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Cronaca | 03 gennaio 2025, 15:20

Dal contrasto alla pedopornografia alla lotta al crimini informatici: un anno di attività della Polizia Postale piemontese

Ben i 24 casi di revenge porn. Undici gli arresti in materia di contrasto ai reati di sfruttamento dei minori online, a fronte di 78 deferimenti all'autorità giudiziaria

Immagine d'archivio

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Tutela della persona e in particolare dei minori dai possibili reati commessi online; tutela del patrimonio di privati, imprese e istituzioni dalla criminalità finanziaria in rete; contrasto al cyberterrorismo; protezione delle infrastrutture critiche informatizzate strategiche per il Sistema Paese.

Sono state molteplici nel 2024 le sfide affrontate dalla Polizia Postale e compendiate nel report diffuso nella giornata odierna, che può contare su una rete di 100 uffici territoriali coordinati dal Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica,  oggi inserito nella nuova Direzione Centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dedicata all’alta investigazione tecnologica e alle scienze forensi.

Una struttura, quella della Polizia Postale, strategicamente diffusa e in grado di rispondere prontamente alle istanze di sicurezza dei cittadini, sempre più proiettate nel dominio cibernetico, anche attraverso l’azione dei suoi Centri: il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC), presidio di sicurezza per le pubbliche amministrazioni e le imprese strategiche del Paese, in un unico grande “sistema” di pubblica sicurezza cyber; il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO), in prima linea nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori sulla rete; il Commissariato di PS online, sito ufficiale della Polizia Postale e strumento di diretto contatto con i cittadini, ai quali vengono fornite informazioni, approfondimenti e aiuto, nelle situazioni più delicate.


CENTRO NAZIONALE CONTRASTO PEDOPORNOGRAFIA ONLINE

I dati del 2024 relativi alle attività del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) mostrano un aumento complessivo di casi trattati e di operazioni di contrasto, con un maggior numero di persone arrestate e di perquisizioni effettuate. Il Centro ha coordinato oltre 2.800 indagini, con circa 1.000 perquisizioni, 144 arresti e 1.028 denunce. Molte di queste indagini hanno riguardato la detenzione, lo scambio e la produzione di materiale pedopornografico, oltre all'adescamento online di minori.

L'attività di monitoraggio della rete ha portato all'analisi di oltre 42.000 siti web, di cui 2.775 inseriti nella black list per contenuti pedopornografici.

Con riferimento al cyberbullismo, rispetto al 2023 si è registrato un lieve aumento dei casi, oltre 300. L’analisi dei dati ha consentito di osservare come la fascia d’età più colpita sia quella 14-17 anni, sebbene gli incrementi più significativi siano legati alle fasce d’età 0-9 e 10-13 anni.

Estorsioni sessuali in rete e diffusione non autorizzata di immagini o video intimi hanno colpito vittime anche minorenni; l’analisi dei dati evidenzia che dal 2023 al 2024, i primi sono in diminuzione e i secondi in aumento.

In Piemonte e Valle d’Aosta sono state condotte due operazioni di contrasto alla pedopornografia online, la prima con risvolti sull’intero territorio nazionale, la seconda concentrata sul territorio piemontese.

Ad ottobre 2024, nell’ambito dell’operazione “La Croix”, più di 100 operatori della Polizia Postale in tutta Italia hanno eseguito 33 decreti di perquisizione, procedendo ad arresti in flagranza di reato per detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico nel Milanese, Cagliaritano e Beneventano a carico, tra gli altri, di un appartenente alle forze dell’ordine e di un prelato. Le indagini, durate oltre 6 mesi, sono state svolte in modalità sotto copertura, in stretto raccordo con la competente Autorità Giudiziaria e con il coordinamento del Servizio Polizia Postale.

