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Attualità | 17 gennaio 2025, 11:12

I vescovi piemontesi contro i due ex sacerdoti che hanno "benedetto" un centro a Savigliano: "Non sono autorizzati a celebrare sacramenti"

La nota ufficiale della Conferenza Episcopale Piemontese, riunitasi in assemblea ordinaria a Villa Lascaris di Pianezza: "Il signor Minutella è stato scomunicato nel 2018 e dimesso dallo stato clericale nel gennaio 2022 mentre fra Celestino (don Follador) è stato sospeso"

Villa Lascaris. Foto diocesi.torino.it

Villa Lascaris. Foto diocesi.torino.it

"Preso atto che il signor Alessandro Maria Minutella e fra Celestino della Croce (don Pietro Follador) nelle scorse settimane hanno inaugurato e “benedetto” un centro denominato “Casa Betania” in Savigliano, e che hanno svolto e svolgono celebrazioni e attività di predicazione anche in altri luoghi nelle nostre diocesi, ci preme ricordare che il predetto signor Minutella è stato scomunicato nel 2018 e dimesso dallo stato clericale nel gennaio 2022, e che dal marzo 2023 fra Celestino (don Follador) è stato sospeso dal suo Vescovo."

Inizia in questo modo la nota diramata dai Vescovi della Conferenza episcopale piemontese, riunitisi in assemblea ordinaria a Villa Lascaris di Pianezza martedì 14 gennaio. Una presa di posizione netta, che mette in guardia i fedeli contestando l'agire degli ex sacerdoti in questione. 

"Pur ritenendosi il “piccolo resto cattolico”, - continuano i Vescovi piemontesi - né il signor Minutella, né i sacerdoti o i consacrati e le consacrate che con lui agiscono, sono in comunione con la Chiesa cattolica, con il Papa e i Vescovi: di conseguenza, non sono autorizzati a presiedere o animare celebrazioni dei sacramenti o altre funzioni liturgiche, così come non è loro permesso di tenere predicazioni o incontri di catechesi. Inoltre, quelli tra loro che sono sacerdoti non possono assolvere validamente dai peccati nel caso in cui fossero stati privati della debita facoltà, eccetto il caso di pericolo di morte."

Chiaro l'invito ai fedeli: "Ci auguriamo che, non solo i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, ma anche tutti i fedeli e le fedeli delle nostre Diocesi possano essere consapevoli del pericolo che corrono seguendo insegnamenti che non hanno fondamento, e soprattutto aderendo e partecipando a queste e simili manifestazioni e celebrazioni che feriscono la comunione ecclesiale."

redazione

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