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Curiosità | 09 gennaio 2025, 06:49

Stella di Natale o Poinsettia: dalle origini… ai giorni nostri!

Curiosità sulla pianta delle feste e consigli per farla durare a lungo

Stella di Natale o Poinsettia: dalle origini… ai giorni nostri!

Come prendersi cura della stella di Natale? È la domanda che ci poniamo ogni anno di questi tempi. Così smaccatamente natalizia che il nostro immaginario ci rende difficile pensare che in realtà sia una pianta tropicale. E che come tale detesti il freddo.

Siamo abituati a chiamarla stella di Natale, ma il suo vero nome è Euphorbia pulcherrima e significa “più bella delle euforbie” (la famiglia di cui fa parte), fu catalogata così nel 1833 dal botanico Carl Ludwig Willdenow. Si deve invece a Johann Friedrich Klotzsch (dottore, chimico e custode del Museo Botanico di Berlino) l’espressione stella di Natale, datata 1834. In Turchia è nota come Fiore di Atatürk, il fiore preferito del generale Mustafa Kemal. Nota anche come Poinsettia, è una pianta ornamentale originaria del Messico, dove cresce spontaneamente e può raggiungere anche un’altezza tra i due ed i quattro metri, ma in casa vostra non supererà i 60 cm.

Origini di un simbolo del Natale

Rossa, come il Natale: non a caso per tutti è la stella di Natale, il fiore simbolo di dicembre e dei giorni di festa. Fu scoperta pare nel lontano 1520 dagli spagnoli di Hernan Cortès giunti nella capitale azteca Tenochtitlán. I conquistadores la notarono tra i fiori e i frutti che erano destinati a Montezuma, un imperatore azteco che regnò dal 1502 al 1520.

Solo diversi secoli dopo fu importata in Europa, dove questa pianta è diventata ben presto segno di buon auspicio e rinnovamento. Per alcuni, sarebbero stati i missionari spagnoli a battezzare la pianta come “stella di Natale”, poiché, offrendo il meglio di sé proprio in coincidenza con tale festività, incarna lo spirito di rinascita del Natale. Per questo motivo è diventata uno dei simboli della Natività ed è abitudine molto diffusa regalarla durante le feste come pensiero di buon augurio.

La popolarità in Italia è arrivata soltanto due secoli fa, quando venne usata per adornare la Basilica di San Pietro ed ora secondo i dati ufficiali, ogni anno, se ne vendono circa 20 milioni di esemplari.

Perché la stella di Natale si chiama anche Poinsettia

La stella di Natale necessita di un clima subtropicale per crescere al meglio: difatti nei luoghi caldi d’oltreoceano da cui è originaria, questa pianta può arrivare fino a 4 metri di altezza. Nel 1812 il dottore in botanica, nonché primo ambasciatore degli USA in Messico Joel Roberts Poinsett rimase a tal punto affascinato dalla stella di Natale selvatica, che la portò con sé dal Messico agli Stati Uniti. Poinsett morì il 12 dicembre e proprio in suo onore è stato scelto questo giorno come Poinsettia Day, “il giorno della Poinsettia”, altro nome con cui è conosciuta la stella di Natale. Il 12 dicembre negli USA si è soliti regalare stelle di Natale ai propri cari, ma questo fiore è amatissimo anche in Europa: è la pianta tradizionale che entra nelle case durante le feste.

Diffusione della stella di Natale

Pare, tuttavia, che il merito di aver reso Euphorbia pulcherrima tra le piante da interni più popolari e commercializzarla come pianta “natalizia” sia da attribuire ad una famiglia di commercianti californiana. A inizio Novecento, infatti, Paul Ecke Sr. vendeva i rami recisi durante le festività ai migliori negozi di Los Angeles, su Sunset Boulevard, a Hollywood Boulevard e nei pressi del Walk of Fame. Suo figlio Paul Ecke Jr. si occupava di selezionare piante che resistessero al trasporto e producessero un elevato numero di fiori. Donandole alle riviste di moda per i loro shooting fotografici e ai set di trasmissioni televisive, Ecke Jr. rese la stella di Natale celebre e molto richiesta per decorare gli interni delle case californiane. Dai rami recisi si è passati alla produzione di piante in vaso. Negli anni Cinquanta ci sono stati i primi tentativi di coltivazione in Germania, per testare la capacità della pianta di sopravvivere anche negli ambienti riscaldati, cosa che inizialmente si pensava impossibile, ma che invece ora fa sì che si possa ammirare nelle case addobbate a festa la stella di Natale.

Le caratteristiche botaniche

Come ci ricorda Wikipedia, la stella di Natale appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, ordine Euforbiali (Euphorbiales), classe delle Dicotiledoni (Magnoliopsidae), divisione delle Angiosperme (Magnoliophytae); all’interno del suo tronco e dei suoi rami vi è una sostanza lattiginosa (il lattice), leggermente irritante per la pelle, ma altamente tossica per cani e gatti.

La sua bellezza è senza dubbio la fioritura ma, al contrario di quello che si può pensare, il suo fiore, detto ciazio, con petali e sepali disposti a coppa, non è rosso, ma di colore giallo e circondato da una corona di cinque brattee rosse.

