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Attualità | 17 gennaio 2025, 17:22

Nel laboratorio di simulazione a Verduno: "Ci alleniamo per salvare vite, abbattendo il rischio clinico"

Il direttore del Labsi Anna Poglio e il direttore scientifico Valerio Stefanone raccontano la finalità della struttura d'avanguardia: "Il contesto serve per migliorare le competenze tecniche e umane. Il progetto si svilupperà in tre fasi"

Le simulazioni al Labsi dell'ospedale di Verduno

Le simulazioni al Labsi dell'ospedale di Verduno

Il Laboratorio di simulazione avanzata (LABSI), diretto da Anna Poglio, ha già avviato l'attività all’interno dell’ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno. Frutto della collaborazione tra la Fondazione Ospedale Alba-Bra e l’ASL CN2, e realizzato grazie al contributo di Maria Franca e Giovanni Ferrero, il centro rappresenta una rivoluzione nella formazione sanitaria.

“Il LABSI è il risultato di un impegno costante volto a creare uno spazio unico dove professionisti sanitari possano formarsi in modo realistico e sicuro”, afferma la direttrice Anna Poglio. “Il percorso del centro si sviluppa in tre fasi: iniziamo con la formazione del personale interno, compresi studenti e specializzandi. Proseguiremo con corsi dedicati a professionisti esterni interessati a perfezionarsi, infine, apriremo le porte a collaborazioni con aziende private per rispondere a esigenze specifiche di formazione”.

Il LABSI dispone di tre sale capaci di simulare scenari clinici complessi come la shock-room del pronto soccorso, la sala parto e la terapia intensiva. Le tecnologie includono simulatori ad alta fedeltà, due Control Room per la registrazione e lo streaming delle sessioni, e una Skill Area dedicata alle micro-simulazioni virtuali.

“In questo laboratorio non si impara solo a eseguire correttamente una procedura, ma a lavorare in squadra,” aggiunge Poglio. “Lavoriamo per riprodurre la complessità tecnica, emotiva e organizzativa di un vero contesto clinico, affinando le competenze e garantendo cure sempre più sicure”.

Per il direttore scientifico del LABSI, Valerio Stefanone, il centro è una conquista significativa: “La simulazione permette di apprendere dinamiche di team, gestione dello stress e delle emozioni, e di applicare correttamente le azioni salvavita. Abbiamo lavorato per anni per arrivare a questo risultato, e vedere i primi corsi attivi è un sogno realizzato”. Stefanone sottolinea anche l’importanza della formazione continua: “Questo laboratorio offre un contesto ideale per prepararsi a gestire situazioni cliniche complesse, migliorando non solo le competenze tecniche, ma anche quelle umane, come la capacità di comunicare con i pazienti e i familiari in momenti di grande pressione.”

Dopo l’inaugurazione di settembre, ventiquattro facilitatori provenienti da undici aree specialistiche hanno completato una formazione certificata da un ente esterno. “Questa certificazione garantisce un livello qualitativo unico in Italia,” sottolinea Stefanone. “Ora siamo pronti a estendere i corsi anche a professionisti esterni e, in futuro, ad aziende private. Il nostro obiettivo finale è garantire che ogni operatore sanitario possa affrontare le emergenze con sicurezza e competenza”.

“L’idea è promuovere una cultura dell’errore costruttiva,” conclude la direttrice Poglio. “Gli errori non vanno colpevolizzati, ma analizzati per migliorare i processi e abbattere il rischio clinico. Questo è il cuore del nostro lavoro".

Daniele Vaira

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