Stamattina, presso la sede di Confinidustria Cuneo, sono stati presentati i dati relativi alle previsioni del primo trimestre 2025 realizzata dal Centro Studi di Confindustria Cuneo intervistando 300 aziende manifatturiere e dei servizi.
La fiducia delle imprese della Granda è calata di circa 15 punti percentuali rispetto all'ultimo trimestre del 2024. A incidere in modo negativo, tale da far perdere la fiducia al comparto, i costi delle materie prime, dell'energia e della logistica in generale. Difficile non collegare queste voci al contensto internazionale e alle difficoltà che ha l'Europa nella gestione del suo ruolo e della sua identità rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, ma anche rispetto alle politiche green e agli scenari di guerra.
E' la responsabile del Centro Studi Elena Angaramo a sintetizzare la situazione:
Si raffredda, quindi, la fiducia tra le aziende cuneesi, ma non la determinazione a rispondere alle sollecitazioni di un contesto globale incerto e complesso.
Se da un lato si registra una previsione di cautela, dettata anche dalla consueta prudenza di inizio anno dell’imprenditoria cuneese, dall’altro emerge la fotografia di un sistema industriale che si conferma comunque solido e capace di reagire e guardare oltre le complessità. Tengono, infatti, il passo gli investimenti, che rientrano nei programmi di oltre i tre quarti delle imprese manifatturiere cuneesi intervistate, con il 25,9% di esse, in aumento rispetto al 23,7% dell’ultimo trimestre 2024, che preannuncia investimenti di portata significativa. Va nella stessa direzione l’indice di utilizzo di impianti e risorse, che si attesta al 77,2% (78,8% nella precedente rilevazione), al di sopra del livello del ciclo economico normale.
Restando nell’ambito della manifattura, complici le incognite sugli assetti futuri del commercio e delle relazioni internazionali, presentano prospettive di riduzione i saldi ottimisti/pessimisti su produzione (da 7,3% dell’ultimo trimestre 2024 si scende a -8,1%), ordini (da -3,4% a -10,5%) e redditività (da -3,4% a -7,6%). Restano negative, anche se in ripresa, le esportazioni, condizionate da uno scenario di preoccupazione per la domanda globale e dalle reazioni conseguenti all’esito delle elezioni americane: il saldo, in questo caso, si ferma a -4,8%, ma migliora rispetto al precedente -9,4%.
Nonostante un ciclo economico dal passo incerto, il mercato del lavoro è ancora in tenuta, con aspettative positive sui livelli occupazionali, anche se più contenute: il 12,2% del campione pronostica un incremento dell’organico contro l’8,1% che immagina una diminuzione (saldo: 4,1% contro il precedente 6,2%). In parallelo, cresce al 9,9% (7,3% nel quarto trimestre 2024) la previsione di ricorso alla cassa integrazione. Aumenta inoltre il numero di aziende che teme un incremento dei costi di energia, materie prime, trasporti e logistica; stabili i tempi di pagamento (media di 73 giorni, mentre per gli enti pubblici è di 82 giorni), in calo i ritardi negli incassi (da 31,8% a 25,4%).
Guardando ai singoli settori, la metalmeccanica rimane orientata alla prudenza; complessivamente favorevoli, ma in contrazione, le indicazioni del comparto alimentare; il clima tra le imprese di edilizia e indotto inizia a risentire del venire meno degli effetti del Superbonus; rimangono favorevoli le attese nel comparto della chimica e gomma-plastica; è debole la fiducia del settore cartario-grafico; recuperano le prospettive delle imprese manifatturiere varie, mentre continua a essere in calo il clima di opinione delle realtà attive nell’estrazione e nella lavorazione di minerali non metalliferi.
I servizi proseguono la crescita avviata dopo la pandemia. Tolto il saldo sulle vendite all’estero, che è pari a zero, gli altri indicatori anticipatori sono positivi. Il saldo relativo ai livelli di attività sale dal 7,2% al 9,4%; è pari a 4,7% (da 7,2%) quello sugli ordinativi, mentre le prospettive sull’occupazione passano da 14,4% a 7,1%. Sale all’1,2% la quota di aziende dei servizi che prevedono il ricorso alla Cig. La propensione a investire cede 1,8 punti, con il 19,3% delle imprese che pianifica investimenti di una certa entità.
A livello settoriale, si mantengono espansive le attese nel terziario innovativo; si consolida il sentiment del comparto trasporti e logistica; le aziende dei servizi vari esprimono valutazioni favorevoli su livello di attività e nuovi ordini; restano improntate al pessimismo le aspettative tra le aziende dei servizi commerciali e turistici, anche se nessuna impresa del settore intende ricorrere agli ammortizzatori sociali; si indebolisce, infine, la fiducia tra le realtà delle utilities.
L’analisi cuneese, illustrata dal responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo, Elena Angaramo, è stata commentata dal presidente Mariano Costamagna e dal direttore generale Giuliana Cirio, partendo dal focus sull’economia internazionale di Nicola Calvano, Policy advisor and Liaison officer-International & European affairs, attivo presso la sede confindustriale di Bruxelles. È stato inoltre effettuato un videocollegamento con il tavolo che, a Torino, ha presentato i dati dell’indagine congiunturale piemontese e torinese: sono intervenuti i presidenti di Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto, e dell’Unione Industriali Torino, Marco Gay.
Il responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo, Elena Angaramo, ha osservato: «Gli indicatori qualitativi del primo trimestre 2025 confermano il quadro di incertezza in cui le imprese si trovano ad operare: sono evidenti le differenze tra settori ma, a livello aggregato, le informazioni raccolte dalla nostra indagine denotano come la crescita possa aver decelerato, da un lato penalizzata dal manifatturiero, i cui livelli di ordinativi, sia interni sia provenienti dall’estero, risultano più deboli, e dall’altro sostenuta ancora una volta dai servizi».
«All’interno di questo contesto complesso - ha commentato il presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna -, il sistema industriale cuneese si conferma solido. Gli investimenti restano il motore per alimentare crescita e innovazione e il territorio mostra vitalità, con livelli occupazionali stabili, esportazioni in ripresa e servizi sempre espansivi. Anche nei momenti di incertezza, le aziende della provincia di Cuneo sanno trasformare le sfide in opportunità, rafforzando il loro ruolo strategico nello sviluppo economico e sociale del territorio».
Ha aggiunto il direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio: «Mettendo a frutto le transizioni legate all’intelligenza artificiale, da adottare in modo etico e responsabile, e alla sostenibilità ambientale, si potranno favorire nuovi investimenti, anche per istruzione e ricerca. Il nostro Paese ne è drammaticamente carente, in un’Europa altrettanto drammaticamente in ritardo. Il tempo stringe, ma i capitali e le soluzioni sono a portata di mano, così come la determinazione e la consapevolezza delle nostre aziende».