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Attualità | 13 gennaio 2025, 14:41

Manifatturiero, fiducia delle imprese della Granda giù di 15 punti. Costamagna: "Necessario restare positivi e propositivi"

La previsione per il primo trimestre 2025 è stata presentata questa mattina in Confindustria Cuneo. In un clima di incertezza del contesto mondiale, tengono gli investimenti, il tasso di utilizzo impianti e l'occupazione. E il presidente ha voluto lanciare un messaggio di ottimismo agli associati

Manifatturiero, fiducia delle imprese della Granda giù di 15 punti. Costamagna: "Necessario restare positivi e propositivi"

Stamattina, presso la sede di Confinidustria Cuneo, sono stati presentati i dati relativi alle previsioni del primo trimestre 2025 realizzata dal Centro Studi di Confindustria Cuneo intervistando 300 aziende manifatturiere e dei servizi.

La fiducia delle imprese della Granda è calata di circa 15 punti percentuali rispetto all'ultimo trimestre del 2024. A incidere in modo negativo, tale da far perdere la fiducia al comparto, i costi delle materie prime, dell'energia e della logistica in generale. Difficile non collegare queste voci al contensto internazionale e alle difficoltà che ha l'Europa nella gestione del suo ruolo e della sua identità rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, ma anche rispetto alle politiche green e agli scenari di guerra.

E' la responsabile del Centro Studi Elena Angaramo a sintetizzare la situazione: 

Si raffredda, quindi, la fiducia tra le aziende cuneesi, ma non la determinazione a rispondere alle sollecitazioni di un contesto globale incerto e complesso

Se da un lato si registra una previsione di cautela, dettata anche dalla consueta prudenza di inizio anno dell’imprenditoria cuneese, dall’altro emerge la fotografia di un sistema industriale che si conferma comunque solido e capace di reagire e guardare oltre le complessità. Tengono, infatti, il passo gli investimenti, che rientrano nei programmi di oltre i tre quarti delle imprese manifatturiere cuneesi intervistate, con il 25,9% di esse, in aumento rispetto al 23,7% dell’ultimo trimestre 2024, che preannuncia investimenti di portata significativa. Va nella stessa direzione l’indice di utilizzo di impianti e risorse, che si attesta al 77,2% (78,8% nella precedente rilevazione), al di sopra del livello del ciclo economico normale.

Restando nell’ambito della manifattura, complici le incognite sugli assetti futuri del commercio e delle relazioni internazionali, presentano prospettive di riduzione i saldi ottimisti/pessimisti su produzione (da 7,3% dell’ultimo trimestre 2024 si scende a -8,1%), ordini (da -3,4% a -10,5%) e redditività (da -3,4% a -7,6%). Restano negative, anche se in ripresa, le esportazioni, condizionate da uno scenario di preoccupazione per la domanda globale e dalle reazioni conseguenti all’esito delle elezioni americane: il saldo, in questo caso, si ferma a -4,8%, ma migliora rispetto al precedente -9,4%.

Nonostante un ciclo economico dal passo incerto, il mercato del lavoro è ancora in tenuta, con aspettative positive sui livelli occupazionali, anche se più contenute: il 12,2% del campione pronostica un incremento dell’organico contro l’8,1% che immagina una diminuzione (saldo: 4,1% contro il precedente 6,2%). In parallelo, cresce al 9,9% (7,3% nel quarto trimestre 2024) la previsione di ricorso alla cassa integrazione. Aumenta inoltre il numero di aziende che teme un incremento dei costi di energia, materie prime, trasporti e logistica; stabili i tempi di pagamento (media di 73 giorni, mentre per gli enti pubblici è di 82 giorni), in calo i ritardi negli incassi (da 31,8% a 25,4%).

Guardando ai singoli settori, la metalmeccanica rimane orientata alla prudenza; complessivamente favorevoli, ma in contrazione, le indicazioni del comparto alimentare; il clima tra le imprese di edilizia e indotto inizia a risentire del venire meno degli effetti del Superbonus; rimangono favorevoli le attese nel comparto della chimica e gomma-plastica; è debole la fiducia del settore cartario-grafico; recuperano le prospettive delle imprese manifatturiere varie, mentre continua a essere in calo il clima di opinione delle realtà attive nell’estrazione e nella lavorazione di minerali non metalliferi.

I servizi proseguono la crescita avviata dopo la pandemia. Tolto il saldo sulle vendite all’estero, che è pari a zero, gli altri indicatori anticipatori sono positivi. Il saldo relativo ai livelli di attività sale dal 7,2% al 9,4%; è pari a 4,7% (da 7,2%) quello sugli ordinativi, mentre le prospettive sull’occupazione passano da 14,4% a 7,1%. Sale all’1,2% la quota di aziende dei servizi che prevedono il ricorso alla Cig. La propensione a investire cede 1,8 punti, con il 19,3% delle imprese che pianifica investimenti di una certa entità.

A livello settoriale, si mantengono espansive le attese nel terziario innovativo; si consolida il sentiment del comparto trasporti e logistica; le aziende dei servizi vari esprimono valutazioni favorevoli su livello di attività e nuovi ordini; restano improntate al pessimismo le aspettative tra le aziende dei servizi commerciali e turistici, anche se nessuna impresa del settore intende ricorrere agli ammortizzatori sociali; si indebolisce, infine, la fiducia tra le realtà delle utilities.

L’analisi cuneese, illustrata dal responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo, Elena Angaramo, è stata commentata dal presidente Mariano Costamagna e dal direttore generale Giuliana Cirio, partendo dal focus sull’economia internazionale di Nicola Calvano, Policy advisor and Liaison officer-International & European affairs, attivo presso la sede confindustriale di Bruxelles. È stato inoltre effettuato un videocollegamento con il tavolo che, a Torino, ha presentato i dati dell’indagine congiunturale piemontese e torinese: sono intervenuti i presidenti di Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto, e dell’Unione Industriali Torino, Marco Gay.

Il responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo, Elena Angaramo, ha osservato: «Gli indicatori qualitativi del primo trimestre 2025 confermano il quadro di incertezza in cui le imprese si trovano ad operare: sono evidenti le differenze tra settori ma, a livello aggregato, le informazioni raccolte dalla nostra indagine denotano come la crescita possa aver decelerato, da un lato penalizzata dal manifatturiero, i cui livelli di ordinativi, sia interni sia provenienti dall’estero, risultano più deboli, e dall’altro sostenuta ancora una volta dai servizi».

«All’interno di questo contesto complesso - ha commentato il presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna -, il sistema industriale cuneese si conferma solido. Gli investimenti restano il motore per alimentare crescita e innovazione e il territorio mostra vitalità, con livelli occupazionali stabili, esportazioni in ripresa e servizi sempre espansivi. Anche nei momenti di incertezza, le aziende della provincia di Cuneo sanno trasformare le sfide in opportunità, rafforzando il loro ruolo strategico nello sviluppo economico e sociale del territorio».

Ha aggiunto il direttore generale di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio: «Mettendo a frutto le transizioni legate all’intelligenza artificiale, da adottare in modo etico e responsabile, e alla sostenibilità ambientale, si potranno favorire nuovi investimenti, anche per istruzione e ricerca. Il nostro Paese ne è drammaticamente carente, in un’Europa altrettanto drammaticamente in ritardo. Il tempo stringe, ma i capitali e le soluzioni sono a portata di mano, così come la determinazione e la consapevolezza delle nostre aziende».

Barbara Simonelli

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