L’80% di tutte le stelle di Natale vendute in Italia sono rosse. E pensare invece che sono ben 150 le varietà della pianta simbolo delle feste. Si spazia dall’albicocca al bordeaux, dal bianco crema al salmone, dall’arancione al rosa, dal cannella e al giallo limone senza dimenticare le numerose varietà bicolore caratterizzate da sfumati e screziature.

Leggende

Perché si regala proprio a Natale? I colori della stella di Natale sono indubbiamente tra i più adatti a questo periodo, ma non è l’unico motivo. A questo fiore è infatti legata un’antica leggenda. Essa era coltivata già da Indios e Aztechi per cui era un fiore simbolo di purezza il cui colore rosso intenso riportava alle gocce di sangue di una dea morta per amore.

Ma un’altra è la leggenda messicana più famosa che avvolge la pianta: si dice che molti secoli fa, durante la notte di Natale, in chiesa, una bambina molto povera desiderava mostrare a Gesù il proprio amore, ma non aveva i mezzi per farlo. Così, una voce le suggerì di uscire e di raccogliere un fascio di sterpi ed erbe che, depositate sull’altare, si trasformarono in meravigliose stelline rosse. Non a caso, in Messico infatti si usa l’espressione flor de Nochebuena, cioè fiore della Notte Santa.

L’amore che si nasconde dietro questa leggenda continua ad avvolgere il fiore in varie declinazioni, tanto che in Francia prende il nome di Étoile d’Amour (Stella d’Amore) e viene commercializzata per la Festa della Mamma, mentre in Centro America prende il nome di Hoja encendida (Foglia infuocata) e simboleggia la passione.

Come prendersi cura di una stella di Natale e farla rifiorire

Se avete ricevuto in dono, o avete regalato una pianta di Euphorbia pulcherrima, vi sono alcune informazioni che potrebbero interessarvi. Non tutti sanno che non solo ne esistono varietà di altri colori, ma la stella di Natale è una pianta che possiamo tenere e far fiorire tutto l’anno con le cure giuste. Stiamo parlando di una pianta piuttosto delicata che soffre se non viene curata bene. Probabilmente avrete notato come, dopo poche settimane, la stella di Natale tenda a perdere tutte le foglie e sembrare morta. Attenzione, non lo è, e noi vi ricordiamo i consigli di Massimo Rampado, esperto braidese di floricoltura, per godere della bellezza di questa pianta anche dopo le feste e scoprire come farla rifiorire anno dopo anno.

«Intanto, occorre tenerla in un ambiente luminoso, ma non al sole diretto, al riparo dalle correnti d’aria. La sua temperatura ideale è intorno ai 20°C. La Poinsettia deve essere irrorata regolarmente e ama avere un terreno umido, ma non troppo bagnato, perciò è meglio darle da bere quando la superficie del terreno risulta asciutta, finché non si vede l’acqua uscire dai buchi sotto il vaso. Dopo 10 minuti, rimuovere il liquido in eccesso dal sottovaso. È sufficiente bagnarle ogni 5 o 6 giorni valutando con le dita il grado di umidità del terreno. Un’opzione ideale è quella di soppesare il vaso, perché, specie per le piante di taglia media-grande, non esiste un’adeguata proporzione fra massa fogliare e terra disponibile e le piante con poca terra asciugano più rapidamente e hanno bisogno di maggiore acqua. In questo modo si procede fino ad aprile, con aggiunte di fertilizzanti già dai primi di gennaio».

Con l’arrivo della primavera, il ritmo di vita della pianta si modifica, così come le cure da adottare. «Si può potare qualche ramo e portarla all’esterno in un luogo fresco e arieggiato, ad una temperatura di circa 15°C. I tagli di potatura saranno nebulizzati con semplice acqua, poiché il lattice che ne fuoriesce può irritare la pelle. In estate la pianta può continuare a stare all’aperto, in una zona riparata dal sole, ricominciando ad annaffiarla e concimarla regolarmente. Con l’arrivo dell’autunno la stella di Natale va posta all’interno ed essendo una pianta fotoperiodica, la cui crescita e fioritura dipendono da quanta luce riceve, se si vuole che la pianta germogli a Natale è necessario esporla alla luce ed al calore, continuando a bagnare e concimare regolarmente per favorire la tipica colorazione delle brattee».

Da alcuni studi fatti di recente, pare che sia utile tenere in casa la stella di Natale in quanto ha la proprietà di rimuovere i vapori chimici di alcune sostanze nocive disperse nell’aria in ambienti chiusi.

La riproduzione della Poinsettia avviene in primavera per talea, quindi se volete riprodurla a partire da una pianta madre, usate una lametta anziché le forbici per evitare lo schiacciamento del ramo mentre ottenete la talea. La parte tagliata va posta in un bicchiere con acqua tiepida e lasciata radicare, e infine messa in un vaso.

Con questi consigli la nostra stella di Natale crescerà rigogliosa e porterà colore e allegria nelle nostre case, per molto molto tempo.

Silvia Gullino

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