Sopravvivere a chi sceglie la morte, provoca un dolore diverso da tutte le altre situazioni in cui il decesso giunge come conseguenza di malattia o di incidente. Tale particolarità rende questo lutto diverso e a tratti maggiore per le emozioni e per le tante domande che innesca in chi rimane. Pensiamo sia importante avvicinarsi ad essi con compassione, intesa come “cum patior”: soffrire insieme.
Il dolore affrontato, guardato e non fuggito, deve poter essere accolto e trasformato anche in situazioni così delicate come queste. Per questo motivo La Voce di Elisa ODV propone due iniziative, sostenute da Fondazione CRC e realizzate in collaborazione con Oasi Giovani e Di.A.Psi Alba-Bra, che verranno presentate lunedì 27 gennaio alle ore 18 presso Spazio Oceano (Corso Roma 111, Savigliano).
L’invito alla serata è rivolto a tutta la popolazione e ai professionisti interessati. Sarà un’occasione preziosa di confronto e per costruire insieme percorsi di prevenzione e supporto sempre più efficaci. La Voce di Elisa ODV, fin dalla sua costituzione, ha lavorato in collaborazione con il territorio per affrontare temi fondamentali legati al benessere mentale dei giovani e delle loro famiglie, cercando risorse per realizzare progettualità in grado di rispondere alle problematiche emergenti. Tra queste, il suicidio e la sua prevenzione rappresentano per l’associazione una priorità assoluta. Gli incontri proposti ai survivors, con delicatezza e rispetto, in piccolo gruppo, saranno tenuti da conduttori esperti. Queste proposte fanno seguito alle profonde riflessioni emerse dagli incontri con molti survivors e dalla presentazione del libro di Matteo B. Bianchi La vita di chi resta (Mondadori) avvenuta ad ottobre scorso nel contesto degli eventi del “Festival del Rumore”.
LE ATTIVITÀ
● Percorso di supporto e condivisione per “survivors”: cinque incontri da febbraio a maggio, organizzati a Savigliano, condotti dalle Dott.sse Garello Silvana (neuropsichiatra) e Palumbo Elisa (psicologa e psicoterapeuta), rivolti a chi è stato La Voce di Elisa ODV Strada Cavallotta 5, 12038 Savigliano CF 94052140046 - RUNTS n° 39035 Presidente Dott. Carlo Milordini | mail: info@lavocedielisa.org colpito dall’evento suicidario di una persona cara. La proposta è rivolta ai survivors residenti in qualsiasi territorio (verrà formato un gruppo di 8-10 persone). Informazioni: la partecipazione è gratuita e l’iscrizione farà seguito a un breve colloquio informativo.
● Attività formativa per educatori, insegnanti e operatori sociali, volta a individuare i segnali suicidari negli adolescenti e nei giovani, condotta da esperti del settore. L’obiettivo è formare dei “gatekeeper”, vere e proprie sentinelle del suicidio. Questa iniziativa è in continuità e in collaborazione con quanto sta portando avanti il Cantiere Adolescenti con il gruppo che al suo interno si occupa di prevenzione del suicidio. Seguiranno dettagli della programmazione e modalità di iscrizione.
Queste iniziative sono un’esperienza nuova nella nostra realtà e rispondono anche alle raccomandazioni della Rete Internazionale per la prevenzione del suicidio e la Ricerca sul suicidio della WHO.
«In che modo l’elaborazione di questo tipo di lutto è differente rispetto ad altri? Perdere un familiare a causa di un suicidio, e ancor più un figlio o una figlia, è una dolore inimmaginabile, un lutto diverso da ogni altro. Solo chi ha vissuto questa esperienza può cogliere la profondità di questo dolore. Dolore che si attraversa e si trasforma, ma non si cancella mai. L'elaborazione del lutto è un percorso personale, con analogie e tratti comuni, ma senza una ricetta o una regola precisa. È un processo interiore che ognuno compie, indipendentemente dalla consapevolezza o dalla volontà, perché la vita e il tempo continuano a scorrere accanto a noi. Ognuno trova la propria strada per affrontarlo: la fede, i figli, il lavoro. Nel nostro caso, anche l’associazione La Voce di Elisa» dichiara Antonia Bassignana, socia fondatrice de La Voce di Elisa.
In quale modo la prevenzione al suicidio è una questione che riguarda tutti, che ha ripercussioni sulla comunità? Occorre riflettere su questo, il suicidio riguarda ciascuno di noi. Ogni suicidio è devastante e ha un profondo impatto su coloro che ne sono coinvolti, famiglie e comunità. La prevenzione è un tema complesso. Un primo passo può essere sensibilizzare sul fenomeno e aiutare tutti a riconoscere i segnali d'allarme. È importante non negare che il problema esite: il suicidio infatti è la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 e 24 anni.
La prevenzione del suicidio è un impegno collettivo: educare, ascoltare. Possiamo citare lo scrittore Matteo B. Bianchi con il suo libro La vita di chi resta: “Cosa resta, quindi? Il dolore, ma anche la vita che va avanti”» afferma Mara Barcella, psichiatra referente del “Progetto Giovani” dell’ASL CN1 e vicepresidente de La Voce di Elisa.