La seconda operazione di contrasto, denominata “Dangerous Share”, è giunta ad esecuzione a dicembre, trovando spunto iniziale in una segnalazione di carattere internazionale da parte dell’organizzazione no profit britannica Child Rescue Coalition (CRC), permettendo di identificare gli utilizzatori degli account di sharing riconducibili a otto indagati residenti in territorio piemontese, a carico dei quali sono stati eseguiti altrettanti decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Torino.

Le perquisizioni sono state eseguite con la collaborazione delle Sezioni Operative di Asti, Alessandria, Biella, Novara e Vercelli. L’attività ha portato all’arresto in flagranza a vario titolo di cinque soggetti dai 40 ai 78 anni, per detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico e per distribuzione illecita del medesimo tipo di materiale in rete. I soggetti avevano infatti a disposizione contenuti di sfruttamento minorile di diversa natura, talvolta relativi a violenze sessuali e atti sessuali con bambini anche piccolissimi, nonché materiale particolarmente cruento e violento (cd. “gore”).

In Piemonte e Valle D’Aosta si registrano per il 2024 11 arresti in materia di contrasto ai reati di sfruttamento dei minori online, a fronte di 78 deferimenti all’A.G..

TUTELA DELLA PERSONA ONLINE

Nel corso dell’anno 2024 incisiva è stata l’attività operativa riguardo il contrasto ai reati contro la persona commessi attraverso l’utilizzo dei dispositivi informatici e i social network, e particolare attenzione è stata dedicata a tutte quelle forme di aggressione previste dal “codice rosso”.  In generale, i reati contro la persona perpetrati attraverso la rete sono in aumento. Tra questi, 1500 casi di sextortion – le cui vittime maggiorenni sono state principalmente uomini – e 264 casi di diffusione non consensuale di immagini o video intimi, prevalentemente nei confronti di donneche hanno portato alla denuncia di oltre 200 persone.

In Piemonte e Valle d’Aosta, la Polizia Postale ha trattato 15 casi di stalking, in aumento rispetto all’anno precedente, e 24 casi di revenge porn, giungendo al deferimento di 14 soggetti per atti persecutori e di 13 per la diffusione di materiale esplicito destinato a restare riservato.

In tale ambito sono state eseguite a cura degli operatori del C.O.S.C. due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino a carico di due soggetti, resisi presuntivamente responsabili a vario titolo di stalking nei confronti di una vittima che sui social aveva esternato la propria esperienza nel delicato percorso di cambio di sesso.

La persona offesa aveva infatti denunciato, in diverse occasioni, agli operatori della Polizia Postale del COSC Piemonte-Valle d’Aosta, di essere vittima di ripetute offese, minacce  e pubblicazioni di dati personali su diversi canali attivati presso una nota piattaforma di streaming, mediante registrazioni e dirette in cui veniva in particolare attaccata con manifestazioni di odio transfobico, con l’obiettivo di indurla ad interrompere il proprio iter di transizione di genere o comunque di farla tacere circa la propria condizione emotiva.

All’hate-speech erano seguiti anche episodi di pedinamento fisico ai suoi danni, diffusione dei dati anagrafici, ricatti rivolti alla vittima in privato sui profili social, rinforzati anche dalla prospettazione del particolare ruolo lavorativo dell’interlocutore, che si spacciava quale “funzionario del ministero dell’interno”, in grado di conoscere in ogni momento spostamenti e dettagli della vita personale del proprio “target”, fino ad arrivare a minacce di morte.

Gli accertamenti svolti dalla Polizia Postale, sotto la direzione della Procura di Torino, hanno consentito di incrociare una serie di tracce informatiche e dati di interesse investigativo, consentendo di risalire ai due indagati: in particolare uno dei due era autore delle dirette streaming di carattere denigratorio; l’altro, in possesso di credenziali di accesso a banche dati contenenti dati personali in ragione della propria attività lavorativa, era riuscito a carpire illecitamente i dati anagrafici successivamente diffusi, motivo per cui è stato lui contestato anche l’accesso abusivo a sistema informatico o telematico.

