“Il tonometro serve a rilevare eventuali cambiamenti della pressione oculare per ottenere una diagnosi precoce: proprio per questo è necessario che venga impiegato da un medico”. Sono queste le parole con cui il pubblico ministero ha rassegnato le proprie conclusioni in merito alla vicenda che vede un ottico di Savigliano imputato in tribunale a Cuneo con l’accusa di abuso della professione.
La vicenda risale al maggio 2020, quando una donna - un’investigatrice privata incaricata dall’agenzia Ago di Milano - si presentò nel negozio di ottica dell’imputato per chiedere un controllo della vista. Terminato l’esame l’ottico ha disse alla cliente che non sarebbe stata necessaria una modifica delle lenti. Lei, a quel punto, gli spiegò di avere una familiarità con il glaucoma. L’uomo le consigliò allora un controllo specialistico e, di fronte all’insistenza della cliente, le misurò la pressione oculare col tonometro a soffio: un’ulteriore visita che il professionista, ottico e optometrista, secondo la Procura non avrebbe potuto né dovuto svolgere perché lo strumento diagnostico sarebbe di esclusivo appannaggio di un oculista. Una volta consegnati i risultati stampati l’ottico ribadì nuovamente la necessità di un oculista, in quanto lui non avrebbe potuto rilasciarle quella diagnosi.
L’investigatrice era stata mandata proprio a verificare se l’uomo avesse anche effettuato l’esame della misurazione della pressione oculare. Da qui la richiesta di condanna a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 8mila euro.
Alla visita nel negozio dell’imputato, i Nas non hanno riscontrato irregolarità, ma il fatto avvenuto con l’investigatrice si è rivelato sufficiente per il rinvio a giudizio, in un processo nel quale l’Ordine dei Medici e Società di Oftalmologica Italiana figurano come parte civile: “È stata violata una legge che sicuramente vieta l’utilizzo del tonometro a professionisti che non siano medici oculisti”, ha sostenuto il legale di parte civile, che ha chiesto la corresponsione di un risarcimento danni e una provvisionale di 5mila euro.
Il 17 febbraio, ascoltate le richieste della difesa, il giudice pronuncerà sentenza.