Riceviamo e pubblichiamo.
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La cancellazione del treno regionale Cuneo-Torino delle 7:24, ieri mattina, è solo l’ultimo episodio di una serie innumerevole di disservizi di Trenitalia negli ultimi mesi.
Senza offrire soluzioni alternative, i passeggeri sono stati dirottati sul treno successivo, che arriva a Torino mezz’ora dopo e che ovviamente era affollatissimo.
Il motivo di questa cancellazione ha riguardato il materiale rotabile, e la cosa non ci stupisce per niente. Nel contratto di servizio del servizio regionale Trenitalia l’età media delle carrozze è di quasi 27 anni nel 2022 - quella delle locomotive non viene citata “in quanto non accessibili ai viaggiatori” (sic) - con la previsione di un massiccio investimento in questi anni che dovrebbe abbatterla a 18 anni già nel 2024.
Sarebbe interessante sapere dall’assessore Gabusi, che due anni fa annunciava trionfalmente questi numeri, a che punto siamo. Sul rispetto dei contratti di servizio, al di là di quanto le Regioni vigilino e lo facciano rispettare, vi è una responsabilità importante del ministro dell’Economia e del titolare delle Infrastrutture – quest’ultimo forse troppo impegnato a sognare altri dicasteri – che non impongono un cambio di rotta a una società 100% statale: Trenitalia deve investire sui treni regionali perché non esiste solo l’Alta Velocità, che peraltro senza treni regionali avrebbe come unici utenti gli abitanti delle grandi città che collega.
I consiglieri del gruppo La nostra provincia chiedono al presidente Luca Robaldo di far sentire la voce del nostro territorio con la Regione e la giunta Cirio, responsabili del contratto di servizio di trasporto regionale di Trenitalia, del suo finanziamento e del rispetto delle sue condizioni, che non possono certo prevedere un trattamento simile per i pendolari.
Il gruppo La Nostra Provincia