CENTRO NAZIONALE ANTICRIMINE INFORMATICO PER LA PROTEZIONE DELLE INFRASTRUTTURE CRITICHE (CNAIPIC)

Nel 2024 l’azione della Polizia Postale svolta dal Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) nel settore della protezione dagli attacchi informatici verso le infrastrutture critiche informatizzate si è declinata lungo il duplice crinale dell’attività di prevenzione a beneficio delle realtà pubbliche o private, di rilevanza nazionale e locale eroganti servizi pubblici essenziali e nella gestione dei grandi eventi – tra tutti, per il 2024, il Vertice del G7 svoltosi in Puglia dal 13 al 15 giugno – e l’attività di contrasto, con rilevanti attività d’indagine concluse nell’anno.

Il Centro nel 2024 ha gestito circa 12.000 attacchi informatici significativi, diramando oltre 59.000 alert per prevenire e contrastare attacchi ai sistemi informatizzati di interesse nazionale. Quale punto di contatto nazionale e internazionale per il monitoraggio e la gestione degli eventi di sicurezza cibernetica, il CNAIPIC ha gestito 63 richieste di cooperazione internazionale, consentendo l’identificazione e il deferimento di circa 180 persone.

Le metodologie criminali confermano un’elevata incidenza di attacchi ransomware e di DDoS diretti ad ampio spettro a infrastrutture pubbliche, nazionali e territoriali – con particolare riferimento alle pubbliche amministrazioni locali, specie Comuni e Aziende Sanitarie – e verso aziende erogatrici di servizi essenziali in diversi settori (es. Trasporti, Finanze, Sanità, Telecomunicazioni).

In linea generale, lo scenario aggiornato della minaccia cyber vede ormai stabilmente aggiungersi, a una matrice puramente criminale, un’origine riconducibile all’operare di attori state-sponsored, anche in conseguenza del contesto geopolitico internazionale.


CYBERTERRORISMO

Con riferimento al contrasto al cyberterrorismo, il costante monitoraggio della rete risulta essenziale per la precoce individuazione di minacce e per la corretta gestione dell’ordine e la sicurezza pubblica. In tale ambito, la Polizia Postale opera in costante raccordo con gli uffici specialistici della Polizia di Stato per prevenire fenomeni di radicalizzazione sul web e garantire quindi una completa analisi della minaccia estremista. Nel 2024 sono stati monitorati oltre 290.000 siti web, dei quali 2.364 oscurati.

FINANCIAL CYBERCRIME

Le esperienze di contrasto ai fenomeni del crimine finanziario online hanno fatto registrare una persistente diffusione di condotte truffaldine che hanno portato, nel quadro del generale rinnovamento della struttura organizzativa del Servizio Polizia Postale, all’istituzione di una Divisione operativa dedicata.

I principali fenomeni criminosi osservati riguardano campagne di phishing (anche nelle varianti del c.d. “vishing” e del c.d. “smishing”) in danno di persone fisiche, PMI e grandi società e le frodi basate sulle tecniche di social engineering, con particolare riferimento alla c.d. BEC fraud, facilitata anche dall’aumento delle comunicazioni commerciali a distanza e dall’uso della rete nelle transazioni commerciali. In forte espansione il fenomeno delle truffe attuate tramite proposte di investimenti di capitali online (falso trading online).

Nel contesto investigativo, elemento di interesse è costituito dal sempre più frequente ricorso alle “criptovalute”, le cui transazioni (registrate attraverso sistemi di blockchain) si caratterizzano per una maggiore difficoltà di tracciamento e per la conseguente necessità di impegnare professionalità con elevati livelli di competenze.

In questo contesto, gli investigatori cibernetici di Torino hanno proseguito le attività di indagine nell’ambito dei filoni aperti in seno all’operazione “Trade Scam”, già avviata più di due anni fa.

