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Copertina | 12 gennaio 2025, 00:00

Luca Baravalle: l’importanza della formazione per la crescita del Paese

Il personaggio: chi è il protagonista del nuovo corso della Fondazione San Michele Arcangelo

Imprenditore con un approccio innovativo e una visione globale, Baravalle ha ricoperto ruoli di leadership nei settori del food, della finanza, dell’arte e delle costruzioni, distinguendosi per la capacità di coniugare sostenibilità e sviluppo economico

Imprenditore con un approccio innovativo e una visione globale, Baravalle ha ricoperto ruoli di leadership nei settori del food, della finanza, dell’arte e delle costruzioni, distinguendosi per la capacità di coniugare sostenibilità e sviluppo economico

Luca Baravalle, nato a Carmagnola l’8 giugno 1982, è una figura emergente nel panorama imprenditoriale e filantropico italiano. La sua recente nomina a presidente della Fondazione San Michele Arcangelo di Bergamo segna una tappa cruciale nella sua carriera, confermando la sua dedizione ai valori sociali e al servizio della comunità.

Imprenditore con un approccio innovativo e una visione globale, Baravalle ha ricoperto ruoli di leadership nei settori del food, della finanza, dell’arte e delle costruzioni, distinguendosi per la capacità di coniugare sostenibilità e sviluppo economico.

Fondatore della Fondazione Baravalle, ha promosso progetti a forte impatto sociale, con un’attenzione speciale alle fasce più deboli e alla valorizzazione del patrimonio culturale. La presidenza della Fondazione San Michele Arcangelo rappresenta una naturale estensione del suo impegno. Baravalle vede questa nuova responsabilità come un’opportunità per rafforzare sinergie e creare percorsi inclusivi, dichiarando: “Assumere questa guida non è solo un onore, ma una responsabilità. Credo nei valori della Fondazione e sono certo che insieme possiamo raggiungere obiettivi importanti per il bene della comunità”.

Sotto la sua leadership, la Fondazione punta a potenziare e promuovere programmi educativi innovativi e iniziative di sostenibilità e inclusione lavorativa.

L’approccio dinamico e visionario di Baravalle si conferma come il motore per un futuro ricco di crescita e innovazione, con l’obiettivo di consolidare la Fondazione come modello di eccellenza a livello nazionale e internazionale.

Lo abbiamo sentito e conosciuto meglio.

Presidente Baravalle, come pensa di poter conciliare tutti i suoi numerosi impegni?

"Non conosco altra modalità per vivere, se non quella di impegnarsi completamente in ciò che si fa. Ho imparato negli anni che il gusto della vita è sempre direttamente proporzionale all’impegno che mettiamo nel perseguire i nostri ideali. Ogni sfida rappresenta un’opportunità per dare il meglio di sé, e il mio impegno con la Fondazione San Michele Arcangelo è mosso dalla profonda convinzione che i valori fondanti l’educazione come la solidarietà, l’inclusione e la crescita sostenibile meritino dedizione assoluta. Naturalmente, l’organizzazione è fondamentale: affidarmi a Collaboratori competenti e appassionati al loro lavoro mi permette di massimizzare l’efficacia delle mie azioni, mantenendo il focus sugli obiettivi. Ritengo pertanto che è l’adesione totale ad un ideale per cui si vive che trasforma l’impegno di ognuno in un percorso di crescita appagante e ricco di significato".

Perché si è interessato al campo della formazione?

"Come ci ha ricordato Papa Francesco, non viviamo semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambiamento d’epoca. I valori che per lungo tempo hanno sostenuto la nostra società si sono disgregati, lasciando un vuoto che ha contribuito all’attuale emergenza educativa. Questo è evidente nel crescente fenomeno dei neet — giovani che non studiano, non lavorano — una realtà che non possiamo permetterci di ignorare. La formazione rappresenta uno degli strumenti fondamentali per rispondere a questa sfida, ma da sola non basta: deve essere parte di un progetto più ampio, che includa l’educazione come esperienza globale di crescita umana e civica. Se la formazione è la competenza tecnica, l’educazione è il cuore e la coscienza che orientano l’uso di quelle competenze. Non possiamo restare a guardare mentre le nuove generazioni perdono speranza; per questo il mio impegno e quello della Fondazione San Michele Arcangelo si concentrano su percorsi che uniscano sapere, valori e opportunità reali per costruire un futuro sostenibile e inclusivo".

Cosa si aspetta dall'alleanza con la Fondazione San Michele Arcangelo?

