Nell'era della transizione digitale la copertura del segnale telefonico e della rete internet resta per alcune località un miraggio. In tempi dove le attività commerciali, anche montane, sono tenute alla fatturazione elettronica qualcosa ancora non torna. E' il caso di Rittana, piccolo paese della valle Stura che può contare solo sulla Tim. In caso di necessità, l'alternativa è dotarsi a proprie spese di sistemi a onde radio, non sempre sostenibile economicamente.
Pnrr e altri fondi degli ultimi anni non avrebbero colmato il vuoto infrastrutturale.
Ci eravamo già occupati del suo caso nel 2021, oggi la sua nuova segnalazione condita di frustrazione riporta all'attenzione il tema dei servizi digitali nelle cosiddette Terre Alte o Aree Interne. Criticità e mancanze di infrastrutture vengono spesso ribadite in occasione di tavole rotonde e dibattiti a cura di istituzioni politiche e amministratori locali, ma la realtà sembra restare impaludata senza sviluppi.
Fausto Goletto residente nel piccolo borgo, lamenta ancora oggi le stesse criticità. “Nulla è cambiato dal 2011, da quando ho comprato il primo smartphone e nemmeno dal 2021, dopo le numerose segnalazioni a compagnie telefoniche e Amministrazione Comunale. Rittana credo sia rimasto un caso unico, c'è soltanto segnale Tim e derivati in 2G, come CoopVoce o simili che vi si appoggiano. E' una situazione paradossale perché al contrario la valle è abbastanza ben servita fino al Colle della Maddalena, ma pare che il problema non sia abbastanza sentito per ottenere dei risultati”.
Lo stesso sindaco Giacomo Doglio conferma: “Abbiamo solo Tim”.
La mancanza delle infrastrutture su cui posare la rete e servire in modo adeguato tutta la valle resta un nodo su cui ha lavorato anche l'Unione Montana Valle Stura.
“Il segnale – spiega Loris Emanuel, presidente dell'Unione Montana Valle Stura - che serve Rittana, Roccasparvera e Gaiola arriva dal ripetitore posizionato su Cima Buschin, ma effettivamente la vegetazione e i versanti creano un'ombra e un punto cieco che vanno a colpire in particolare alcuni abitati lasciandoli oscurati. Lo si è dimenticato, ma si era pensato di fare una sorta di rilancio, di rimbalzo. L'Unione Montana si impegnerà quindi a riprendere i ragionamenti con il sindaco Doglio per concretizzare questa soluzione tampone, in assenza di infrastruttura”.
Se si pensa all'intera valle la stessa Unione Montana aveva mappato altre zone d'ombra dove in caso di emergenza non è possibile fare una telefonata ai soccorsi.
“Avevamo individuato come zone critiche – conclude Emanuel - anche il Vallone dei Colli di Moiola, il Vallone dell'Arma, il Vallone di Neraissa, Bagni di Vinadio, Ferrere. Avevamo sentito degli operatori, ma per ottenere la loro copertura prima dovremmo infrastrutturare con costi insostenibili a carico del pubblico, inoltre fondi diretti non ce ne sono stati per poter rimediare”.