A dicembre, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, con il coordinamento internazionale di Eurojust e la collaborazione della SPAK albanese, Procura Speciale deputata al contrasto della corruzione e della criminalità organizzata, si è proceduto all’arresto a Tirana di due cittadini albanesi, indagati dall’A.G. di Torino per associazione a delinquere finalizzata all’autoricicilaggio di proventi derivanti dal falso trading online, colpiti altresì da provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per l’importo di 4 milioni di Euro.

Le indagini erano partite dalla denuncia sporta nel 2019 da una vittima di falso trading online, attirata da banner pubblicitari di fantomatiche società di investimenti finanziari e successivamente convinta telefonicamente a effettuare investimenti dietro la falsa promessa di ingenti guadagni.

L’attività investigativa, di seguito al sequestro di numeroso materiale informatico, ha consentito la ricostruzione puntuale dei ruoli dei membri di quella che si è rivelata essere una organizzazione criminale, che operava anche grazie alla creazione di società di comodo, funzionali alla realizzazione di attività di riciclaggio.

Le somme, versate dalle ignare vittime, venivano trasferite su conti stranieri in modo da aggirare i controlli antiriciclaggio e dall’analisi dei flussi finanziari è emerso che il denaro veniva convertito in criptovalute e trasferito tramite blockchain. A questa operazione è stata dedicata gran parte dell’attività investigativa curata dalla Postale di Torino, finalizzata a ripercorrere le movimentazioni operate dal sodalizio criminale con l’unico scopo di ostacolarne l’identificazione illecita.

Sul territorio nazionale, in particolare in Provincia di Latina, in forza dell’attività di indagine curata dal C.O.S.C. Piemontese, è stata individuata una coppia di cittadini che, attraverso telefonate in stile call-center, proponeva a potenziali vittime individuate anche per mezzo di società di profiling, rendite finanziarie molto elevate a fronte di ingenti versamenti di denaro.

I presunti broker, nelle chiamate ingannevoli, rappresentavano la falsa proposta commerciale di piani di investimento “sicuri”, inducendo la vittima a registrarsi su piattaforme finanziarie appositamente create. Questi portali simulavano l’esistenza di falsi grafici di fluttuazione degli investimenti, tali da ingenerare nel malcapitato l’assoluta fiducia nella validità dell’investimento.

L’indagine è sfociata nell’emissione da parte del GIP di Torino, su richiesta della locale Procura, della misura cautelare del divieto di espatrio a carico dei due soggetti, unitamente al sequestro preventivo di somme per 600.000€, anche in relazione alla ricostruzione dei complessi flussi finanziari riconducibili agli indagati, che in breve tempo trasferivano su conti intestati a società di comodo, sedenti all’estero, i proventi delle frodi, per ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa.

Attraverso tale metodologia è stato possibile per gli investigatori individuare anche altre vittime del falso trading, ancora ignare di essere cadute nel raggiro, prevenendo così ulteriori conseguenze patrimoniali negative.

A Torino, nel mese di dicembre appena trascorso, è stato anche operato un arresto in flagranza di reato per uso indebito di carte carburante: gli investigatori del C.O.S.C. hanno tratto in arresto un diciannovenne, colto nella flagranza di reato del possesso e uso indebito di carte carburante clonate, mentre, ad un distributore di benzina dell’hinterland torinese, era intento a rifornire di gasolio due cisterne della capienza di carburante di 1000 litri ciascuna, collocate all’interno di un furgone che conduceva.

L’indagine ha preso l’avvio dall’esame delle tracce informatiche disseminate dal presunto autore negli spostamenti cittadini a bordo del furgone utilizzato per commettere i fatti, comprese quella dell’utilizzo illecito delle carte clonate. Dopo un’attenta ricostruzione delle modalità utilizzate dal presunto autore, sono state effettuate mirate attività di osservazione, che hanno portato all’arresto in flagranza di reato e al rinvenimento di diverse carte carburante “in bianco” pronte all’uso.

Si segnala altresì l’attività di contrasto alla vendita di stupefacenti online curata dalla Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Asti.

