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Attualità | 19 gennaio 2025, 07:02

Sessant'anni fa il tragico incidente sulla “strada Reale” nel quale morirono sei frati cappuccini

Il tragico fatto, uno dei più gravi dal Dopoguerra sulle strade del Cuneese, avvenne nel pomeriggio del 19 gennaio 1965 nel territorio di Cavallermaggiore

Sessant'anni fa il tragico incidente sulla “strada Reale” nel quale morirono sei frati cappuccini

Il 19 gennaio 1965, esattamente 60 anni fa, su quella che viene comunemente chiamata “strada Reale”, nel territorio di Cavallermaggiore, si consumava una delle più grandi sciagure stradali avvenute nel Cuneese dal Dopoguerra.

Nel pomeriggio di una fredda giornata invernale, in un tragico incidente, persero la vita sei frati che rientravano da Bra, dove avevano partecipato a un convegno dei Cappuccini dedicato al tema delle vocazioni.

L’auto dei sei religiosi, una Fiat 600 multipla, era stata scaraventata in un torrente a lato della strada, dopo esserci scontrata violentemente con un autocarro carico di bestiame, che usciva da una stradina laterale.

I sei frati, tutti di età compresa fra i 30 e i 40 anni, morirono all’istante.

La scena che si presentò ai primi soccorritori fu impressionante: i corpi dei sei Cappuccini giacevano riversi nella roggia; furono estratti, adagiati al margine di un campo e i volti coperti con i loro stessi cappucci.

In serata le salme vennero poi traslate nella cappella dell’Ospedale di Carità di Cavallermaggiore, dove i loro confratelli li vegliarono per tutta la notte.

Una lapide con i nomi delle sei vittime ricorda quella tragedia.

Oggi quell’intersezione stradale è divenuto per  tutti “l’incrocio dei frati”.

Questo tragico evento viene a buon diritto annoverato tra i più gravi verificatisi sulle strade della Granda, insieme a quello dell’estate di 40 anni fa al santuario di Vinadio.

In quella circostanza, il 5 agosto 1985, sulla strada provinciale che porta a Sant'Anna di Vinadio un pullman dell'Ati precipitò in una scarpata. Morirono 11 persone, tutti pellegrini che tornavano da una visita al santuario, in 28 rimasero feriti.

Giampaolo Testa

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