Sabato 29 marzo 2003 è una data che corrisponde, nell’album della famiglia Dardanello, ad una sequenza di istantanee scolpite nella memoria e nel cuore. In quella memorabile mattinata fu sancita l’intitolazione a Piero Dardanello del campo di calcio di Vicoforte. All’evento promosso dal Torino Club Vico Granata, l’allora sindaco, Sebastiano Massa, e tante personalità del giornalismo e del calcio: dai cronisti Gian Paolo Ormezzano e Marco Bernardini a grandi campioni come Paolo Pulici, Claudio e Patrizio Sala, Claudio Sclosa, Roberto Salvadori e Roberto Rosato. Fu il primo, grande tributo pubblico alla statura professionale dell’ex direttore di ‘Tuttosport’, scomparso il 18 gennaio 2001, ma anche al suo grande attaccamento ai colori granata. La passione per il Toro caratterizzò la vita di Dardanello con un’intensità mai venuta meno. Del resto, come scrive Federico Buffa, "se la sorte ti ha dato in dote di essere innamorato di una squadra come il Torino, allora avrai la ragionevole certezza che quel tuo amore non sarà mai angustiato dalla monotonia ma da qualsiasi altra possibile condizione dell’animo, inevitabilmente, sì".
Fu dopo quella mattinata di sport e memoria che - su sollecitazione di Roberto Beccantini, Enzo D’Orsi e Michele Pianetta - germogliò in Sandro Dardanello, fratello di Piero, l’idea di far nascere un premio giornalistico che ricordasse a livello italiano il grande giornalista monregalese e le sue qualità di mattatore della cronaca sportiva, tra titoloni ad effetto, impaginazioni futuristiche e un’attenzione all’immagine inconsueta durante anni in cui il giornale non aveva altra dimensione che la carta e l’inchiostro. Un direttore che, addirittura, avrebbe fatto disegnare a mano i suoi giornalisti, se avesse potuto: oggettivamente una significativa novità.
Dopo vent’anni, la gemma è diventata una pianta robusta, con tanti rami che si sono, a loro volta, sviluppati: un progetto per gli studenti, concorsi per le scuole e per autori emergenti, incontri con atleti e protagonisti del panorama sportivo. L’energia non accenna a diminuire e, anzi, prosegue anche negli altri membri della famiglia Dardanello, sempre al fianco di Sandro, storico presidente dell’associazione. A partire dai suoi fratelli - Ferruccio, Marina e Anna - e dai figli e nipoti.
A nome di tutti parla Luca, figlio di Sandro e, da sempre, membro attivo del Consiglio direttivo dell’associazione culturale: "Per la nostra famiglia - evidenzia - l’associazione ‘Dardanello’ è un punto d’onore importante. Siamo legatissimi a questa realtà e, in generale, a tutte le iniziative promosse dal sodalizio: vogliamo proseguire anche in futuro e posso testimoniare che questo impegno non sarà fatto cadere. Ci sono piani di sviluppo anche per i prossimi anni, non solo nei confronti del premio, ma anche degli altri progetti portati avanti dall’associazione, in particolare quelli rivolti ai più giovani, che acquisiranno un’importanza sempre maggiore. Non va dimenticato che, tra i tanti modi in cui le nostre attività possono avere una ricaduta positiva per il territorio, questa è una delle più concrete e di immediato riscontro".
Le attività dell’associazione ‘Dardanello’ hanno certamente una ragion d’essere anche nel valore divulgativo e didattico dell’eredità professionale di Piero Dardanello. Ancora Luca chiarisce: "Nel 2003, quando siamo partiti con la prima edizione del premio, la nostra intenzione era semplicemente di ricordare nostro zio. Con gli anni abbiamo capito che, se tutto fosse stato finalizzato solo a celebrare il passato, per quanto prestigiosa questa manifestazione sarebbe rimasta esclusivamente appannaggio della nostra famiglia. Per costruirle un solido futuro era necessario coinvolgere le giovani generazioni, trasmettendo e divulgando la lezione professionale di Piero perché diventasse patrimonio comune. In questo modo, avremmo realizzato il più sincero tributo ad un uomo che, oltre ad una passione smisurata per lo sport e per il giornalismo, ha sempre avuto uno spirito aperto alle novità e attento a coltivare il talento dei giovani. Da qui nascono tutte le idee che sono giunte in seguito, grazie al lavoro dell’associazione e in primis di Paolo Cornero, vicepresidente, e di Michele Pianetta, segretario generale, da sempre al fianco di mio padre in questa avventura, con il fondamentale supporto organizzativo e logistico di Mariarosa e Tiziana Rossi di Esedra Pubbliche Relazioni".
Dopo questi anni resta, dunque, viva la memoria di Piero Dardanello, una figura estremamente affascinante di grande protagonista del mondo dello sport:"Avevo 23 anni - ricorda Luca - quando mio zio è venuto a mancare. I miei ricordi sono legati all’infanzia ed all’adolescenza, in particolare alla comune passione per il Torino. Grazie a lui potevamo vivere il tifo in modo diretto, ad esempio durante le partite allo stadio. Questi i miei ricordi più belli. Era una persona ironica, dalla scrittura graffiante. In famiglia ne apprezzavamo il lato quotidiano, anche se inevitabilmente sentivo soggezione nei confronti di un personaggio così importante, che non era raro vedere in televisione al ‘Processo del lunedì’. In quegli anni, in quel sistema mediatico, il ‘Processo’ era la trasmissione calcistica di riferimento. Per un appassionato di sport significava avere in casa un personaggio di primo piano".
Con queste premesse, l’associazione guarda più che mai al futuro. Proprio negli ultimi giorni dell'anno il direttivo si è incontrato per definire gli obiettivi per il 2025, un anno che vedrà svelate significative novità. Nuovi passi in avanti nel cammino del sodalizio, sempre nell’ispirazione del ruvido e intrigante giornalismo di Piero Dardanello.
In Breve
lunedì 13 gennaio
Accadeva un anno fa
Attualità