crederci davvero.

Alberto è uno dei leader del gruppo:

Certo che ci crediamo. Devono soltanto costruirci due tribune e saremo ancora qui e ancora più numerosi. Altrimenti si andrà a giocare ad Alba, perché là il campo ha i requisiti per la categoria: 1500 posti con 500 per gli ospiti, separati”.

Già, meglio non venire a contatto. Anche se i Bra Front non appaiono così minacciosi. I carabinieri stazionano dalle parti del bar, li tengono d’occhio, loro ogni tanto si accendono con qualche sfottò o qualche omaggio a giocatori, allenatore o presidente.

Chi sono veramente i Bra Front? Risponde ancora Alberto, gentilissimo:

“Qui siamo supporters, fuori operai, impiegati, liberi professionisti, pensionati … e anche come età siamo una bella miscellanea, dai giovanissimi a persone abbastanza avanti con gli anni. Certo è un sacrificio, per alcuni un casino. Bisogna chiedere il permesso al lavoro, magari farsi sostituire. La domenica è più semplice. In casa siamo sempre almeno un centinaio, in trasferta facciamo un bus: a Varese eravamo una quarantina. È una questione di passione, di sentirsi utili alla squadra, sennò non saremmo qui”.

Nemici? Amici?

Dei nemici non m’importa, non siamo in guerra con nessuno, ci mancherebbe. Siamo gemellati con l’Asti e in ottimi rapporti con la tifoseria del Sassuolo, che conoscevamo prima delle loro stagioni in serie A e B”.

Il clima che si respira è che ce la si farà. Contro la Sanremese in casa il prossimo 4 maggio si festeggerà la C. Lo conferma Claudio, un tifoso sempre presente nelle partite casalinghe del Bra:

“Quest’anno c’è tutto che quadra, un buon mister, un ottimo portiere, una squadra solida in difesa e a centrocampo, con attaccanti che sanno segnare. Abbiamo le carte in regola per rimanere in testa fino alla fine”.

Rimane la questione dello stadio e dell’impatto con la categoria maggiore, ma sembrano questioni ancora lontane. Il focus rimane sul presente e al termine della partita i giocatori si avvicinano ai Bra Front in festa, si cantano le ultime strofe, si festeggia l’ennesima vittoria e altri tre punti verso la meta.

I Ribelli degli Stadi, Ultras, Hooligan, Da grande voglio fare l’Ultra, fino a You’ll never walk alone, sono tra i tanti libri che tentano di dare spiegazioni razionali, antropologiche, etnografiche e addirittura etologiche al fenomeno delle tifoserie calcistiche.

Non sono facili da capire per il cittadino qualunque, nemmeno nei casi come i Bra Front, tutto sommato piccole realtà di tifo organizzato, in contesti di provincia.

Tuttavia se raggruppano tante persone e se si rimane in un alveo non violento, perché non accompagnare il sogno dei giallorossi braidesi fino alla fine?

Per questo ci vorrà un po’ di fortuna prima, e a risultato ottenuto, una bella preparazione all’avventura in serie C.

Forse stanno cominciando a pensarci sul serio. In bocca al lupo.

silvano bertaina

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