L’indagine, sfociata nell’arresto in flagranza di reato di un cittadino italiano, è principiata dalle attente attività di monitoraggio della rete internet, portando allo sviluppo di complessi accertamenti sul web mediante le classiche tecniche di investigazione unite al know how informatico.

Mirate ricerche effettuate dagli investigatori cibernetici hanno permesso altresì di accertare l’esistenza di scambi di carattere internazionale e l’utilizzo, per la gestione dell’attività criminale, di accortezze da parte dell’indagato mirate a ottenere l’anonimato sul web. A ciò si aggiunge il riscontro, presso l’abitazione del sospettato, di consumi di energia elettrica anomali, tali da risultare incompatibili con il consumo medio legato all’uso abitativo.

Durante la perquisizione presso l’appartamento, gli operatori intervenuti unitamente a personale delle Forze dell’Ordine in servizio presso la Procura, la Questura ed il Comune, ha potuto constatare che ben due delle tre stanze di cui si componevano i locali erano state destinate ed attrezzate interamente con materiali professionali per la coltivazione della marijuana.

È stato possibile accertare la presenza di un vero e proprio ciclo produttivo continuo finalizzato alla coltivazione e vendita di marijuana; le operazioni tecniche di campionamento e inventario infatti hanno rivelato la presenza nel complesso di semi di marjuana, piante di piccole dimensioni, piante di medie dimensioni, piante recise, infiorescenze in fase di essiccazione, trincia tabacco, bilancino, e bustine di cellophane per il confezionamento.

COMMISSARIATO DI P.S. ONLINE E CAMPAGNE DI PREVENZIONE

Nel contesto della crescente digitalizzazione della società, la sicurezza cibernetica assume un ruolo fondamentale nella protezione delle infrastrutture critiche e nella salvaguardia dei cittadini. Il Commissariato di P.S. Online rappresenta un punto di contatto essenziale tra la Polizia Postale e i cittadini, offrendo un servizio continuo e accessibile per la segnalazione di reati informatici e per la diffusione di informazioni e consigli sulla sicurezza online.

Il Commissariato di P.S. Online, infatti, non solo risponde alle segnalazioni e ai bisogni dei cittadini, ma svolge anche un ruolo proattivo nella prevenzione delle attività criminali sul web: attraverso il sito www.commissariatodips.it, il Commissariato promuove campagne di sensibilizzazione e prevenzione, informando gli utenti sui rischi della rete e favorendo comportamenti sicuri online. Il sito web ha ricevuto quest’anno circa 3.000.000 di visite, oltre 82.000 segnalazioni e 23.000 richieste di assistenza, riguardanti fenomeni come truffe online, spoofing, smishing ed estorsioni a sfondo sessuale.

Accanto alle attività di contrasto nei settori di specifica competenza, la Polizia Postale è impegnata in attività di sensibilizzazione e prevenzione, considerate fondamentali nella costruzione di consapevolezze circa i rischi presenti in rete, per lo sviluppo di competenze in termini di sicurezza che preparino i cittadini digitali del futuro. Attraverso campagne come "Una vita da social”, “Cuori Connessi” e il progetto avviato con la Fondazione Geronimo Stilton dedicato proprio ai più piccoli, viene portata avanti la collaborazione con scuole e comunità per educare i giovani sui pericoli della rete e promuovere comportamenti sicuri online. Allo stesso modo, ulteriori iniziative sono state intraprese su tutto il territorio per la prevenzione delle più comuni tipologie di reati online, attraverso la diffusione di brevi clip con la collaborazione di numerosi stakeholder, tra cui aziende di trasporto pubblico locale, aeroporti, autostrade, stazioni ferroviarie.

In Piemonte è costante l’impegno della Polizia Postale nell’attività di prevenzione nelle scuole in favore di alunni, insegnanti e genitori, sia tramite campagne nazionali quali “Una Vita da Social” e “Cuori Connessi”, sia mediante incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, 159 quest’anno, ad altissima frequenza in rapporto alla durata dell’anno scolastico.

Comunicato stampa

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