"Più che di un’alleanza, parlerei di un incontro e del riconoscimento di radici comuni. La Fondazione San Michele Arcangelo e la Fondazione Baravalle condividono una visione basata su valori profondi: solidarietà, inclusione e sviluppo sostenibile. Da questa convergenza mi aspetto un cammino di crescita e una proposta nel mercato della Formazione sempre più visibile e intercettabile da un numero crescente di persone, con un’attenzione particolare ai giovani, agli imprenditori. È fondamentale creare un ambiente fertile dove nuove idee possano germogliare e dove chi desidera impegnarsi per il bene comune trovi ispirazione e strumenti concreti. L’obiettivo non è solo unire risorse, ma dare vita a un dinamismo capace di generare valore sociale e culturale a lungo termine".

Quali sono i vostri obiettivi in Piemonte e in provincia di Cuneo?

"In Piemonte ci impegniamo a rafforzare la rete di supporto sociale e a promuovere opportunità formative capaci di rispondere ai bisogni emergenti della società contemporanea. Oltre all’ampliamento delle infrastrutture per l’assistenza alle persone più vulnerabili, uno degli obiettivi principali è sviluppare percorsi di formazione terziaria di eccellenza, come gli ITS Academy. Questi istituti rappresentano un modello innovativo che unisce alta qualità didattica e stretta collaborazione con il mondo delle imprese, offrendo ai giovani le competenze più richieste e una preparazione orientata al lavoro e all’imprenditorialità. Sono certo che investire su una formazione di eccellenza sia fondamentale per costruire un futuro sostenibile, dove le nuove generazioni possano realizzare il proprio potenziale e contribuire al progresso economico e sociale del territorio. L’educazione è una delle chiavi per rendere la comunità più inclusiva e resiliente, e la nostra azione punta a rendere queste opportunità accessibili e trasformative.

Nella provincia di Cuneo, uno dei nostri obiettivi chiave è rafforzare le reti di sostegno sociale, fornendo risposte concrete ai bisogni delle famiglie. Parallelamente, lavoriamo per preservare e valorizzare il patrimonio culturale, unendo tradizione e innovazione per promuovere un’identità locale aperta".

Cosa pensa dei percorsi di studio italiani?

"Il sistema educativo italiano ha una tradizione ricca e autorevole, ma deve affrontare con decisione le sfide di un mondo in rapida trasformazione. Per preparare i giovani al futuro, occorre un approccio più dinamico e integrato con le realtà produttive. Innanzitutto, non dobbiamo temere di esplorare nuove forme, anche non convenzionali, di educazione e formazione cambiando i paradigmi dell’educazione. I nostri percorsi di studio, per esempio, sono progettati in collaborazione con aziende e imprenditori, garantendo un’assoluta assonanza con le loro esigenze. Questo dialogo continuo tra formazione e mondo del lavoro non solo riduce il divario tra domanda e offerta di competenze, ma favorisce anche l’innovazione e la competitività. Una formazione così concepita permette agli studenti di sviluppare non solo conoscenze teoriche, ma anche esperienze pratiche, aumentando le opportunità di inserimento e di successo professionale. Solo rafforzando questa sinergia possiamo ricostruire un sistema educativo in grado di affrontare con efficacia le esigenze del mercato e della società".

Come possono le fondazioni essere di aiuto nel panorama economico-sociale?

"Intervenendo con percorsi mirati su aree strategiche del paese per migliorarne lo sviluppo economico. Vorrei puntare in 5 anni al raddoppio dei talenti (gli studenti), con un maggior consolidamento sul territorio nazionale e la pianificazione di investimenti sul mercato internazionale, con particolare attenzione alla Francia, alla Spagna, all’Inghilterra e agli Stati Uniti, al fine di gestire direttamente e al meglio l’interscambio formativo degli studenti che già oggi vivono esperienze all’estero. Solo con coraggio e passione possiamo affrontare questa sfida, così come ci ha indicato il cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Cei, durante la nostra Convention: “La vostra missione è dare vita a una comunità che non solo accoglie il presente, ma si prepara a sostenere i tanti che verranno, aiutandoli a scoprire il motivo per cui sono stati creati”. Le fondazioni, dunque, devono essere agenti di cambiamento, capaci di adattarsi, innovare e accompagnare le persone lungo percorsi di crescita integrale, promuovendo non solo il benessere materiale ma anche quello spirituale e umano. In questo modo, creiamo comunità più forti, inclusive e orientate al futuro, dove ogni individuo possa riconoscere il proprio valore e contribuire al bene comune".

Silvano Bertaina

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