Cronaca - 29 gennaio 2025, 17:48

L’ombra di continue richieste di denaro dietro la morte di un 40enne cuneese: una coppia a processo

Iniziata stamane in tribunale l’istruttoria dibattimentale volta a fare luce sulla scomparsa dell’uomo, avvenuta nell'ottobre 2019. La Procura sostiene l'accusa di estorsione aggravata e di morte come conseguenza di altro reato

Il tribunale di Cuneo

Il 21 ottobre 2019, dopo che amici e parenti ne avevano denunciato invano la scomparsa, il corpo di un 40enne residente  a Cuneo, venne rinvenuto senza vita ai piedi del viadotto Soleri. Secondo la Procura della Repubblica di Cuneo dietro quella morte si celerebbero i nomi di un uomo e di una donna, M.M. e C.R., che lungo un periodo di dieci mesi estorsero all’uomo una somma superiore ai 4mila euro, inducendo nel 40enne uno stato di prostrazione che avrebbe avuto una parte rilevante nella sua decisione di porre fine alla propria esistenza.

Questa la tesi sostenuta dagli agenti di polizia giudiziaria che svolsero le indagini su quel decesso e dal sostituto procuratore Attilio Offman, che nei confronti dei due, una coppia di fidanzati residenti a Nola, in provincia di Napoli, ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio con le accuse di estorsione aggravata e del reato di morte come conseguenza di altro delitto.

Il procedimento nei confronti della coppia ha avuto inizio questa mattina nel palazzo di giustizia cuneese. Agli imputati viene in sostanza contestato di essersi approfittati dell’uomo, invalido civile all’85%, arrivando anche a minacciarlo, per estorcergli denaro.

Sul conto corrente dell’uomo, cui anche la madre aveva accesso (sarà proprio la donna ad accorgersi delle anomalie dopo la morte del figlio) figurano prelievi di denaro anomali per un totale di 4.142 euro. Soldi prelevati senza un apparente giustificazione tramite operazioni effettuate in un periodo compreso tra il 19 gennaio e il 17 ottobre 2019, sino cioè a pochi giorni prima della morte dell'uomo.

A spiegare in aula che cosa emerse dopo che gli effetti personali vennero ritrovati e sottoposti al vaglio degli inquirenti è stata l'ispettrice superiore della Polizia di Stato Mariella Faraco, responsabile della II sezione della Squadra Mobile di Cuneo. Quella notte la microcar dell'uomo era stata trovata abbandonata sul viadotto Soleri. Il corpo dell’uomo è stato rinvenuto privo di vita alle Basse di Sant’Anna. Al suo fianco un borsello al cui interno era presente il suo cellulare. 

Nel corso della sua deposizione, l’ispettrice ha ricostruito che cosa venne trovato nel cellulare del quarantenne. Ciò che saltò all’occhio fu una chat su Messenger, in cui "una ragazza di bell’aspetto", tale ‘Francesca Di Marzio’, pseudonimo dietro cui si sarebbe celata C.R., gli chiedeva di effettuare alcune ricariche su una Postepay. A creare i profili Facebook utilizzati dalla donna, come emerso anche da alcune intercettazioni, sarebbe stato il compagno, M.M. 

“Altre minacce - ha continuato la dottoressa Faraco - sarebbero arrivate da un’altra donna, tale Angela Veli. In quel periodo quest’ultima diceva di essere ricoverata in ospedale per sottoporsi ad alcune cure di fertilità che diceva essere molto costose. Lui contribuì nelle spese, ma i soldi vennero veicolati attraverso la Di Marzio”. 

Poi, un mese prima della sua scomparsa, tra l’11 e il 15 settembre 2019, come emerge dalle chat, la Di Marzio intimò nuovamente alla sua vittima di effettuare una ricarica. “Fu tramite i dati della carta fornita per il versamento che riuscimmo a risalire proprio a C.R.”, ha precisato l’ispettrice. 

Il 15 settembre, un altro messaggio: “Ti do tempo fino al 27 ottobre per i 500 euro, dopo c’è la carta di arresto”. 
Poi, il 17 settembre un altro versamento da 500 euro, l'ultimo.  “Aveva cercato di prendere tempo con la sua interlocutrice - ha concluso Faraco -. Cercò di convincerla dicendole che sua madre voleva capire le ragioni di quegli ammanchi, ma la donna lo incalzava chiedendo ancora soldi. L’ultimo messaggio col quale lui le rispose fu: ‘Non ce la faccio proprio. Sono disperato’". 

Il processo riprenderà il 19 marzo. In quell'occasione si ascolteranno i testimoni della difesa. La sentenza è prevista per il 6 aprile. 

CharB.