Attualità - 21 gennaio 2025, 07:32

A Mondovì si posa la prima pietra di inciampo ufficiale: ricorderà Vincenzo Bellino, vittima della strage di Cibeno

L'iniziativa è realizzata dalla Fondazione Fossoli e dall'ANED (Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti), in collaborazione con il Comune. La cerimonia si svolgerà sabato 1° febbraio

La targhetta posta dal Comune per Vincenzo Bellino nel 2020

Una pietra di inciampo per ricordare ciascuno dei 67 martiri della strage di Cibeno, avvenuta il 12 luglio 1944, in provincia di Modena.

Questa l’iniziativa realizzata in occasione del 80° anniversario della strage (lo scorso luglio), dalla Fondazione Fossoli e dall'ANED (Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti), con l'obiettivo di non dimenticare.

Le pietre di inciampo, realizzate dell’artista Gunter Demnig - saranno posate nei luoghi dove ognuno degli uomini uccisi visse libero per l'ultima volta. L'iniziativa coinvolge diversi comuni italiani e fra queste vi è anche Mondovì che la dedicherà a Vincenzo Bellino, già ricordato con una speciale targhetta apposta in via Beccaria nel 2020.

[Gunter Demnig - Credits LavocediGenova]

Nato 19 luglio 1915, partigiano nella Val Casotto, di professione imbianchino, Bellino venne fucilato nel poligono di tiro di Cibeno di Carpi (Modena) il 12 luglio 1944.

"Appartenente alle FAM (Formazioni Armate Militari) - li ricordano sul sito dell'ANPI - che diventeranno poi le formazioni “Autonome” del maggiore Enrico Martini "Mauri". Bellino fu arrestato il 28 aprile 1944, nel corso di una vasta operazione congiunta di Repubblichini e Tedeschi e condivise le peregrinazioni carcerarie degli avvocati monregalesi Eugenio Jemina (che sarà con lui nella lista dei condannati), Guido Garelli e Piero Calleri (più tardi deportati a Mauthausen e lì deceduti). 

Catturato a Mondovì, dopo il carcere alle Scuderie e poi alle Nuove di Torino, è inviato a Fossoli il 24 maggio '44, dove è immatricolato col numero 1.097 e rinchiuso nella baracca 17 A. Il suo corpo, contrassegnato all'esumazione con il numero 49, fu riconosciuto dalla matricola del campo e da una lettera rinvenutagli. Per Vincenzo Bellino nessun congiunto; la ricerca anagrafica non ha permesso di individuare parenti stretti. A Bellino è stato intitolato un vicolo nel centro di Mondovì ed il suo nome figura, nella stessa città, sulla lapide commemorativa dei Caduti della Seconda guerra mondiale".

I 67 internati politici, prelevati dal vicino Campo di concentramento di Fossoli, vennero trucidati dalle SS naziste all'interno del poligono di tiro di Cibeno. 

"Le vittime della strage - spiegano dalla Fondazione Fossoli - provenivano da 27 province italiane, avevano diversa estrazione sociale e rappresentavano le varie anime antifasciste dell'epoca. Molti dei compagni di prigionia riferiranno nelle testimonianze e deposizioni successive che si trattava dei “migliori”; migliori perché anche all’interno del campo, dopo aver subito la durezza del carcere e pur vivendo nella costante incertezza della loro sorte, molti di loro non avevano ceduto e, anche in quelle condizioni difficili, continuavano il loro lavoro di resistenza.

La mattina del 12 luglio del 1944 per ordine della Gestapo sono prelevati dal campo di concentramento di Fossoli 69 internati politici, condotti al poligono di tiro di Cibeno per essere fucilati. Sono uomini con diverse esperienze e di età differenti, provenienti da varie regioni dell’Italia.

