Cronaca - 17 gennaio 2025, 07:02

Dopo le botte anche un morso al naso alla convivente: un uomo a processo

Il trentenne si trova in carcere con l'accusa di lesioni e maltrattamenti. L'ultimo episodio risalirebbe al gennaio 2024, quando il giovane venne arrestato e la donna si barricò in casa dei suoi genitori

Il tribunale di Cuneo

Una convivenza durata un anno e mezzo che però, poi, si sarebbe trasformata in un incubo. In quella relazione non ci sarebbero state solo le minacce, ma anche le botte. L’ultimo episodio, sembrerebbe il più violento, ci fu quando D.M., pregiudicato classe 1995, sarebbe arrivato a darle un morso sul naso talmente forte, come spiegato dai genitori della donna,  da lasciarle una cicatrice tuttora visibile.  

Da quel momento, era il febbraio 2023, la donna impiegò un anno prima di decidere se denunciarlo o no. Il trentenne, attualmente in carcere, si trova sotto processo in tribunale a Cuneo con le accuse di maltrattamenti, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Nel gennaio 2024, all'ennesima lite, D.M. venne arrestato e, come spiegato in aula, in quell’occasione diede in escandescenze: “Non accettavo che mi mettessero le manette - ha spiegato-  volevo andare da solo in caserma”.  

I due, entrambi con un passato di tossicodipendenza, si erano conosciuti nel 2022: “Era un relazione complicata” ha riferito lui. “La mattina del mio arresto stavo male e non ero andato al lavoro. L’avevo accompagnata al bar e mi ero allontanato per comprare due dosi di crack che ho fumato a casa. Quando sono sceso, lei era in bagno che si stava bucando. Prendeva il metadone”. Litigate, quindi, legate alla droga: “Da quando ci frequentavamo - ha continuato - ci aiutavamo a vicenda per smettere di drogarci. Però poi abbiamo ricominciato e sono iniziati i litigi. Io non volevo che lei si bucasse”. 

Quanto all’episodio più grave, quello del morso al naso, l’imputato ha spiegato di essersi difeso dopo che lei lo avrebbe aggredito per prima spingendolo contro uno scolapiatti e mordendogli un dito: “Per farla smettere l’ho morsa - ha proseguito lui - la nostra relazione era già finita. Io stavo mettendo da parte i soldi, avevo già la valigia pronta”. 

Nel gennaio 2024 l’arresto: “Quel giorno di nuovo avevamo litigato per a droga -ha ammesso- Mi era sparito un panetto di hashish da 50 grammi. Io le ho urlato che era una tossica e lei mi ha colpito con un pugno alla gola e uno al volto. Ha anche cercato di aggredirmi con un coltello alle spalle. A quel punto l’ho spinta. Ecco perchè aveva dei graffi al volto”. 

 In aula erano presenti anche i genitori della donna, a cui il trentenne ha rivolto delle scuse: “La nostra era una relazione tossica e burrascoso. Ma sono molto dispiaciuto. Volevo scusarmi con loro”.  

Ma D.M., come sostenuto dalla madre della persona offesa, avrebbe in realtà vissuto alle spalle della figlia che gestiva un’attività: “Quando le chiesi che cosa ci facesse in casa sua lei mi disse che era buono e gentile - ha raccontato il genitore - e non sapeva dove andare. Mia figlia è buona con chi ha bisogno". Poi è iniziata la relazione: "Non ne parlavamo molto perché io non approvavo: sapevo che da parte di mia figlia non era una cosa seria, per lui invece sì”.

 A detta della donna sarebbero stati molti i litigi tra lui e la figlia: “Sentivamo le urla - ha proseguito - C’erano episodi di violenza verbale perché era nel temperamento di lui. Lei lo giustificava, diceva che aveva una storia difficile”  Ricordo bene la sera del 31 gennaio - ha continuato la madre- Sentimmo gridare e sbattere forte sulla porta. Quando aprii vidi mia figlia. Era spaventatissima. Una maschera di sangue. Pensai che avrebbe perso l'occhio per come era ridotta la palpebra”. 

Il processo riprenderà a febbraio. 
 

CharB.