Gentile Direttore,
sono stata nel vostro Mondovì in diverse occasioni, ospite di amici monregalesi.
Io abito in Lombardia e viaggio spesso con il treno: conosco le stazioni della mia regione ma anche della Toscana e del centro Italia...stazioni che negli ultimi anni hanno ridotto i servizi o completamente eliminati lasciando i viaggiatori senza un bar, senza un bagno, senza un posto caldo dove passare i tempi di attesa per i ritardi che sono diventati parte integrata del viaggio in treno.
La stazione di Mondovì mi ha molto sorpresa: sono arrivata una sera d’estate e ho sentito della musica scendendo dal treno, ho trovato un concerto di buona musica, un bar aperto con personale gentile, un pubblico di adulti e di giovani.
Mi sono stupita e incuriosita e ho chiesto ai miei amici monregalesi che tipo di iniziativa fosse quella a cui stavo assistendo: così mi è stato presentato un programma di incontri già avvenuti nei mesi precedenti ed anche una lista di eventi programmati per i mesi a venire che, purtroppo, mi sarei persa per questioni logistiche di distanza.
Tra gli eventi passati leggevo: una serata con cena etnica, un film sulla Palestina, la presentazione di un libro con apericena africana, un film importante sugli allevamenti intensivi “food for profit” seguito da cena vegana, una presentazione di un libro sui partigiani, un incontro con l’antropologo Adriano Favole sul libro “la via selvatica” e infine un insospettabile corso sulla Filosofia di Comunità….altre iniziative di rara qualità come quello degli spigolatori a giugno, un aperitivo in inglese (parte di un corso di inglese) e tanti altri incontri ed iniziative che mi hanno sorpresa per la possibilità di conoscere situazioni e mondi troppo spesso etichettati da superficialità e luoghi comuni… tutto ciò offerto gratuitamente in una stazione… “ma che storia è questa?”
Posso solo pensare che è una bella storia, confermata poi dalla lettura delle altra attività: corsi d’inglese interattivi, corsi di arabo e di italiano per gli stranieri, spazi espositivi aperti alle opere dei giovani artisti del monregalese con esposizione delle loro opere appese nelle salette dove è possibile pranzare grazie alla ripresa della ristorazione...ho avuto la sensazione di assistere ad uno di quei progetti che vengono presentati a volte nei programmi televisivi a dimostrazione che i sogni e le utopie ci aiutano a oltrepassare le difficoltà … e so che ce ne sono state tante a cominciare dalle paludi burocratiche che ognuno di noi conosce anche senza essere commercianti e imprenditori, ma semplicemente cittadini
Mi auguro, dopo aver avuto questa sorpresa nella vostra stazione, che lo stesso fermento e la forte creatività che caratterizza questo luogo insospettabile divenga un esempio e per usare una parola un po' abusata ultimamente, che questa sfida (perché credo di questo si sia trattato quando il progetto ha iniziato a calarsi nel reale) lasci spazio ad ulteriori azioni orientate verso l’accoglienza, la conoscenza l’aggregazione tipiche di un luogo di passaggio e di viaggio come è d’altronde una stazione ferroviaria.
Nella speranza di ritornare presto nella bella stazione di Mondovì, vi ringrazio per la Vostra attenzione.
Mara Fransci
Da Sondrio