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Attualità | 23 gennaio 2025, 16:39

Mancano cardiologi, oculisti e dermatologi per l'attività ambulatoriale: senza medici le liste di attesa non si possono abbattere

L'analisi del dottor Giovanni Siciliano, responsabile delle attività specialistiche ambulatoriali per l'Asl Cn1. "I medici, in questo momento, possono fare quello che ritengono più vantaggioso". E si spostano verso la sanità privata

Mancano cardiologi, oculisti e dermatologi per l'attività ambulatoriale: senza medici le liste di attesa non si possono abbattere

Mancano cardiologi, oculisti e dermatologi per l'attività ambulatoriale: senza medici le liste di attesa non si possono abbattere

La lettera sui tempi di attesa per una visita oculistica e sulla sala d'attesa vuota, pubblicata da TargatoCn lo scorso 18 dicembre, con successiva replica dell'Asl Cn1, nella giornata di lunedì 21, ha posto nuovamente l'accento sul tema delle liste d'attesa, semmai ce ne fosse stato bisogno. E' una delle grandi emergenze della sanità regionale, ormai da anni. 

Lo sforzo per abbatterle è corale. Così come è corale la consapevolezza che la soluzione sia tutt'altro che semplice o vicina. 

Non ci sono medici, senza troppo girarci attorno. E non solo nel territorio dell'Asl Cn1. Succede in tutta Italia. I prossimi anni non fanno presagire miglioramenti, perché sono previsti migliaia di pensionamenti - la nostra classe medica è tra le più vecchie d'Europa - a cui non corrisponderà un sufficiente "turn over", anche a causa di quello che da anni viene chiamato "l'imbuto" delle specializzazioni. Non abbastanza per coprire i posti che rimarranno scoperti. 

Qualche tentativo di riforma c'è stato, come l'eliminazione del numero chiuso e del test d'ingresso per l'iscrizione a Medicina, con frequenza quindi libera nel primo semestre, ma ci vorranno anni prima che se ne vedano i risultati. 

Nel frattempo, le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere pubblicano bandi per cercare professionisti che non ci sono. O che non sono disponibili, perché scelgono altro. Spesso si ricorre anche ad allettanti plus, come alloggi in caso di trasferimenti e formazione continua, ma non basta. 

E' la sanità pubblica quella che soffre di più. Perché paga meno, è evidente. Ma non è questo l'unico motivo, tiene a sottolineare il dottor Giovanni Siciliano, responsabile delle attività specialistiche ambulatoriali per l'Asl Cn1. Poche speranze di carriera e ritmi che mal si conciliano con quelli di vita. L'attività privata rende molto di più e stressa meno. "Trimestralmente, offriamo, tramite bando, oltre 500 ore di lavoro di attività ambulatoriale per varie specialità, soprattutto quelle più carenti: purtroppo nessuno si presenta o risponde. Ed è così da un paio d'anni, vanno quasi del tutto deserte. Domanda e offerta si sono invertite. I medici, in questo momento, possono fare quello che ritengono più vantaggioso per la loro carriera e qualità di vita", ammette. 

"Per venti ore di ambulatorio a settimana, uno specialista viene pagato circa 2.000 euro al mese. Una visita privata non costa meno di 120 euro. Perché un oculista o un dermatologo dovrebbe scegliere di fare le visite ambulatoriali? Come può, con questa sproporzione, continuare a essere attrattivo il sistema pubblico", sottolinea ancora. 

E, a proposito di visita oculistica, quella che ha scatenato le rimostranze del nostro lettore per i tempi di attesa, Siciliano evidenzia come l'Asl CN1 possa contare, oggi, su cinque professionisti in questo ambito. La popolazione servita supera i 400 mila abitanti. Certo, nel novero dei medici che svolgono attività ambulatoriale vanno conteggiati anche i dipendenti ospedalieri, ma è evidente che con questi numeri e proporzioni i tempi per un appuntamento non possono che essere lunghissimi. Oppure, accedendo al percorso di tutela tramite lo sportello Urp dell’Azienda Sanitaria e restando quindi nei tempi previsti dai codici di prescrizione, ci si potrebbe ritrovare ad andare a fare una visita di 20 minuti a Domodossola. Il sistema sanitario, del resto, è regionale. 

Giocoforza, ci si rivolge al privato. 

Nel 2019 gli specialisti ambulatoriali dell'Asl Cn1 erano almeno il doppio, sottolinea ancora Siciliano. Non sono assunti, rispondono a un contratto per un numero di ore concordato. A questi professionisti si aggiungono quelli invece assunti, che lavorano nei vari reparti ospedalieri e impiegano alcune ore lavorative nell'attività ambulatoriale. Ma l'Asl Cn1 non ha un reparto di Dermatologia, per esempio. Ed ecco che per una visita ci si può appoggiare solo a queste figure esterne. In tutta la Cn1 ce ne sono due. Come si può pensare di ottenere una visita ambulatoriale in tempi brevi?

Un solo cardiologo tra gli specialisti ambulatoriali. I cardiologi ospedalieri di Mondovì o Savigliano fanno anche visite ambulatoriali, ma non è sufficiente l'offerta di prestazioni rispetto alla domanda. Ed è così che le liste di attesa non solo non si possono abbattere, ma sono destinate a continuare a crescere. Il Covid ha solo accelerato un processo che era già in atto. E che è visibile anche nel proliferare di centri medici privati convenzionati, con offerte di prestazioni in continua espansione. 

La sanità pubblica va difesa a tutti i costi, ma con quali strumenti? E, soprattutto, con quali medici? "Una sanità solo privata mi ripugna: deve essere sempre complementare, mai sostitutiva di quella pubblica". Così aveva detto il presidente della Regione Alberto Cirio in occasione della presentazione dei nuovi direttori generali delle aziende sanitarie regionali. Ripugna tutti, probabilmente. Ma non bastano le dichiarazioni, purtroppo, a invertire la rotta, che va a gonfie vele verso la sanità privata. 

Barbara Simonelli

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