Tutti sono stati rinchiusi a Fossoli perché oppositori del nazifascismo. La sera precedente, dopo l’appello, 71 internati sono chiamati e avvisati di prepararsi alla partenza per la Germania. Dall’elenco sarà escluso Bernardo Carenini, mentre Teresio Olivelli riuscirà a nascondersi all’interno del campo. All’alba del 12 luglio, in tre riprese i 69 prigionieri sono caricati su camion e condotti al poligono di tiro distante pochi chilometri dal Campo. Vengono fatti allineare ai bordi di una fossa, che alcuni internati ebrei sono stati costretti a scavare il giorno prima, e ascoltano la sentenza: condanna a morte come rappresaglia per un attentato a Genova contro militari tedeschi. Si rivela inutile anche l’intervento del vescovo di Carpi, Vigilio Federico Dalla Zuanna, accorso sul luogo e la condanna a morte viene eseguita.
Solo due internati del secondo gruppo, Mario Fasoli e Eugenio Jemina, riescono a fuggire e a salvarsi nascosti dal movimento partigiano. Il 17 e il 18 maggio 1945, a meno di un mese dalla liberazione, ha luogo la riesumazione e il riconoscimento delle 67 vittime. Le esequie solenni si svolgono nel Duomo di Milano con grande e commossa partecipazione di cittadini".

"Il monito di Primo Levi - “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. - deve continuare a riecheggiare nella nostra mente affinché le coscienze dei singoli non possano più essere sedotte e oscurate - il commento del sindaco, Luca Robaldo, e dell’assessora alla Cultura, Francesca Botto. - Con questa consapevolezza la Città di Mondovì si appresta a celebrare la Giornata della Memoria proponendo un programma ricco di eventi e di testimonianze, grazie all’impegno degli istituti scolastici e alla collaborazione del tessuto associativo monregalese. Mondovì non vuole e non può dimenticare e fin da ora rivolgiamo l’invito ai nostri cittadini affinché prendano parte alle celebrazioni seguendo l’esempio di Susanna Aimo o della famiglia Castagnino, riconosciuti non a caso come Giusti tra le Nazioni".

La pietra di inciampo, la seconda ufficiale del Monregalese - che segue quella che il Comune di Garessio ha realizzato per Roberto Lepetit (leggi qui) - sarà posata sabato 1° febbraio alle ore 10.30 in via Beccaria 2.

IL PROGRAMMA PER LE CELEBRAZIONI DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA 

Diverse poi le iniziative organizzate per Giornata della Memoria.

Si inizierà domenica 26 gennaio con l’itinerario “Mondovì Città della Memoria” a cura dall’Istituto Comprensivo Mondovì 2. Saranno previsti due turni di visita (14.30 e 15.30), entrambi con ritrovo davanti all’infopoint di corso Statuto 26/C.

Lunedì 27 gennaio, invece, deposizione delle corone di fiori presso la stele esterna del cimitero urbano (ore 8.30) e presso il monumento “Morti per la Libertà” dell’Altipiano (ore 08.45), con successiva posa delle targhette in memoria di Mario Rossi (ore 9.00 in piazza XXIX Aprile) e di Michele Basso (ore 9.30 in vicolo San Lorenzo 2). Alle ore 10.00, poi, deposizione della corona di fiori presso il Monumento alla Shoah della scuola media “Anna Frank” e, alle 10.15 nell’auditorium del medesimo istituto scolastico, spazio allo spettacolo degli studenti “Note e pensieri per la memoria”.

Sempre alle ore 10.15 per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, ancora, proiezione del film “La scelta di Sophie” presso il Cine-Teatro Baretti. Alle ore 21.00, in ultimo, presso la Sala delle Conferenze del Museo della Ceramica, l’incontro “La vivida forza del ricordo. Vent’anni dopo l’istituzione ONU della Giornata della Memoria” a cura dell’ANPI di Mondovì, dell’AICC di Cuneo e dell’associazione culturale “Gli Spigolatori”. Interventi di Stefano Casarino e Valentina Sandrone, letture di Gianluca Tomatis e Giulia Bertolino, accompagnamento musicale di Andrea Sanfilippo e Massimo Galliano.