Attualità - 15 gennaio 2025, 07:08

Entra nel vivo la partita per la presidenza dei Parchi

I partiti di maggioranza stanno definendo la spartizione delle dieci Aree protette di competenza regionale: 4 o 5 a Fratelli d’Italia, 4 tra Forza Italia e lista Cirio, uno o due alla Lega. Nel Cuneese gli amministratori del territorio non riescono a trovare indicazioni condivise per Alpi Marittime e Monviso

Ci vorrà ancora qualche tempo prima che si conoscano i nomi di coloro ai quali il presidente della Regione Alberto Cirio assegnerà la presidenza dei dieci Parchi (Enti di gestione di Aree protette) di competenza regionale.

Si è fatto un gran parlare negli ultimi tempi del fatto che i due cuneesi, Alpi Marittime e Monviso, sarebbero stati “prenotati” rispettivamente da Fratelli d’Italia e dalla Lista Cirio. In realtà a decidere – perché in calce al decreto di nomina è sua la firma - sarà appunto Cirio, a maggior ragione se perdura la situazione di stallo che vede, in entrambi i casi, i territori divisi, incapaci di esprimere indicazioni condivise.

Per quanto riguarda le Marittime il nome che circola con insistenza è quello di Armando Erbì, direttore Conitours e consigliere di minoranza a Chiusa Pesio, l’uomo che l’assessore regionale Paolo Bongioanni vorrebbe al posto del presidente uscente Piermario Giordano.

Le valli interessate non riescono però ad arrivare ad una sintesi perché gli amministratori sono divisi già a partire dalla valle Gesso, perché c’è chi vorrebbe la riconferma di Giordano (Entracque) e chi (Valdieri) vorrebbe l’ex direttore Canavese.

Emblematica la divisione che si registra in FdI, dove l’assessore Bongioanni si dice certo di Erbì, ma il sindaco di Valdieri, Guido Giordana, esponente del suo stesso partito, la pensa diversamente. 

Per quanto riguarda le Alpi Marittime sono sei i nomi di coloro che hanno presentato domanda: Benedetto Nicotra, ex deputato ed ex sindaco di Santena; Paolo Bertolotto, climatologo, ex funzionario dell’Arpa e oggi dirigente analista all’Asl Cn1; Giuseppe Canavese, ex direttore dello stesso Parco; Piermario Giordano, presidente uscente sempre del medesimo Parco; Armando Erbì, direttore del consorzio turistico cuneese Conitours e consigliere di minoranza a Chiusa Pesio;

 Federico Lemut, funzionario della Provincia, già amministratore a Briga Alta e dell’Unione montana Alta Valle Tanaro nonché vicepresidente del Parco fino a gennaio 2020.

Per il Monviso otto gli aspiranti: Emilio Bolla, funzionario dell’Unione Agricoltori, già presidente dell’Atc centrale del Piemonte (Torino) con un passato da sindaco a Bricherasio, poi consigliere a Pinerolo e in Comunità montana Valle Pellice e consigliere provinciale a Torino; Gabriele Donalisio, ex sindaco di Pagno e amministratore di Unione montana e Bim del Po; Daniele Mattio, ex sindaco di Revello; Aldo Perotto, consigliere di minoranza a Revello e amministratore uscente del medesimo Parco; Dario Miretti, già consigliere comunale a Saluzzo e presidente uscente del Parco;

 Danilo Rinaudo, presidente dell’Ascom saluzzese, vicepresidente degli albergatori della Granda e membro del cda del Gal Terre Occitane; Elisa Tarasco, biologa, imprenditrice di Crissolo, candidata alle regionali nella lista Fratelli d’Italia alle elezioni di giugno e Marco Dastrù, avvocato di Revello. 

Realisticamente, la rosa dei “papabili” si è ridotta a sei, in quanto Bolla è stato nominato al Csi (il consorzio della Regione che opera nel campo delle tecnologie e delle comunicazioni) e Tarasco è fuori dai giochi per le vicende legate all’inchiesta giudiziaria che la riguarda.

Per il Parco del Monviso, stando alle indiscrezioni, la designazione dovrebbe competere all’assessore alla Montagna Marco Gallo (lista Cirio), il quale – a diversità del suo collega Bongioanni – non si è ancora mai sbilanciato.

Miretti spera in una riconferma, ma le insidie per lui sembrano arrivare soprattutto da Revello. Risulta infatti che Marco Margaria, vicesindaco di Paesana e presidente del Bim del Po, uomo vicino a Gallo, stia perorando la causa dell’avvocato Dastrù. 

In panchina, dopo la nomina a presidente provinciale dell’Ascom, resta anche l’imprenditore saluzzese Danilo Rinaudo. 

Trattandosi di nomine di natura politica, chi è addentro alle dinamiche spiega che entro fine mese dovrebbe essere definita la spartizione delle presidenze fra i partiti di maggioranza, grosso modo in questi termini: quattro o cinque a Fratelli d’Italia, quattro tra Forza Italia e lista Cirio e uno o due alla Lega.

La variabile dipende dal fatto che a FdI ne vadano quattro oppure cinque; in questo secondo caso, la Lega dovrà accontentarsi di una sola presidenza che l’ex assessore Fabio Carosso risulta abbia già ipotecato per un uomo di sua fiducia al vertice del Parco paleontologico astigiano. 

Giampaolo Testa