Gli ultimi giorni dell’anno in corso hanno visto uno sviluppo importante in una delle questioni che più hanno catturato il dibattito pubblico – a livello nazionale soprattutto, ma anche quello provinciale, essendo direttamente coinvolta una delle realtà imprenditoriali più in vista della Granda -: stiamo parlando dell’affaire “pandore-gate”, ovvero la vicenda che ha visto coinvolta la nota influencer milanese Chiara Ferragni e il colosso dolciario fossanese Balocco nella vendita dei pandori “Pink Christmas”, oggetto di una richiesta di risarcimento da parte degli acquirenti fatta partire dal Codacons.
Come riportato anche dal nostro giornale l’associazione dei consumatori e Ferragni sono recentemente addivenuti a un accordo che vedrà quest’ultima donare 200.000 euro a un ente che si occupa di tutelare le donne vittime di violenza e i consumatori ottenere un rimborso di 150 euro ciascuno.
Vicenda conclusa, si potrebbe dire, e in effetti è quel che ha sostenuto anche il presidente del Codacons Carlo Rienzi definendo il risultato come uno “che va oltre ogni aspettativa, perché in caso di processo i consumatori coinvolti avrebbero dovuto avviare una lunga trafila giudiziaria per costituirsi parte civile, con spese legali ed esiti del tutto incerti, dal momento che i giudici, come spesso avviene in Italia, avrebbero potuto negare qualsiasi rimborso o risarcimento alle parti”.
Ma, sempre per bocca di Rienzi, non finita del tutto. Almeno non per quanto riguarda il coinvolgimento di Balocco. Che per il presidente rappresenta un discorso completamente diverso e, soprattutto, ancora del tutto aperto: “Nei confronti di Balocco le azioni proseguono, in sede civile, per i risarcimenti di tutti i consumatori”.
Vedremo allora quali sviluppi porteranno le prime settimane del 2025 rispetto al contenzioso civile.