“In un periodo storico in cui i giovani sono sempre più distanti dalla politica non possiamo permetterci di ignorare il loro bisogno di partecipazione. Coinvolgerli nelle scelte e progettare insieme a loro gli spazi della città sarebbe un segnale importante, che andrebbe oltre la logica del profitto e del consumo”.
Si conclude così il comunicato stampa firmato dai due gruppi consigliari di minoranza di Cuneo, Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia, che commentano la decisione dell’amministrazione comunale di affidare la struttura degli “ex Lavatoi” a una gestione esclusivamente commerciale per i prossimi dieci anni (potenzialmente rinnovabili di altri dieci).
La proposta è stata avanzata nel corso di una commissione consiliare occorsa mercoledì 22 gennaio scorso. A illustrarla l’assessore Alessandro Spedale, che ha ricordato come dal 2004 la concessione al gestore constava 250 euro annui a fronte di un cambio di investimenti sul recupero del bene e dell’organizzazione di attività culturali. Si è parlato di interventi per 147.300 euro circa.
"Non demonizziamo le attività commerciali. Ma i giovani meritano un punto di riferimento"
"Questa scelta limita le potenzialità di uno spazio così bello e centrale, che potrebbe diventare un luogo di riferimento per tutta la cittadinanza – proseguono i consiglieri -. È davvero così difficile immaginare una gestione che dia spazio anche alle associazioni, alla creatività e allo studio, oltre che al divertimento? Uno spazio che potrebbe diventare un modello di gestione polivalente, con attività culturali e aggregative rivolte soprattutto ai giovani. Invece, l’amministrazione ha scelto di considerare esclusivamente l'aspetto commerciale, senza coinvolgere in un confronto aperto né le realtà culturali e giovanili del territorio né il comitato di quartiere Cuneo Storica”.
I due gruppi sottolineando come – da ricerche specifiche, tra cui quella della consigliera regionale Giulia Marro -, sia un problema reale per Cuneo la mancanza di spazi aperti alla creatività e alla socialità che non siano legati solo al consumo.
“Non si tratta di demonizzare le attività commerciali ma di interrogarsi sul ruolo che un’amministrazione dovrebbe avere nel creare opportunità di aggregazione e crescita culturale. Un luogo pubblico ben gestito può diventare un punto di riferimento per associazioni, studenti, artisti e giovani che desiderano lavorare sulla propria creatività, espressione e socialità. E può benissimo essere un luogo di divertimento come i lavatoi sono stati in questi anni” concludono i due gruppi consigliari.