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Agricoltura | 16 gennaio 2025, 17:04

Psa, Confagricoltura Piemonte incontra il commissario Filippini. Confinare il virus, contenere il contagio e rafforzare il depopolamento, gli obiettivi raggiungibili

Enrico Allasia: “Accogliamo con favore le iniziative per il contenimento progressivo e massivo dei cinghiali”

I cinghiali sono i vettori principali della Psa

I cinghiali sono i vettori principali della Psa

Si è svolto ieri, 15 gennaio, a Palazzo Piemonte, l’incontro organizzato dall’Assessorato al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni e i vertici delle organizzazioni professionali agricole per fare il punto della situazione con il commissario straordinario alla PSA, Giovanni Filippini, direttore generale del Ministero della Sanità con responsabilità sulla salute degli animali.

In modo estremamente pratico, ha spiegato come la strategia da applicare sul territorio regionale, già risultata vincente in Sardegna (da ottobre 2024 è stata dichiarata indenne), preveda il confinamento del virus all’interno delle zone infette, il controllo nella fascia 1 o Zona cuscinetto, dove eliminare completamente la specie cinghiale, e la concessione di deroghe in quelle aree dove si ha certezza che il virus non sia presente.

Di fatto, Filippini ha dato seguito alla richiesta avanzata da Confagricoltura Piemonte, autorizzando la caccia al cinghiale in Zona di protezione 1 anche nelle province di Alessandria, Asti, Novara, Torino e Vercelli, così come era già stato fatto nei giorni scorsi per quella di Biella. Oltre il termine della stagione venatoria sarà possibile proseguire, infatti, le azioni di depopolamento attraverso il controllo faunistico.

In provincia di Cuneo, dove la presenza del più grande distretto suinicolo del Piemonte richiede una maggiore cautela nell’impedire possibili spostamenti dei cinghiali, viene per il momento autorizzata in zona 1 l’esclusiva attività del controllo faunistico.

“Confagricoltura Piemonte accoglie con favore quest’iniziativa che, al netto dei fatti, porterebbe al contenimento progressivo e massivo della popolazione di cinghiali, a beneficio e a protezione dei territori non ancora interessati dalla malattia ma anche di tutto il settore primario piemontese, che risente quotidianamente dei danni arrecati alle coltivazioni per via della proliferazione incontrollata della specie”, afferma Enrico Allasia, presidente della Federazione degli imprenditori agricoli piemontesi al termine della riunione. 

“Siamo consapevoli del fatto che solo il tempo e la messa in atto di tutte le sinergie tra i soggetti coinvolti potranno portare a dichiarare indenne anche la nostra Regione – precisa Allasia –, ma non dimentichiamoci degli allevatori colpiti dal fermo attività, per i quali è doveroso prevedere un congruo e veloce risarcimento per ripartire, e coloro che, in zona di restrizione, non devono essere soggetti a forti speculazioni”.

C. S.

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